Capitolo 8

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Ieri sera mi sono addormentata con il sorriso sulle labbra.
Conversare con Mr. Harrison, mi ha portato i buonumore fino a sera, tanto che Fred mi ha chiesto cosa fosse successo di tanto bello. Ovviamente ho tenuto tutto per me, liquidando l'argomento e orientando la conversazione su altro.
Più parlo con Mr. Harrison e più me ne interesso. È così strano che ci troviamo a nostro agio quando ci conosciamo a malapena.
Ma il mio sorriso si spegne nel momento in cui ripenso a ciò che successo stanotte. Che il signore mi assista, ho sognato quell'uomo!
Non pensavo che il mio cervello avesse conservato il suo ricordo. In fondo, mi ha solo spezzato il cuore qualche anno fa e sono dovuta fuggire per dimenticarmi di lui. Il collegio mi ha fatto solo bene, sebbene solo in estate. Quegli inverni sono stati così duri all'inizio.
Ma il ricordo di quel sogno me lo fa immaginare in questo istante davanti ai miei occhi. Mi veniva in contro, con la sua divisa della marina, e io che stavo immobile. Non riuscivo a capire perché mi guardasse con quegli occhi pieni d'amore, se è stato proprio egli a lasciarmi con le mie illusioni da ragazza. Mi ha stretta tra le sue braccia e nel momento in cui ho sentito il suo calore e il suo meraviglioso profumo inondarmi i sensi, ho ricambiato il suo abbraccio. Mi ha abbindolata allora, ma non nel sogno.
Mi sono svegliata di soprassalto. Non potevo permettere a me stessa di comportarmi in modo così scellerato.
Se solo ci ripenso, mi arrabbio con me stessa. Decido però che questo incubo non mi può rovinare la giornata, così cerco di dimenticarlo, ricordando a me stessa che nella mia vita adesso c'è un uomo affascinante, gentile, interessato a me e subito mi torna il sorriso.
Questa mattina l'ha notato anche Emma, quando ha fatto il suo ingresso in camera mia. Succede da giorni e io sono contenta che non sia rimasta nessuna traccia di tristezza. Mentre sistemava i miei capelli mi guardavo allo specchio e mi sono massaggiata un paio di volte le guance. Sono felice che il mio pretendete sia Mr. Harrison e che sia un gentiluomo tanto umile quanto colto e intelligente. In città ha avuto la migliore istruzione che si possa ricevere, ma non se ne vanta.
Mi ritrovo a far colazione da sola, ma non me ne dispiaccio. Posso pensare tranquillamente senza dover conversare con qualcuno.
Alzo lo sguardo verso la finestra e devo ammettere che è proprio una bella giornata. Penso che andrò a trovare la mia amica Jessy. In fondo è da una settimana che non ho sue notizie. Dopo poco mi accingo a prendere il mio soprabito.
«Dove vai di bello, piccola mia?» mi domanda Mrs. Donnel, cogliendomi di sorpresa.
«Stavo pensando di far visita a Miss Charm.» le dico mentre indosso il mio cappellino.
«Sono d'accordo con te. È proprio una bella giornata.» mi dice contenta mentre mi accarezza un braccio. «Goditi la tua passeggiata, allora.»
«Grazie, Mrs. Donnel.» le do un bacio ed esco di casa.

Il sole è già alto in cielo e oggi non ci sono nuvole. Infatti la temperatura è leggermente alta e durante la camminata devo sospirare un paio di volte. Ma questo non è l'unico motivo. Un altro pensiero mi passa per la testa, ma nel momento in cui la sua immagine mi viene in mente, scuoto la testa e la elimino. Non ha nessun diritto.
Per fortuna arrivo dopo poco e come sempre vengo accolta da Mrs. Charm che mi riempie di adulazioni e inizia a spettegolare. Mi fa sorridere perché anche se passano le settimane senza vederci sembra che il tempo si fermi e la nostra amicizia resti la stessa.
Mrs. Charm è sempre felice di avermi in casa sua, ma questa volta ci vuole più del solito affinché possiamo restare sole io e sua figlia.
«Mia madre peggiora ogni giorno di più.» sospira, scuotendo la testa, non trovando altre parole per ella. «Ma smettiamo di parlarne. Piuttosto parlami del bel giovane che ti corteggia. In città non si parla d'altro.»
«Oh, Jessy. Se le voci riportano che è un uomo bello, gentile e affascinante, allora esse sono tutte vere.» confesso, leggermente imbarazzata. «È un gentiluomo intelligente e colto. È così bello conversarci.»
«Oh, amica mia. Dopo questa descrizione, non si può che adorarlo. Le voci dunque avevano un fondo di verità.»
«Oh, credo proprio di si. La sua persona non può passare inosservata.» replico trasognante.
Parliamo di Mr. Harrison e delle sue infinite doti quando cade il silenzio tra noi due. Non è strano perché ci succede, siamo amiche da tanto tempo. Ma il mio non è un silenzio di circostanza, perché c'è un ricordo che continua a infestare la mia mente. Il sogno di stanotte.
La mia espressione deve essere cambiata perché Jessy mi richiama. «Amica mia, dimmi tutto.» mi sussurra dolcemente. «Eri così contenta mentre parlavi di questo gentiluomo. Perché ti sei rattristata?»
«L'ho sognato, Jessy.» mi ritrovo a confessare con la voce rotta e un principio di lacrime nei miei occhi. «È tornato a tormentare il mio cervello.»
«Mr. Grower?» mi domanda come se già conoscesse la risposta.
Annuisco colpevole.
Lei mi si avvicina e mette una mano sulla mia. «Emily, non devi essere triste. Tu l'hai amato per tanto tempo e forse adesso che nel tuo cuore si sta facendo strada un altro gentiluomo, il tuo cervello ti gioca brutti scherzi. Lui è lontano e tu sei al sicuro qui.»
Lontano. Si, per ora, a detta dei pettegolezzi.
«Mi domando solo perché il mio cuore è così debole e me lo fa ritornare in mente anche se l'ho solo sognato.»
«Emily, dimmi la verità. Ti stai ponendo questa domanda perché tu lo ami ancora?» mi chiede lasciandomi senza parole.
«Cosa? No!» rispondo diretta. «Io non posso amarlo. Lui mi ha spezzato il cuore.»
«Io spero per te che sia vero.» mi dice preoccupata. «I tuoi occhi non dicono la stessa cosa. Io ti conosco da quando entrambe a malapena camminavamo.»
«Io non lo amo, Jessy.» replico decisa. «Ho passato dei momenti terribili per dimenticarlo. Sono fuggita da casa mia perché i ricordi con lui erano troppo da sopportare.»
«Va bene, amica mia. Ma comprendimi, io non voglio vederti di nuovo a pezzi per lui. Non lo merita.»
«Lo so.» ribatto abbracciandola. «Tu mi vuoi bene.»
«Lo puoi dire forte.» mi dice stringendomi.

Dovevo capire dall'inizio che la giornata non era iniziata bene e la serata si è conclusa ancora peggio.
Ho sperato fino a sera che Mr. Harrison venisse a trovarmi, ma nulla. Avrei suonato per lui e avrei potuto mostragli una delle mie doti. Ho suonato lo stesso, ma gli unici spettatori sono stati Mr. e Mrs. Donnel che hanno improvvisato alcuni passi di danza. Per fortuna ci sono loro che mi fanno sorridere.
Adesso che sono davanti allo specchio mentre Ella mi pettina i capelli, mi rivengono in mente tutti i ricordi.
Inizio ad essere malinconica quando ripenso ai giorni felici in cui c'era Mr. Grower. Ero davvero felice perché stavo sperimentando per la prima volta l'innamoramento. Egli tornava qui da me ogni volta che poteva. Mi leggeva alcuni passi del romanzo che stavo leggendo in quel momento o a volte conversavamo. Il più delle volte lo lasciavo parlare solo per ammirarlo. È un uomo di bell'aspetto, questo non lo si può negare e aveva delle capacità che mi avevano attratta di più: mi faceva sorridere e sentire amata.
Mi ritorna in mente quando mi baciò per la prima volta. Quello non fu solo il nostro primo bacio, ma fu il mio primo bacio in assoluto. Mi ricordo ancora la leggera pressione delle sue labbra sulle mie mentre con una mano mi stringeva a sé e con l'altra sul mio viso. Quasi mi scoppiò il cuore per le sensazioni che mi suscitava. Il fatto che eravamo nascosti e che nessuno ci avrebbe potuto vedere, rendeva quel bacio ancora più speciale. Per fortuna nessuno l'ha mai saputo.
Mi tormento le labbra, stringendole tra i denti, al pensiero di questo ricordo e quando sento il mio cuore spezzarsi mi scende una lacrima solitaria.
«Oh, vi ho fatto male, signorina?» mi domanda Emma preoccupata.
«Oh, no no.» mi affretto a rispondere per tranquillizzarla. «Credo di avere qualcosa nell'occhio.» continuo, ma decido di alzarmi e lasciarla andare. «Emma, ti ringrazio, ora sei libera di andare.»
«Buonanotte, signorina.» si inchina e va via come ho richiesto.
Mi infilo sotto le lenzuola e le stringo a me per trovare un conforto, ma a nulla serve quando le lacrime scendono a fiotti, senza che io riesca a fermarle. Mi ritrovo a piangere e singhiozzare mentre mi passano davanti le immagini di Mr. Grower.
Che sciocca! Mi ritrovo a pensare a lui anche solo dopo averlo sognato e questo penso sia un chiaro segno del fatto che io non l'abbia dimenticato.

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