Vago per la tenuta, senza una metà precisa. Sono arrivata inconsapevolmente al secondo piano dove ci sono i quadri di mia madre e mio padre. Grazie a quest'ultimi ho potuto capire a chi assomiglio. Logicamente sono la copia esatta di mio padre. I capelli ricci biondi che io porto sempre in una pettinatura alta, gli occhi scuri che sembrano due fessure da lontano, ma se li guardi da vicino sono talmente profondi che quasi toccano l'anima. I tratti del suo viso sono più marcati, mentre i miei sono più addolciti. Questa caratteristica l'ho ereditata da mia madre proprio come quel suo piccolo nasino all'insù. Non ho la pretesa di giudicarmi bella, ma una cosa è certa. Lei lo era. La donna più bella che abbia mai visto. Era l'esatto opposto di mio padre: i suoi occhi erano azzurri come l'oceano e i capelli di un nero corvino e il contrasto, lasciava tutti senza fiato.
In questo ritratto con mio padre, ha uno sguardo così innamorato e innocente che mi fa sognare ogni volta che la osservo. Era vero amore tra quei due e lo si vedeva. Se ne sarebbe reso conto anche un cieco come se l'aria che li circondava raccoglieva il loro sentimento per trasmetterlo agli altri.
Stranamente quando li penso, non mi vengono le lacrime. Forse perché ho pianto talmente tanto quando l'ho saputo che il dolore che ho provato è diventato forza per affrontare la situazione. Mi sono convinta che loro vivranno sempre nel mio cuore finché io riuscirò a ricordarmi di loro. Ed è per questo che li cerco sempre: nei quadri o nelle parole delle persone che mi parlano di loro. Non smetterò mai di farlo.
Mi allontano e cammino ancora, riflettendo su tutto quello che starà per succedermi.
Ci sono giorni in cui una persona non ha voglia né di leggere né di conversare ed oggi per me è così. La mattinata è passata per fortuna, anche se lentamente, ma in questo momento non ho voglia nemmeno di prendere il ricamo dal punto in cui l'ho lasciato ieri.
È una bella giornata e potrei approfittarne per far una passeggiata nel bosco qui vicino, penso tra me e me. Però non appena rifletto sull'idea di camminare, l'elimino dalla lista delle cose che potrei fare.
Continuo lungo il corridoio, fino a che non arrivo alla camera preferita dei miei genitori: lo studio di papà. Il suo nome mascherava solo il fatto che fosse sua, perché questa stanza era riservata a loro due. Mia madre adorava far compagnia a mio padre mentre scriveva le lettere o si occupava dei conti della tenuta e certamente a papà non dispiaceva alzare gli occhi e trovarsela lì, davanti a sé.
Mia madre era solita sedersi su una poltrona vicino la finestra che dava sul suo piccolo giardino davanti la tenuta e in modo da essere di fronte la scrivania di papà.
Mi hanno raccontato che lì passavano la maggior parte delle loro giornate. Quanto avrei voluto vederli e ammirare il loro amore. Papà le dimostrava il suo affetto ogni giorno. Con un bacio, una carezza, con i fiori che tanto piacevano alla mamma, oppure con una lettera a sorpresa. Cercava qualsiasi mezzo per farla sorridere. Mrs. Donnel mi ha raccontato così tanti di questi piccoli aneddoti che a volte mi sembra di averli vissuti. Sono stata troppo poco tempo con loro. La morte li ha strappati da me quando io ero troppo piccola e non potevo ricordare.
Apro lentamente la porta per non farla scricchiolare e farmi scoprire di nuovo a curiosare. Mio fratello mi ha avvertita tante volte di stare lontana da qui, ma io non posso farci nulla. Sono come calamitata verso questa stanza e senza che me ne accorga ritorno sempre qui. Non so il vero motivo. Forse è perché ho come la sensazione di avere i miei genitori più vicino e un po' mi sento al sicuro, quindi non capisco la ragione per la quale io dovrei rinunciare a venire.
Arrivo alla poltrona e la tocco. Già sento di essere con mia madre e la immagino a sorridermi. Dicono che fosse la padrona più buona che ci potesse essere in tutta l'Inghilterra e ciò mi fa sorridere e sentire orgogliosa. Prendo il suo posto sulla poltrona, ma poggio le gambe su un bracciolo e la schiena sull'altro e infine la fronte sulla spalliera, per aver una bella vista sul giardino. Questa, però è anche la mia posizione abituale quando leggo o sono sola. Infatti quando sono in presenza di signori o visite sono costretta a star seduta con la schiena dritta e i piedi a terra. Quando sono sola o con mia sorella o mio fratello, mi lascio andare e loro non mi giudicano.

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Libera di scegliere
Fiction HistoriqueQuesta è una storia che parla di una donna dell'Alta Società londinese dell'epoca Regency. Lei sa bastarsi da sola e non accetterà nulla in meno del vero amore per un matrimonio. Quando però la sua famiglia, inizia a decidere per lei, come se non a...