Capitolo 17

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È assurdo che io per un pettegolezzo debba rinunciare alla mia storia d'amore.
E questo che mi ripeto giorno dopo giorno, ora dopo ora. Non è possibile che sia
finita cosi.
Non è reale.
Non lo accetto.
Quanto vorrei che Lady Whistledown scrivesse una smentita, che scrivesse che si è
sbagliata. E assurdo che sappia tutto di tutti.
Sono giorni che resto chiusa in camera a piangere, ma voglio smetterla di autocommiserarmi.
Voglio uscire, prendere una boccata d'aria e magari tornare a leggere un bel libro.
Charlotte è andata via da giorni e tornerà per il matrimonio di Fred. Purtroppo aveva ancora dei dolori lancinanti allo stomaco. Il medico le ha consegnato altre medicine e il mare. Infatti presto partirà con il marito per Lyme.
Forse anche lei ha bisogno di serenità e un cambio d'aria non può farle che bene.
Fred è già in giro per la tenuta quindi Hester è da sola in giro per casa. Chiamo Emma, la mia cameriera e le chiedo di aiutarmi vestirmi mentre mi informo dove fosse Hester.

Siamo finalmente al parco ed è una liberazione.
Non ho più nessuna voglia di stare chiusa in quella stanza e piangere.
Non voglio più permetterlo. Anche io voglio essere felice, come è giusto che sia.
«Sono felice che sei riuscita ad uscire.» mi dice dolcemente Hester quando mi accarezza un braccio.
Stiamo percorrendo il sentiero lungo il lago ed è un tratto che amo percorrere per il paesaggio e la tranquillità.
«Mi sono commiserata abbastanza. Credo di avere il diritto di essere felice.» replico decisa.
«Certo che lo hai.» ribatte Hester sorridente. «Presto troverai quello che cerchi.»
«Hester, credo che Fred abbia avuto ragione dall'inizio. Avrei dovuto sposare Mr. Harrison.»
«Ma tu non lo ami. Non puoi rinunciare alla tua storia d'amore.»
«A che scopo? Dove mi ha portato seguire il cuore?» dico sconfortata. «D'ora in poi darò ascolto solo alla mia mente.»
Mi guarda dubbiosa. Lo so che la pensa molto diversamente da me e non è d'accordo. Io però resto ferma nelle mie decisioni, rimuoverò la parola "amore" tra i miei concetti.
«Spero che tu torna sui tuoi passi e capisca che ti stai sbagliando.»
Resto in silenzio e ammiro il panorama.
Diverse persone ci passano accanto e ci salutano, ma lo leggo nei loro occhi: il giudizio e i pettegolezzi. Se odio una cosa sono proprio i pettegolezzi, come se le persone non avessero altro da fare che parlare alle spalle degli altri.
Lo odio.

Quando torniamo a casa, troviamo Fred e Mr. Harrison che conversano in salotto. Si alzano entrambi al nostro ingresso e Mr. Harrison si inchina verso di me. Non posso nascondere la sorpresa.
Hester si avvicina al suo futuro marito e io a Mr. Harrison.
«È un piacere rivedervi, signorina Anderson.» mi saluta egli mentre ci accomodiamo sul salottino.
«Il piacere è mio.» gli sorrido. Sono felice di rivedere una faccia amica, ma soprattutto sono felice che possiamo rivederci come amici.
Mi verso una tazza di tè mentre egli sorseggia la sua. «Cosa vi porta qui?» gli chiedo curiosa.
«Alcuni affari con vostro fratello.» replica sincero. «ma non nego che speravo di vedervi.»
«Immagino sappiate ciò che dice di me.» replico un po' imbarazzata e distolgo lo sguardo.
«Voi non avete colpe, non avete fatto nulla per essere in imbarazzo.»
Mio fratello ed Hester si alzano e ci comunicano che avrebbero provveduto a dare istruzioni per la cena. Ovviamente Fred invita Mr. Harrison ad unirsi a noi.
Non ha nessuna paura a lasciarmi sola con egli poiché si fida, ma soprattutto vuole lasciarci soli.
Non ne sono dispiaciuta, anzi parlarci in privato mi fa sentire più libera.
Resto in silenzio non sapendo come continuare. Ho iniziato io il discorso, ma adesso non so come continuarlo.
«Speravo davvero che Grower vi rendesse felice.» Mr Harrison rompere il silenzio.
«Lo credevo e speravo anche io.» confesso sconfitta.
«È stato egli a sbagliare, non voi. Non potevate né avreste dovuto fare qualcosa affinché le cose andassero diversamente.»
«Voi lo conoscete. Pensate che sia capace di fare una cosa così?»
«Io non lo conosco abbastanza da dire se sia capace o meno, ma so che non meritate di stare qui a domandarvi questo e continuare a farvi del male. Credo che dobbiate dimenticarlo e andare avanti. Credo che una persona davvero interessata abbia occhi solo per voi e abbia voglia di danzare solo con voi.»
«Avete ragione e forse non dovevo farvi quella domanda.»
«Se è di un amico e una consolazione di cui avete bisogno, io sarò qui per voi. È a questo che servono gli amici.»
«Grazie, Brad.» mi spingo e lo chiamo per nome per la prima volta. «Posso chiamarvi così?»
«Solo se io posso chiamarvi Emily.»
Gli sorrido e annuisco. Solo ascoltarlo mi ha messo di buon umore.
Gli chiedo del suo cagnolino e mi promettere che l'indomani lo avrebbe portato con sé.
Restiamo ancora li a parlare, quando veniamo interrotti da Mr. Donnel che ci avvisa che presto la cena sarà servita e insieme ci dirigiamo in sala. Come un cavaliere mi offre il braccio e così entriamo insieme.
Vedo gli occhi di Fred quasi brillare al nostro ingresso mentre Hester mi sorride poiché mi vede più serena. La serata continua e si conclude nei migliori dei modi.
Finalmente riesco ad addormentarmi con il sorriso sulle labbra, solo grazie a Brad.

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