treinta y cuatro

2.8K 90 13
                                    

"Allora, che ne pensi?" le sussurrò Pablo, accostando il suo viso a quello della ragazza.
"Non ho mai visto un posto così bello... il mare... e siamo a novembre... è semplicemente stupendo" commentò Anita, riuscendo con fatica a trovare le parole adatte.
"Già, anche a me piace un sacco" sorrise il calciatore. "Non so come si chiami questa spiaggia, ma ho paura che se lo chiedessi a qualcuno verrebbe scoperta e... non sarebbe più mia."
"Potresti comprartela" affermò la ragazza senza riflettere.
Lui corrugò la fronte, infastidito: i suoi soldi erano un dato di fatto; tuttavia, fino a quel momento gli era parso che Anita non desse loro particolare importanza, e ne era felice, perché altrimenti non sarebbe stata la prima volta che qualcuno apprezzava le sue banconote e non la sua personalità, riuscendo peraltro a confonderlo a meraviglia (riguardo a questo argomento, cercava sempre di essere molto schietto con sé stesso).
"Cosa intendi?" domandò alla ragazza, fissandola negli occhi.
"No, nulla" rispose lei abbracciandolo. "Non volevo, non volevo davvero, lo sai che non mi importa, potresti anche essere uno spazzino che vive in una baracca, non mi interesserebbe affatto."
Pablo sospirò, ma decise di accettare quelle scuse.
"Facciamo il bagno?" chiese.
"Che? Ma sei matto?" sgranò gli occhi Anita. "Ok che c'è il sole, però siamo quasi in inverno..."
"Appunto" esclamò lui, con un sorriso beffardo sul volto. "Dai, scommetto che non hai abbastanza coraggio per tuffarti, mi toccherà andare da solo e... chi lo sa, magari incontro una sirena bellissima e dalla voce ammaliante, oppure direttamente una dea in carne e ossa..."
"Beh, potrebbe succedere" scherzò la ragazza, lasciando cadere a terra la giacca che teneva legata in vita e incominciando a levarsi le scarpe. "Io invece scommetto che appena ti schizzo un poco, scappi via come una mammoletta perché a parlare sei bravo, ma poi soffri il freddo come un brasiliano!"
"Mh, questo implicherebbe che tu mi preceda in acqua, il che non è assolutamente possibile" rispose Pablo, gettando jeans e maglietta sulla sabbia e correndo verso il mare.
"Ladro, ladro! Solo perché avevi indosso meno vestiti di me!" lo accusò Anita.
Il ragazzo fece dietrofront, incespicando, la raggiunse e la sollevò in aria. Lei lanciò un urletto, poi si aggrappò con tutte le sue forze al collo di lui, così quando venne lanciata in acqua trascinò con sé anche Pablo. I due riemersero nello stesso istante, ridendo e strofinandosi gli occhi con il dorso delle mani.
"Fa freddo!" esclamò Anita, cercando di non battere i denti.
Nonostante il sole splendesse e inondasse l'aria con i suoi caldi raggi, infatti, il mare era gelido: sembrava quasi che volesse anticipare l'inverno oramai alle porte.
"Vieni qui" mormorò Pablo, anche lui infreddolito, stringendo a sé il corpo tremante della ragazza. "La sai una cosa?" aggiunse, abbassando ancora la voce. "Tu... tu sei tutto ciò di cui ho bisogno. Mi basti tu e... nient'altro."
"E tu" rispose lei in un sussurro, alzando lo sguardo per incrociare quello del calciatore. "Tu sei tutto ciò che voglio."

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora