cincuenta y dos

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Una volta inforcate le loro biciclette, Lisa e Anita si separarono: quest'ultima, infatti, si accostò a Frenkie e Gavi, che correvano appaiati, mentre l'amica rimase in fondo al gruppo, felice come una Pasqua di poter riempire di domande i preparatori atletici e i massaggiatori. Impiegarono una buona mezz'ora per giungere al campo e, una volta arrivati, Xavi ordinò ai suoi ragazzi di compiere varie volte una serie di esercizi volti a rafforzare la loro resistenza. Nel frattempo, Anita e Lisa si erano accomodate sugli spalti del piccolo stadio e osservavano l'allenamento addentando un paio di focacce offerte loro da uno dei fisioterapisti. Verso le due del pomeriggio, Xavi decise che era giunto il momento di mandare la squadra negli spogliatoi, così tutti i calciatori, stanchi e sudati nonostante l'aria fosse pungente, sparirono di corsa sotto le docce.
Pablo e Lewandoski furono i primi a uscire nuovamente all'aria aperta.
"Come va?" chiese loro Anita, notando l'aria spossata dei due.
"Abbastanza bene, dai" rispose Robert, lasciando cadere la sacca ai suoi piedi. "Il tuo uomo è molto più giovane di me; infatti, è anche assai meno stanco... dico bene, nanerottolo?"
"Eh, bada a come parli" lo redarguì Pablo, irritato dal soprannome affibbiatogli dal compagno. "Comunque sì, ovviamente sono più in forma di te, vecchierello."
"Sapete cos'ha intenzione di fare ora Xavi?" domandò Lisa.
"Personalmente, spero ci porti a pranzo" si intromise Frenkie, sbucando alle sue spalle. "Ho una fame da lupi."
"Io come te, fratello" aggiunse Pedri.
Uno dopo l'altro, tutti i giocatori uscirono dalla porta dello spogliatoio e si guardarono intorno, in attesa di nuovi ordini da parte del loro allenatore.
"Ah, finalmente eccovi qui" li richiamò lui, comparendo sulla cima delle tribune. "Questa mattina avete lavorato bene e penso proprio che vi meritiate una buona ricompensa... scegliete il ristorante, oggi offro io" concluse, cominciando a scendere le scale.
La sua proposta venne accolta da un fragoroso boato di soddisfazione.
"Mister, ci porta a mangiare la paella?" domandò Pedri.
"Certo, certo, quello che volete" sorrise Xavi, prendendo Lisa sottobraccio. "Tu ce l'hai un fidanzato?" le chiese, più a bassa voce. Lei annuì, divertita, eppure l'uomo seguitò imperterrito il suo discorso. "Guarda che qui sono tutti dei bravi ragazzi, dal primo all'ultimo... li alleno io, eh, e mi preoccupo di rosolarli al punto giusto. Devi solo sceglierne uno, uno a caso, e ti assicuro che non avrai proprio ragione di pentirtene."
Anita sarebbe venuta a conoscenza di quella discussione solamente diverse ore dopo: in quell'istante, infatti, camminava al fianco di Pablo e aveva permesso al calciatore di cingerle le spalle con un braccio, nonostante quel gesto la inducesse a inciampare in continuazione.
La squadra scelse di fermarsi in un discreto ristorantino che proponeva piatti tipici del luogo, la cui sala da pranzo era stata ricavata all'interno di un vecchio mulino; le pareti in pietra conferivano alla grande stanza un'atmosfera d'altri tempi, e il cibo era a dir poco strepitoso. Terminato il pranzo, i ragazzi si intrattennero cantando a gran voce un paio di inni in dialetto catalano, coinvolgendo anche il resto della clientela del locale, che partecipò entusiasta a quella festa improvvisata.
"Blaugrana al vent... un crit valent..."
Anita si aggiunse al coro.
"Tenim un nom, el sap tothom... Barça, Barça, Barça!"
In fondo, era proprio quello il suo posto felice.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora