quince

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"Anita, ma sei impazzita?" sbottò l'amica ridendo. "E non me lo volevi dire?"
"Io non sapevo che fare... non pensare che creda nei miracoli, però" puntualizzò la ragazza. "Gavi l'ho già visto una volta, e non stava giocando a calcio."
"Cosa?" sgranò gli occhi Lisa. "E dove l'hai incontrato? Cosa mi nascondi ancora?"
"Io, beh, sono stata invitata a una festa e c'era pure lui" balbettò Anita, confusa da tutto l'entusiasmo che la compagna stava inaspettatamente mostrando.
"Cavolo, qui non si tratta di fantasie, te ne rendi conto?" esclamò incredula l'amica. "Starai qui quanto? Un mese? Allora sbrighiamoci, non abbiamo tutto questo tempo. I calciatori sono pieni di impegni, lo saprai benissimo, ma se lui già ti conosce allora non sarà così difficile organizzare un appuntamento, oppure..."
"Eh? Un appuntamento?" scoppiò a ridere Anita, interrompendo i vagheggiamenti dell'amica. "Ma no, cos'hai capito? Non penso affatto che si ricordi di me, mi aveva appena guardato. Però a me è bastato quello."
"Oh, tesoro, sei la persona più romantica che io abbia mai conosciuto" si commosse Lisa. "Vedrai che riusciremo a combinare qualcosa: mio padre è liberissimo di entrare negli spogliatoi del Barcellona e magari un giorno potresti accompagnarlo... fidati Anita, sei proprio fortunata ad avermi incontrato!"
"Lo so, e ti ringrazio per aver tirato calci alla mia sedia, lunedì mattina" rispose con riconoscenza la ragazza.
Finalmente, quel viaggio a Barcellona stava acquistando la piega assolutamente interessante che lei aveva con tutte le forze sperato. Mai Anita avrebbe creduto che tanta fortuna potesse riversarsi su di lei in un tempo così breve: era arrivata in città da appena dieci giorni e già le veniva offerta la possibilità di avere un secondo incontro ravvicinato con Pablo Gavi. Si trattava di pura fantascienza.
"Sai, è la prima volta che vado allo stadio" confessò la ragazza, prendendo posto accanto a Lisa.
"Davvero?" si stupì lei. "Mio padre invece mi ci porta da quando avevo cinque anni, e non solo quando ci sono le partite: in primavera a volte veniamo qui all'ora di pranzo, ci sediamo sugli spalti e mangiamo al sacco. Ha il suo fascino anche così, però vederlo pieno di gente è completamente diverso..."
Sentendo quelle parole, ad Anita tornò in mente il sogno che aveva turbato la sua prima notte lontana da Saragozza. L'immagine del terreno di gioco inspiegabilmente vuoto era stata per lei agghiacciante e, tenendo d'occhio sia gli ingressi destinati al pubblico che quelli collegati agli spogliatoi, temeva potesse essersi trattato di una visione premonitrice.
Invece, per fortuna non fu così: scorgendo il suo beniamino entrare in campo, alla ragazza salirono le lacrime agli occhi e quasi temette di svenire quando lo sguardo di Gavi, diretto agli spettatori che affollavano le tribune del Camp Nou, incespicò per un attimo rivolto in direzione delle due amiche. Era impossibile che il calciatore l'avesse riconosciuta in mezzo a tutte quelle persone, e probabilmente nemmeno aveva avuto l'intenzione di scovare un viso familiare, ma tutto ciò ad Anita non importava.
Ogni tanto, durante la partita, Lisa si era voltata a guardare l'amica e sul suo volto era riuscita a scorgere solamente calma e gioia; immancabile, tuttavia, era anche quell'aria sognante che le riempiva perennemente gli occhi, rendendoli più luminosi.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora