veintinueve

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Due giorni dopo, Anita si recò a scuola con il viso scuro, arrabbiata sia a causa di ciò che era accaduto sabato pomeriggio, sia per la verifica di letteratura che la attendeva proprio alla prima ora di quel freddo lunedì mattina.
Sorprendentemente, però, una volta giunti in classe i ragazzi trovarono una bidella ad accoglierli: il professor Soler aveva avuto un malore e aveva preferito rimanere a casa, per cui Anita aveva ben sessanta minuti per riportare a Lisa nei minimi particolari la conversazione che aveva avuto con Gavi, della quale ricordava alla perfezione ogni singola parola. Entusiasta, la compagna non vedeva l'ora di ascoltare tutta la storia, e presto alle sue orecchie giunsero le frasi poco cordiali pronunciate da Pablo verso la fine del breve ma intenso dialogo che si trovava al centro della narrazione.
"Che cosa? Ha osato parlarti in questo modo?" esclamò Lisa, interrompendo il racconto dell'amica. "Ma come si permette quel damerino? Solo perché è bravo a tirare calci a una palla non deve mica considerarsi al centro dell'universo."
"Lo so" sospirò Anita. "Comunque, non è questo il punto. Sai cosa ha detto Pablo, dopo? Una cosa molto molto carina su di me: ha affermato che lo sto distraendo troppo!"
"Oddio, davvero?" strillò Lisa. "Ma qui allora facciamo sul serio, eh?" aggiunse, ammiccando alla compagna.
"Mh, penso di sì, considerando che ci siamo visti veramente poche volte" ammise lei. "Però c'è sempre qualcosa che non va, sono sempre io che devo adattarmi ai suoi impegni... e poi mai una volta che decida di incontrarmi, che ne so... la domenica mattina, per esempio, quando lui sicuramente non ha gli allenamenti e io non devo andare a scuola."
"Sai, cara, i calciatori vivono in un mondo a parte" le spiegò l'amica. "Per loro è troppo difficile abbassarsi a pensare come noialtri comuni mortali."
"Oh, proprio non mi importa in quale strana dimensione è convinto di vivere!" si impuntò Anita, seria. "Se non desidera essere piantato in asso da me, gli conviene cominciare a interessarsi anche del mio punto di vista."
"Così ti voglio!" scoppiò a ridere Lisa. "Intraprendente, donna!"
Dopodiché, le due ragazze cambiarono discorso, volgendo i loro pensieri ai preparativi per la ricerca di geografia che successivamente avrebbero dovuto esporre alla classe. Erano talmente concentrate sulle caratteristiche del territorio italo-francese da non far caso alle due figure che avevano preso posto accanto a loro. Tutto a un tratto, Anita si accorse di quelle nuove presenze e alzò il capo, meravigliata.
"Su che state lavorando?" le chiese con la più totale nonchalance Manolo Martìn Hidalgo Medina, letteralmente il ragazzo più attraente che le fosse capitato di incontrare (oggettivamente, era proprio un bel tipo, con un paio d'occhi più magnetici di due calamite).
"Stiamo preparando la ricerca di geografia e, se non vi dispiace, avremmo da fare" rispose secca Lisa, la quale era convinta che l'amica non desiderasse la presenza di quell'arrogante individuo.
"No, rimanete pure" la contraddisse invece la compagna. "Tanto, abbiamo quasi finito."
Manolo e l'inseparabile compare Thiago si scambiarono un'occhiata univoca, che però non sfuggì a Lisa: forse, a Pablo sarebbe davvero convenuto darsi una regolata...

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora