cincuenta y ocho

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Quando, durante la ricreazione, Lisa provò ad avvicinarsi ad Anita, quest'ultima fece finta di non averla notata, girando velocemente l'angolo per far perdere le sue tracce nell'affollato corridoio. Non era la prima volta che ciò accadeva: da ormai quattro giorni, infatti, si poteva assistere alla medesima scena in quanto Lisa non perdeva alcuna occasione per rincorrere, seppur inutilmente, l'amica.
Anita, però, non voleva proprio saperne di aprirsi a un confronto. Domenica pomeriggio si era incollata al televisore per seguire Barcellona-Getafe perché, dopotutto, nonostante il suo orgoglio tentasse di imporle il contrario, Pablo le mancava un sacco. La partita era cominciata da meno di due minuti, quando l'inquadratura si era per un attimo spostata dal terreno di gioco, soffermandosi su una coppia di ragazze intente a scambiare quattro chiacchiere in tribuna. Il cronista non aveva accennato ad alcun commento e dopo pochi secondi le telecamere erano tornate a riprendere i calciatori che si muovevano in campo: ad Anita, però, quell'immagine non era sfuggita, perché, nonostante la sua brevità, era riuscita a mettere a fuoco nientemeno che il viso di Lisa e, accanto, quello dell'odiatissima principessa Leonor (lei non doveva mica essere in Galles?!). Purtroppo, non era finita lì! Le due parevano conoscersi da una vita e discutevano allegramente di non si sa quale simpatico argomento.
Dopo aver preso lungamente a pugni i cuscini del divano, la ragazza si era un poco tranquillizzata e, nel pieno delle sue facoltà mentali, aveva giurato a sé stessa che non avrebbe mai più avuto contatti con colei che definiva ormai un'ex amica, una traditrice.
Dal canto suo, invece, Lisa desiderava solamente chiarire l'intera faccenda e riferire ad Anita le inaspettate quanto univoche parole pronunciate da Leonor. Oltretutto, lei era l'unica persona nei cui riguardi Anita continuava imperterrita a mostrarsi rancorosa, in quanto sia i suoi rapporti con Thiago sia quelli con Gavi erano tornati alla normalità, entrambi a partire dal lunedì appena trascorso.
Il rappacificamento tra lei e il calciatore era avvenuto in maniera talmente semplice che la ragazza quasi se n'era sorpresa: i due si erano mostrati consapevoli di aver litigato per un nonnulla; poi Pablo era volato a Riad e non importava affatto se anche in seguito al suo ritorno in Spagna non avevano avuto modo di chiarirsi. Avevano rispettivamente sedici e diciott'anni, a loro disposizione c'era ancora tutto il tempo del mondo.
Nelle loro conversazioni, la principessa Leonor non era mai stata nominata, e nemmeno di Lisa s'era parlato, perché Anita non aveva intenzione di rovinare i ritrovati bei momenti con futili lamentele personali. D'altronde, neanche il calciatore aveva il coraggio di toccare temi tanto controversi, nonostante fosse a conoscenza dell'intera vicenda. Per una buona volta, si rallegrava, non poteva essere considerato lui in maniera diretta il motivo dei dispiaceri della sua ragazza.
"Hai presente quel pacco che ricevesti durante la tua lunghissima influenza di inizio novembre?" aveva domandato orgogliosamente Pablo, durante un placido pomeriggio trascorso in compagnia di Anita. "Era da parte mia."
"Certo, non era mica difficile da capire" aveva risposto lei con un sorriso.
"Veramente?" si era stupito il calciatore. "Allora voglio rivelartene il significato: la bottiglietta conteneva un po' di sabbia prelevata dalla baia di San Pepillo, dove ti avevo portato qualche giorno prima (sì, mi sono informato e ho scoperto che si chiama così), mentre il foglio... beh, il foglio è l'assegno in bianco pronto per essere firmato e portato in comune per rendere legalmente e definitivamente nostra quella spiaggia, proprio come volevi."
La ragazza dovette farselo ripetere ben più di due volte per riuscire a realizzare l'entità di quell'inaspettato regalo.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora