Capitolo 10

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Per quanto ci abbia provato a nulla è servito.
A colazione ci ritroviamo tutti di nuovo riuniti, ma lo spirito di conversazione non è lo stesso di ieri sera. Di fatti ci limitiamo ad annuire quando Fred fa delle osservazioni sul tempo.
Il mio umore è anche peggiore di ieri sera, dopo aver passato la notte insonne. Ho tentato di non far notare le mie occhiaie, ma sono pronta a scommettere che il mio aspetto è terribile. Ho continuato a sognare Mr. Grower e sono più le volte che mi sono svegliata nel cuore della notte che quelle in cui ho dormito.
Inizio ad essere molto stanca, ma soprattutto inizio a pensare che sta diventando davvero un bel problema. Sono sicura che impazzirò se continuo così.
Al termine della colazione decidiamo i programmi per la mattinata. Charlotte ci annuncia che sarebbe andata a far visita ad un'amica, così io annuncio che mi sarei dedicata al ricamo in giardino vista la meravigliosa giornata.
Fred invece ne approfitta per dirci che avrebbe invitato Mr. Harrison a fare il giro della nostra tenuta e che quindi sarebbe stato nostro ospite oggi.
Prima che mia sorella si mettesse in carrozza, mi ferma.
«Emily, promettimi che non perderai la speranza e che continuerai a conoscere Mr. Harrison. Non sembri nemmeno tu con questo viso.»
«Te lo prometto, Charlotte.» ribatto decisa e mi lascio andare ad un sorriso per tranquillizzarla. «È anche nel mio interesse.»
Lei mi abbraccia stretta. «Ti voglio bene, sorellina mia. E ti voglio felice.»
«Anche io.» rispondo sincera.
«Ci rivediamo più tardi!» mi dice prima di salire sulla carrozza.
Dopo aver salutato mia sorella, mi reco nella mia stanza, raccolgo tutto il mio ricamo da completare e quando lo sistemo sul letto, mi rendo conto di avere iniziato troppi lavori. Decido di prenderne uno soltanto con tutto il cotone che mi serve.
Uscendo dalla stanza, accorre Emma che si offre di portare il lavoro e accompagnarmi in giardino. Acconsento volentieri, felice di avere una cameriera personale e ringraziandola per non farla sentire obbligata. In fondo è solo un mio lavoro e posso benissimo portarlo da sola.
Una volta raggiunto il gazebo che mi avrebbe protetta dal sole, mi aiuta sistemare l'occorrente in modo da avere tutto a portata di mano. Si inchina e mi saluta per lasciarmi sola come ho richiesto.
Quando ricamo, succede come quando leggo, perdo la cognizione del tempo. Solo quando sento il calore del sole farsi più intenso, alzo gli occhi dal lavoro per riposare un attimo gli occhi. Mi soffermo di nuovo ad ammirarlo. È quasi completo, ma manca ancora qualcosa. Decido però di piegarlo e di completarlo domani.
Raccolgo tutti i cotoni e metto in ordine tutti gli attrezzi che ho utilizzato.
«Miss Anderson.» Sento chiamarmi da una voce calda e familiare. Mi volto immediatamente per capire bene chi fosse. Il mio cuore sprofonda nell'abisso nel momento in cui lo vedo e lo riconosco.
«Capitano Grower.» sussurro quasi afona. Mi sembra un miraggio, ma nel momento in cui prende posto nel gazebo tutto mi sembra estremamente reale e mi immobilizzo. Tengo gli occhi sulla sua divisa, esattamente come nel sogno, per non guardarlo negli occhi.
«Se mi chiamate così, allora avete saputo delle mie imprese.» dice orgoglioso di sé, ma io accenno a guardarlo per un attimo negli occhi.
Grande sbaglio.
Li distolgo subito. Sorride, non so se per me, ma sorride e io lo sto odiando talmente tanto perché non capisco come faccia ad essere così felice di parlarmi dopo quello che mi ha fatto. Ha proprio una bella faccia tosta.
«Si, capitano.» confermo asettica. «La notizia delle vostre imprese è stato oggetto di pettegolezzo in città per molto tempo. Sarebbe stato impossibile non saperlo.»
Alzo lo sguardo e noto i suoi occhi puntati su di me. Ha capito benissimo quanto sono distaccata e ora spera di capire il motivo, immagino.
«Emily...» tenta di dire dopo quella che mi sembra un'eternità.
«No, capitano.» rispondo decisa. «Voi non...» tento di parlare anche io, ma i miei occhi si inumidiscono e la mia voce si rompe. Per la mia debolezza sono costretta a distogliere lo sguardo e concentrarmi su altro, così mi volto e prendo le distanze.
Egli mi si avvicina, ma io mi alzo di conseguenza ed evito il suo sguardo. Quando sono sicura di avere la situazione sotto controllo, ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Deve capire quanto mi ha fatta soffrire.
Lo osservo come facevo una volta e vengo subito attratta dai suoi occhi.
Egli è un signore di bell'aspetto, da un'imponente presenza. I suoi capelli hanno una sfumatura particolare di biondo, diversa da mio fratello, più chiara e sono ricci abbastanza da immaginarli soffici e qualche chiocca ricade ribelle sulla sua fronte. Ma i suoi occhi. I suoi occhi sono la prima cosa che ti affascina. Il loro colore è quello del mare cristallino, così limpidi e attrattivi che ti ipnotizzano al punto tale da essere costretti a dire sempre la verità.
Se dal suo aspetto può somigliare ad uno di quegli angeli descritti nei libri, la sua indole è completamente l'opposto. Egli è sempre silenzioso, a meno che non sia chiamato ad esprimere la propria opinione. Preferisce stare sempre in disparte, ma allo stesso tempo riesce a riempire la scena e attirare il mio sguardo. Ha un qualcosa di tenebroso.
Resta in silenzio a studiarmi ed è esattamente ciò che voglio.
Sembra che il tempo si sia fermato o meglio sia tornato a tre anni fa.
«Grower!» esclama mio fratello non appena lo vede. Io sgrano gli occhi per l'impeto di Fred. «Che sorpresa! Che ci fai qui?»
«Anderson.» risponde egli sorpreso, quasi come se tornasse alla realtà. «Sono venuto a trovarti, amico mio. Ho appena concluso un'ultima spedizione.»
«Che bello! Mi fa troppo piacere averti qui.» esclama felice Fred. «Grower, spero che tu ti ricorda di Mr. Harrison.» si volta verso il mio pretendente. «Eravamo nello stesso battaglione quando siamo stati chiamati entrambi.»
«Certamente.» afferma e si inchina. «Mr. Harrison, il nostro stratega. Come potrei dimenticarlo? Ci avete salvato non poche volte.»
«Anche se vi ringrazio per i vostri elogi, non sono una persona così utile come mi credete.»
«Oh, andiamo Brad. Non fare il modesto!» Mio fratello che fino a quel momento non mi ha rivolto la parola, adesso lo fa e io gli sorrido in modo forzato, cercando di non far trasparire il mio fastidio. «Emily, è ora di pranzare. Perché non raggiungiamo tutti insieme la casa?» mi chiede, ma è rivolto un po' a tutti.
Io annuisco molto volentieri e faccio per alzarmi l'orlo del abito per scendere lo scalino del gazebo. Quando alzo lo sguardo mi ritrovo davanti la mano di Mr. Harrison tesa verso di me che accetto con gratitudine.
Non mi è sfuggito lo sguardo truce di Mr. Grower verso il mio pretendente.
Mr. Harrison però non si allontana dopo avermi aiutata e mi offre il braccio per tutto il tragitto.
Felice e soddisfatta di poter avere un pretendente così attento mi dirigo verso casa passando tra mio fratello e il capitano Grower che mi guarda, ma senza far trapelare nessuna emozione, come sempre.
Procediamo così a coppie, una avanti e l'altra indietro, fino ad arrivare alla base della scalinata principale.
«Mr. Harrison, vi è piaciuto il giro della tenuta? Mio fratello ne va molto orgoglioso.» chiedo curiosa.
«Devo confessarvi che vi invidio. Poter vivere in una casa così bella è un privilegio dato a pochi.»
«Oh, ma potrete goderne per un po' anche voi.» lo rassicuro. «Devo confessarvi che la parte che più preferisco della casa, tra tutte quelle che avete visto, è lo studio di mio fratello. Vanta una delle più vaste librerie ed egli compra sempre molti libri per me.»
«Dunque amate davvero molto leggere?» mi chiede stuzzicato dalla mia affermazione.
«Penso che non ci sia passatempo migliore.»
Mentre io e Mr. Harrison conversiamo, mio fratello ha chiesto di servire il pranzo e attendiamo Mr. Donnel e Josh. Non accenno ad alzare sguardo verso Mr. Grower.
Ci accomodiamo a tavola.
«Adoro ricamare e passeggiare, ma se potessi scegliere, starei ore a leggere.» riprendo il discorso soddisfatta. Divento un fiume in piena soprattutto quando parlo delle mie passioni.
«Emily non monopolizzare Mr. Harrison. D'altronde è venuto a trovarci il capitano Grower.» dice d'un tratto mio fratello.
«Oh, assolutamente, Fred.» gli sorrido poi mi volto verso Mr. Grower e con grande sforzo gli domando: «Capitano, questo viaggio di ritorno è stato piacevole?»
Lui sembra sorpreso, ma risponde tranquillo. «Certamente, come ogni mio viaggio in mare. Breve o lungo che sia.» accenna un sorriso e io abbasso lo sguardo. «Posso permettermi di dirvi che la vostra dialettica è molto migliorata quando ci siamo visti l'ultima volta?»
Non so quanto mi è costato porgli quella domanda, ma questa volta sono io a sorprendermi. Non mi sarei mai aspettata questo dialogo tra noi due. Di solito se ne restava sempre silenzio, quando eravamo tra più persone. Mio fratello sembra sorpreso quanto me e sta per parlare quando invece decido di intervenire con fare civettuolo e per prolungare questo strano momento tra noi. «Certo che potete permettervi, in fondo credo che il collegio mi abbia aiutata molto a trovare questo mio...lato.» mi soffermo a cercare la parola giusta. Mi stupisco delle mie doti da attrice. In questo momento vorrei mettergli le mie mani al collo.
Per fortuna Mr. Donnel e Josh arrivano a salvare questa strana situazione e ci servono il pranzo, ma non mi sfugge il fatto che il Capitano Grower ha un simpatico sorrisetto che non ho mai visto prima.
Lo odio. Lo odio!

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