sesenta y uno

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Invitandola a togliersi le scarpe e ad abbandonarle fuori dal portoncino, Lisa precedette l'amica all'interno del proprio salotto, non accorgendosi che dalla cucina provenivano due voci, una senza dubbio appartenente al magazziniere padrone di casa, mentre l'altra... riconoscendola, Anita si bloccò nel mezzo del corridoio, confusa.
"Dimmi che mi sto sbagliando" sussurrò rivolta alla compagna.
La ragazza le rispose con cenno di diniego, preoccupata dalla piega che la situazione stava acquisendo.
"Cosa?! E tu lo sapevi?" sgranò gli occhi l'amica.
Proprio in quell'istante, di fronte a loro fece capolino Carlos, il quale, non appena si accorse della presenza di Anita, assunse un'espressione incerta, quasi imbarazzata.
"Papà, credo che sia meglio se ci sediamo tutti intorno al tavolo" affermò Lisa con un sorrisetto nervoso.
"Sono d'accordo" commentò drasticamente l'uomo, facendosi da parte per permettere alle due amiche di fare il loro ingresso in cucina.
"Anita!" esclamò la donna appollaiata su uno sgabello accanto alla finestra, abbandonando il suo calice di vino sul davanzale che, per fortuna, non era molto distante.
"Pilar!" ribatté la ragazza, constatando che il suo senso dell'udito non l'aveva tradita. "Che ci fai qui?"
"Forse è meglio che ti siedi, cara" sospirò lei.
"Come mai sono sempre l'ultima a sapere queste cose?" s'indispettì Anita. "Sono proprio stufa di essere costantemente tenuta all'oscuro di tutto."
"Beh, anche la loro storia è cominciata prima del tuo arrivo" spiegò Lisa, alludendo con un movimento della testa ai due adulti lì presenti.
"Già" confermò Carlos. "All'inizio non intendevamo parlarti del nostro legame perché temevamo che tu potessi insinuare che mia figlia, a scuola, ti avesse avvicinata solamente perché spinta da noi. Non volevamo rovinare la vostra bella amicizia."
"E poi credevamo che avresti lasciato Barcellona dopo un mese" aggiunse Pilar. "Non aveva senso metterti al corrente di tutto. Ammetto però che in seguito la situazione ci è sfuggita di mano e... sì, avremmo dovuto dirtelo."
"Da quanto tempo state insieme?" le domandò Anita.
"Quasi due anni" rispose prontamente la donna.
"Ho approvato Pilar fin dal primo giorno in cui l'ho conosciuta" si intromise Lisa, rivolta all'amica. "Prima che sia tu a chiedermelo: mia madre è morta di tumore quando avevo solo quattro anni, per cui sono contenta che ci sia una nuova figura femminile in questa casa. Forse avrebbe fatto piacere anche a..."
"Al tuo fratellastro Juan?" concluse per lei Carlos. "Non credo: quando conobbi Marina, colei che divenne mia moglie e che ora, purtroppo, non c'è più, lui aveva già nove anni e si rifiutò fin da subito di chiamarmi papà... un po' me l'aspettavo, sapendo che non ne aveva mai avuto uno. Nonostante ciò, l'ho sempre trattato come fosse mio figlio, amandolo al pari di Lisa, che nacque cinque anni dopo, non appena ci trasferimmo qui da Cadice."
"Juan aveva già raggiunto la maggiore età quando la mamma morì" riprese Lisa. "Dal suo punto di vista, senza di lei restare con noi non aveva più senso, per cui emigrò negli Stati Uniti: sosteneva che lì la sua vita sarebbe stata migliore."
"Sì, perché io a quei tempi ero disoccupato" la interruppe nuovamente Carlos. "Poco dopo trovai lavoro, ma Juan si rifiutò di tornare... non lo vediamo da allora."
"Oh" mormorò Anita, rapita dal racconto.
"Però c'è una novità, stavolta valida per entrambe..." intervenne Pilar.
"Abbiamo deciso di sposarci!" esclamò Carlos, cingendo con un braccio le spalle della sua donna.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora