dieciocho

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Carlos passò ad Anita il pacchetto ormai semivuoto di patatine: seduto accanto a lei su uno scalino della tribuna ovest, il padre di Lisa assisteva in maniera più che partecipe alla partita. Ogni tanto, la ragazza lo spiava con la coda dell'occhio, apprezzando tutto quel sano sentimento calcistico che non era mai riuscita a scovare nell'animo dei suoi scettici genitori.
Pochi minuti prima che l'arbitro avesse decretato il termine dell'incontro, però, Carlos richiamò Anita all'ordine: una volta che i giocatori fossero rientrati negli spogliatoi, i magazzinieri erano tenuti a farsi trovare a loro disposizione per qualsiasi evenienza; per cui, bisognava rientrare.
La ragazza seguì il padre dell'amica nella pancia del Camp Nou e i due procedettero spediti finché non raggiunsero una specie di piccola stanza, quasi un crocevia dal quale si dipartivano numerosi corridoi. Un'alta scrivania a forma di elle occupava buona parte dello spazio, mentre addossato a una parete troneggiava un sottile ma massiccio armadio contenente le chiavi di tutte le porte della struttura.
"Questa è la nostra postazione" le spiegò Carlos. "Dovremmo stare qua, però il novanta percento delle volte non siamo necessari e questo luogo è alquanto noioso, per cui usciamo sempre a fumarci una sigaretta, o semplicemente a guardare l'orda di tifosi fluire via dallo stadio. Ormai, tutti sanno dove trovarci... ti va di venire con noi?"
"No, grazie" rispose educatamente Anita. "Preferirei rimanere qui, tutto il baccano di prima mi ha fatto venire un po' di mal di testa."
"Ok, va bene" sospirò il padre di Lisa, non senza un velo di preoccupazione a scurirgli gli occhi. "Ti lasciamo qua da sola, però promettimi che non ti succederà nulla. Finché non esci dal Camp Nou sei sotto la mia responsabilità, ricordatelo."
"Non temere" lo rassicurò la ragazza. "Nessuno verrà a disturbarmi."
Con un'espressione confortata nello sguardo, Carlos imboccò uno dei corridoi al seguito degli altri magazzinieri, e dopo pochi secondi attorno ad Anita si creò il silenzio più totale. Certa che tutti girassero alla larga da quello strano ambiente, la ragazza si lasciò cadere sulla sedia girevole posta accanto alla scrivania e, improvvisamente, si accorse di essere esausta.
Tutto d'un tratto, però, un rumore di passi in lontananza la fece sobbalzare. Anita drizzò le orecchie, emozionata e spaventata allo stesso tempo: qualcuno si stava dirigendo proprio nella sua direzione, e lei non aveva la più pallida idea di come avrebbe risposto a eventuali sue domande. Temeva di subire una terribile lavata di capo e non sapeva dove avrebbe potuto trovare Carlos, inoltre avventurarsi da sola per quei corridoi era impensabile, e poi... poi Pablo Gavi entrò nella stanza, e il cuore di Anita si fermò per un lungo, interminabile, magnifico istante.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora