sesenta y cuatro

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Per l'ennesima volta, Anita fece scorrere la sezione riservata alle chat su Instagram e, nonostante avesse aggiornato la schermata appena un paio di minuti prima, notò ben quindici nuovi messaggi, rigorosamente inviatile da sconosciuti che desideravano saperne di più sul rapporto che intercorreva fra lei e Gavi. Ogni tanto, in mezzo alle critiche o alle semplici richieste di chiarimenti, spiccavano alcune frasi di incoraggiamento, oppure congratulazioni e auguri che qualche rispettoso commentatore non mancava di formulare; tuttavia, queste buone anime erano veramente poche rispetto all'orda di haters scatenatisi contro la ragazza.
Ad aggravare ulteriormente la situazione ci pensarono i suoi genitori, i quali decisero di telefonarle proprio mentre lei era finalmente riuscita a scordare, almeno in parte, la pesantezza del momento e tentava di concentrarsi sulle astruse pagine del libro di filosofia.
"...per cui, la settimana prossima torni da noi, hai capito?" strillò la madre di Anita, concludendo la lunga ramanzina appena espressa.
"Cosa?!" esclamò la ragazza. "Neanche per sogno: io adoro Barcellona."
"Eravamo d'accordo che ti saresti concentrata sulla scuola, e invece vengo a sapere da un sito web che bazzichi in compagnia di un calciatore... non hai rispettato i patti" ribadì la donna.
"Non è vero! I miei voti sono nettamente al di sopra della media... non pensavo mi fosse vietato prendere una boccata d'aria, ogni tanto" replicò Anita.
"Che intendi insinuare?" ruggì mamma Jamie. "Io e tuo padre abbiamo compiuto tanti sacrifici per te, e tu cosa fai? Ci ripaghi con moneta scadente. Non funziona così la vita, cara la mia figliola; inoltre, ti abbiamo sempre ripetuto che non è saggio aggrapparsi al primo principe azzurro incontrato: bisogna andare oltre le apparenze e trovare una persona che sia amorevole e rispettosa nel profondo."
"Ma se Pablo nemmeno lo conosci!" urlò la ragazza.
"Non importa, ho comunque pronto un elenco di caratteristiche che lo accomunano alla classe dei calciatori: ottuso, viziato, egocentrico, spudoratamente ambizioso e, infine, venerato da uno sterminato corteo di giovani ammiratrici... Anita, tu sei solamente una delle tante e non appena si sarà stancato di te ti rimpiazzerà con un'altra" sentenziò duramente la donna.
"Ti odio" singhiozzò sua figlia, con le lacrime agli occhi. "Anzi, vi odio! Non è mai accaduto che tu e papà foste realmente felici per me, mai! Certo, non smettevate di sorridere quando prendevo il voto migliore della classe, oppure quando tagliavo per prima il traguardo dei duecento metri, però, cavolo, non avete mai prestato attenzione ai miei discorsi riguardanti passioni che neanche avete preso in considerazione... se le mie parole non rispecchiano i vostri piani vi voltate immediatamente dall'altra parte."
"Questo non è affatto vero" ribatté mamma Jamie. "Noi ti vogliamo bene e stiamo solo cercando di proteggerti."
"Smettila! Pretendete solamente che io diventi ciò che voi avete progettato per me, ma vi siete mai chiesti se anch'io lo desiderassi?" si accalorò Anita. "Qui a Barcellona sono riuscita per la prima volta a essere me stessa, e Gavi ormai fa parte del mio mondo: a volte risulta un po' egocentrico, ma d'altronde vi sfido a trovare qualcuno che non lo sia... per il resto è un ragazzo d'oro e fatevi due domande se non ve ne ho mai parlato. Pensa, è stato proprio lui il motivo per cui ho scelto di venire a studiare in questa città e voi non ne avevate minimamente idea! Dovreste essere felici per me, perché sto pian piano trovando la mia strada... invece pare che vogliate soltanto depistarmi, come al solito."
Pronunciata quest'ultima, pungente frase, la ragazza chiuse la chiamata in faccia a sua madre.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora