La dimora dei Charm non è effettivamente vicina alla nostra. Bisogna percorrere un bel tragitto per arrivarci. Si tratta di qualche miglio, ma dato che il percorso è dotato di un magnifico paesaggio, la passeggiata è molto piacevole. Il grande viale è segnato per dividere due enormi distese di ettari, incolti, ma non abbandonati. Di tanto in tanto si incontrano delle querce, quasi come a fare da guardia ai campi.
Di regola non potrei andare da sola, la campagna è un luogo insidioso ed è sempre bene essere accompagnata, ma a me delle regole e convenzioni, non importa un bel niente e se voglio andare a trovare un'amica non voglio costringere altre persone, che avranno di sicuro altro da fare, a venire con me.
E poi mi piace camminare da sola, anche se mi dà troppo spazio per far vagare la mia mente nei miei mille pensieri. In questo momento infatti, spero che lo splendido panorama mi aiuti a trovare le parole giuste per parlare a Jessy. Non vorrei sorprenderla parlandole improvvisamente di matrimonio, dato che non ne parliamo mai.
Abbiamo la stessa età e nessuna di noi ha trovato un gentiluomo che sia tale da sposare. Lei è la ragazza più timida che abbia mai conosciuto e difficilmente riesce a conversare fluentemente con un gentiluomo che le si avvicina. Sembra però che la situazione non la turbi. Lei non cerca l'amore, non l'ha mai fatto. Non è come me che lo cerco persino nei libri. Ripensandoci, non è una ricerca, ma più un desiderio. Un qualcosa a cui aspiro, ma se devo dirla tutta, mi piace la mia vita, anche così.
Lo so, quello a cui ho acconsentito è incoerente con quello che penso. Ho accettato di conoscere un uomo ed è intrinseca in sé la possibilità di sposarlo. Mi domando ancora perché io abbia acconsentito, ma in fondo, so darmi la risposta. Le parole di mio fratello non erano sbagliate. Ha ragione. La società non mi lascerà mai in pace se resterò senza un marito, a meno che non voglia essere definita una zitella.
Se penso che adesso avrei potuto godermi la mia vita dopo gli studi in collegio.
Ed ecco che spunta dalla collina la tenuta, Tower Hall. Le hanno dato questo appellativo per la sua caratteristica strutturale: alla fine del lato destro della struttura è stata eretta una torre. Nessuno conosce la ragione della sua costruzione e non poche leggende sono state narrate su di essa. Adesso Mr. Charm ha trasformato quella torre nella sua stanza personale, in cui svolge le sue attività amministrative. Jessy mi ha confessato che l'ha fatto per star lontano dalla voce stridula e irritante della moglie. Di certo, non posso che essere d''accordo con la sua decisione. Mrs. Charm ha la voce più irritante di tutta la contea e il fatto che sia una donna non fa che peggiorare la situazione. Le donne come lei di solito si perdono in discorsi sconclusionati con le proprie amiche, ma nessuno ha più amici di quanti ne abbia lei.
Sinceramente penso che l'ascoltino solo perché sono interessate ai pettegolezzi che adora tanto ricamare su tutti, ma se solo si soffermassero a sentire la sua voce, non ci sarebbe anima viva intorno a Mrs. Charm.
«Miss Anderson!» Sento pronunciare e alzo lo sguardo. Incrocio gli occhi di Mrs. Charm che mi saluta con la mano e mi invita a raggiungerla.
Tiro un sospiro, senza che se ne accorga e la raggiungo con il più raggiante dei sorrisi.
«Venite da questa parte, signorina.» mi invita all'interno della tenuta e mi conduce verso la stanza che le due Charm sono riuscite a riservarsi per loro. Di fatti, seduta sulla sedia accanto al camino, c'è la mia migliore amica Jessy che mi sorride e da subito il mio umore cambia e mi sento rassicurata.
Noto che sta ricamando, ma non ha esitazioni ad alzarsi per abbracciarmi.
Io ne approfitto per sussurrarle all'orecchio. «Jessy, dobbiamo parlare.»
«Certo.» annuisce e guarda sua madre. «Mamma, finiremo più tardi il ricamo. Abbiamo un'ospite. Non vogliamo di certo farla annoiare.»
«Oh, assolutamente.» Mrs. Charm che fa sempre attenzione a ciò che le persone possono spettegolare di lei, prende dalle mani il ricamo e lo porge ad una loro cameriera. Fa per sedersi anche lei tra noi, ma la figlia subito le scocca un'occhiataccia. «Oh, oh. Allora vi lascio sole.» dice imbarazzata. Mi sorride per salutarmi ed esce dalla stanza.
«Cielo. Mia madre diventa sempre più pettegola.»
Mi scappa un sorriso, ma cerco di coprirmi la bocca con la mano.
La cameriera bussa alla porta e ci annuncia che ha portato il tè. Ce lo serve e con un inchino va via anche lei.
«Forza.» mi incita Jessy, prendendo un sorso di tè. «Dimmi tutto, amica mia.»
«Jess.» sospiro. Guardo la tazza che avrebbe dovuto calmarmi, ma mi accorgo che non sta facendo effetto e per di più non riesce a farmi trovare le parole giuste.
«Emily, ma che ti è successo?» mette una mano sulla mia per tranquillizzarmi. «Non avrei mai pensato di trovarti senza parole. Di solito quando vieni mi riempi la testa, mentre adesso te ne stai lì. Ecco, non mi sembri tu.»
Ha ragione. Ha perfettamente ragione. Ma come faccio a dirle che tra qualche giorno conoscerò il mio futuro marito?
Faccio un lungo respiro e inizio a parlare. «Ti ricordi quando parlammo di un nostro futuro matrimonio? Ci dicemmo che se raggiunta una certa età non avremmo trovato un gentiluomo, non ci saremmo mai sposate.» sorrido al pensiero, ma ritorno seria quando la guardo. Sembra curiosa e mi invita a proseguire. «Beh, ai miei fratelli questo non sta bene. Hanno deciso di farmi conoscere un gentiluomo. Egli sarà presente per questa stagione ed è intrinseca la speranza di un matrimonio.»
«Che cosa?» chiede sbalordita. In effetti, è difficile da credere per me figurarsi per lei. «E quando l'hanno deciso?»
«Me ne hanno parlato qualche giorno fa.» rispondo mentre sorseggio il tè e finalmente sento la pressione allontanarsi. «In realtà il primo è stato mio fratello e in seguito ho scoperto che mia sorella era d'accordo con lui.»
«Non ci credo.» scuote la testa. «Non vi è soluzione? Non puoi conoscerlo senza promettere di sposarlo?»
«Jessy, mio fratello vuole che mi sposi.» confesso. «E poi mi dispiace per questo gentiluomo. Per quello che ne sappiamo posso solo sperare. Chi lo sa, magari potrà addirittura piacermi.»
«O magari si invaghirà di te in poco tempo e chiederà davvero la tua mano a tuo fratello.»
«Non dirlo nemmeno per scherzo. Mio fratello capirà se ne sono innamorata o meno. Potrò sposare solo una persona che amo.»
«Tu leggi troppi romanzi.» mi dice sorridendo. «Ma non pensi mai alla tua stabilità economica?» mi chiede poi seria.
«Jessy, sai che mio fratello non mi ha mai fatto pensare a questo. Conosco la mia cifra della mia dote.»
«Ma certo.» afferma posando la tazza su tavolino davanti a sé. «E devi ringraziare i tuoi avi per questa fortuna. In fondo potresti vivere anche senza un uomo al tuo fianco.»
«Mio fratello mi vuole sposata perché prima che se ne vada vuole sapermi al sicuro. L'ha promesso a mio padre.» mi soffermo a riflettere e mi avvicino a lei. «Amica mia, se solo penso alla promessa che ti ho fatto...»
«Non dirlo nemmeno. Io sono felice se lo sei tu. Sapevo che un giorno si sarebbe potuta avverare questa ipotesi. Ho sempre sperato che tu ti sposassi. Tu sei un'eterna romantica e proprio per questo non puoi rinunciare all'amore.»
L'abbraccio e la stringo forte come se da questo dipendesse la mia energia.
«Speriamo, dunque, che questo giovane sia degno di te.»
«Speriamo.» sospiro prima di lasciarla andare.
«Inoltre, sarò presente anche io per l'intera stagione e sarò al tuo fianco.» mi stringe la mano per rassicurarmi. «Non resisto all'idea di vederti di nuovo danzare.»
«Oh, Jess.»
STAI LEGGENDO
Libera di scegliere
Fiction HistoriqueQuesta è una storia che parla di una donna dell'Alta Società londinese dell'epoca Regency. Lei sa bastarsi da sola e non accetterà nulla in meno del vero amore per un matrimonio. Quando però la sua famiglia, inizia a decidere per lei, come se non a...