cincuenta y seis

2K 71 6
                                    

Il cielo era bigio, e lo stato d’animo di Anita pure. Erano diversi giorni che non parlava con Lisa, e men che meno con Thiago, mentre Pablo non si faceva sentire da quasi una settimana. Perdipiù, il calciatore era appena rincasato da Riad, dove aveva attivamente contribuito, con un gol e due assist, alla schiacciante vittoria del Barcellona sul Real Madrid in occasione della finale della Supercoppa spagnola, e probabilmente i festeggiamenti organizzati con i compagni di squadra non l’avrebbero reso disponibile per diverso tempo.
Inoltre, nemmeno i coinquilini di Anita sarebbero riusciti ad attirarla in una conversazione, soprattutto perché Esmeralda, l’unica della quale ogni tanto apprezzava la compagnia, era da poco ripartita per le Canarie, la sua terra d’origine. Insomma, un vero schifo.
Alla fine, dopo essersi rigirata il cellulare fra le mani per diversi minuti, la ragazza decise di telefonare a Manolo. Ammetterlo non era stato facile, tuttavia lui era il solo amico che Anita possedesse in quel momento. Da quando si erano ritrovati vicini di banco, era stato anche fin troppo gentile e comprensivo nei suoi confronti, al punto da ascoltare tutti i suoi sfoghi e proporre delle soluzioni a problemi che avrebbero potuto benissimo non interessarlo minimamente.
Udendo il cellulare squillare e consapevole dell’identità di colei che lo stava chiamando, il ragazzo non esitò a rispondere immediatamente. Poi, notando che le parole proferite dall’amica erano del tutto immerse in una tonalità più che triste, decise di convincerla ad accettare di recarsi insieme a lui all’Enigmik Escape Room, per la quale, affermò, aveva vinto un paio di ingressi omaggio alcune settimane prima.
“Ma è già pomeriggio inoltrato, non abbiamo abbastanza tempo” si lagnò Anita.
“E quindi? Possiamo andare là e poi fermarci a cena da qualche parte” ribatté entusiasta Manolo. “Dai, almeno ti svuoti un po’ la mente… perfetto, allora siamo d’accordo: ti aspetto all’incrocio dove il mercoledì si apposta sempre la zingara cartomante. Sbrigati!”
La ragazza avrebbe voluto replicare, ma il telefono le venne brutalmente sbattuto in faccia. Sbuffando, si alzò dal letto e si tolse velocemente il pigiama, che non si levava dalla sera precedente, indossando al suo posto un paio di jeans e un maglioncino a righe bianche e rosa; poi si infilò ai piedi le All Star celesti acquistate poco prima di partire per Madrid e agguantò la borsetta dello stesso colore che teneva appoggiata sulla scrivania. Scese le scale e avvisò Pilar del fatto che stava uscendo e che non sarebbe stata di ritorno per cena, infine si buttò un cappotto nero sulle spalle e abbandonò definitivamente la sua comfort-zone.
“Perché mi hai portato qui?” domandò circa un’ora dopo a Manolo, mentre i due varcavano la soglia dell’escape room.
“Ti devi distrarre” rispose lui con serietà. “Da quando tu e Lisa siete tornate da Madrid, continuano a succederti eventi spiacevoli… Non ho idea cosa vi sia capitato e non pretendo neanche di saperlo, però io non voglio assolutamente vederti così; perciò, adesso ci concentriamo e proviamo a divertirci, ok?”
Anita non trovò ulteriori parole per proseguire quella conversazione, per cui si limitò ad annuire e, per non apparire troppo distaccata, sfoderò un amabile sorriso rivolto a quel ragazzo che, inaspettatamente, stava con tutte le sue forze provando a regalarle un po’ di spensieratezza.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora