diez

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Era inverno, Anita era seduta sugli spalti del Camp Nou e aveva freddo, nonostante portasse avvolta ben stretta intorno al collo una sciarpa blu e rossa con la scritta "forza Barça". Dagli altoparlanti dello stadio, la voce squillante di qualche sconosciuto presentatore stava annunciando l'ingresso in campo dei giocatori, eppure la ragazza non riusciva a scorgerne nessuno.
Attorno a lei, gli altri spettatori applaudivano e strillavano entusiasti, indicandosi a vicenda i calciatori che invece Anita proprio non vedeva: di fronte a lei si apriva un rettangolo d'erba privo di una qualsiasi presenza umana.
A un certo punto, sul grande schermo posto nella parte più alta del Camp Nou iniziarono a comparire le formazioni e poi, dopo un breve (e invisibile) riscaldamento, cominciò la partita. La gente in mezzo alla quale la ragazza era pigiata intonava cori e incitava i propri beniamini; tuttavia, agli occhi di lei il terreno di gioco era ancora completamente vuoto.
D'un tratto, un uomo che le era seduto proprio davanti si voltò e le intimò corrucciato di alzarsi in piedi e sventolare la sciarpa, altrimenti sarebbero stati costretti a farla uscire dallo stadio per sostituirla con un tifoso più chiassoso. Anita, confusa, non aveva risposto, soffermando uno sguardo pieno di paura su quel misterioso personaggio sconosciuto e quest'ultimo, improvvisamente tranquillo, era tornato a seguire la partita come se nulla fosse accaduto.
La ragazza si sforzava di vedere i calciatori, osservava con attenzione ogni angolo del campo, però si era ben presto resa conto di stare scandagliando un prato vuoto alla ricerca di figure umane che non avrebbero trovato alcunché dietro cui nascondersi.
Cominciando a sospettare di essere pazza, Anita si stava per alzare dal suo posto, quando un boato risuonò nell'aria: il Barcellona aveva segnato un gol! La ragazza lanciò uno sguardo al tabellone e con grande meraviglia dovette constatare che era stato proprio Pablo Gavi a mettere la palla in rete. Assurdo.
Nonostante la gioia di tale scoperta, Anita era pervasa da una sensazione di incompletezza. Lei sapeva che Pablo aveva sbloccato il risultato e che probabilmente era proprio lì sotto alla curva, soddisfatto ed esultante, ma, benché vi dedicasse tutti i suoi sforzi, non riusciva a vederlo.
Dopo pochi secondi, alla ragazza salirono i nervi a fior di pelle e in un attimo divenne furiosa, non riusciva a stare ferma, si levò la sciarpa dal collo e cominciò a strapparla, riducendola in cento brandelli. La sua disperazione stava raggiungendo l'apice, quando...
Anita si svegliò di soprassalto: l'allegra suoneria che aveva impostato per le sette meno dieci lanciava il suo acuto strepito senza sosta, e il suo primo giorno di scuola a Barcellona la attendeva sfregandosi le mani.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora