Capitolo 18

38 5 0
                                    

PER TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO DA ANNI, DA QUI INIZIANO I CAPITOLI INEDITI SCRITTI DOPO CHE WATTPAD HA CANCELLATO LA STORIA.
PER I NUOVI, GODETEVI IL CAPITOLO❤️

Daisy

Parlare con Harry è stato più difficile di quanto pensassi. Ammette di aspettare un bambino dicendoglielo in quel modo improvviso e quasi privo di tatto ha distrutto una parte di me. Avrei voluto piangere e confessare la verità, ma d'altronde nemmeno io so quale sia e le conseguenze per il mio gesto folle - guidato solo dai sentimenti del momento- sarebbero state significative.

Tuttavia, Harry ha ragione: devo parlare con mio marito. Seguirò il consiglio di Perry e sono sicura che andrà tutto bene.

Sospiro profondamente chiudendo gli occhi; ho un terribile nodo alla gola e un peso al petto che porto, ormai, da non so nemmeno quanto tempo. Tenere dentro un segreto così grande mi sta uccidendo lentamente, e seppur la mia migliore amica nel sia al corrente non risolve la questione con me stesse; non si dissolvono i miei sensi di colpa.

Sono arrivata a casa. Resto ferma fuori la porta per dei lunghissimi minuti. Mi gira la testa e il cuore mi batte velocissimo, smetto quasi di respirare. Mi tremano le mani e le gambe, ma cerco di controllare il nervosismo respirando piano. Devo calmarmi, altrimenti avrò un attacco di panico. Ora come ora, mi basterebbe un solo abbraccio per sciogliermi completamente, eppure so bene che non è possibile. Lui non è qui e non potrà mai esserlo.

Respiro profondamente; ho la gola secca e tremo ancora un po'. Mi sfioro la pancia, come rassicurazione per lui e per me. Mi ripeto che andrà tutto bene, che la situazione migliorerà presto se dico la verità. Eppure, una parte di me teme la sua reazione.

Apro la borsa e cerco le chiavi, le afferro con difficoltà poiché sono ancora agitata. Faccio quasi fatica a sbloccare la serratura dato il mio stato, ma alla fine ci riesco. Sospiro ancora profondamente e ingoio il grosso nodo formatosi alla gola per colpa dell'ansia. Tolgo la giacca e l'appendo nell'armadio all'ingresso, lo stesso per la borsa. Attraverso il breve corridoio che porta alla cucina con un grande peso al petto. È ormai arrivato il momento.

Charles è seduto al tavolo della cucina, a breve distanza dalla finestra che dà sulla spiaggia. Il sole sta tramontando e colora di rosso il suo profilo, mettendo in risalto l'espressione cupa e preoccupata. Ha lo sguardo fisso sul computer e una mano sulla fronte, come un vero segno di disperazione.

Ultimamente, la situazione dell'hotel non è delle più rosee; sono in perdita, nonostante la loro catena sia molto rinomata nel Paese. Mio marito è spaventato di deludere suo padre che ha tanto voluto studiasse per mandare avanti la sua eredità. Sente una forte pressione e questo mi stringe il cuore, però, da quel che ho capito, non sono in pericolo di chiusura.

Lo guardo un pochino spaventata. Forse esagero; ho solamente timore che scopra l'incerta paternità del bambino, ma il suo stato d'animo mi mette maggiormente in agitazione.

«Ciao» sospiro pesantemente, facendo ancora un passo avanti.

«Ciao» risponde distratto, con gli occhi fissi sullo schermo.

«Devo parlarti, Charles» mi trema la voce.

«Non adesso» ribatte un po' stizzito.

È importante»

«Anche quello che sto facendo io è importante!» alza un po' la voce.

Finalmente mi guarda, ma i suoi occhi non rimandano la tranquillità e la dolcezza a cui sono abituata. Noto ha la camicia sgualcita e la cravatta è sciolta intorno al collo; gli occhi leggermente lucidi: c'è un bicchiere accanto al suo portatile.

Endless 2 || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora