Lo bacio.
E non penso ad altro.
Lo bacio e mi perdo tra le sue braccia.
Mi aggrappo a lui, stringendo i suoi riccioli tra le mie dita e intensifico il nostro bacio, come facevo anni fa.
Egli felicemente sorpreso mi abbraccia stretta e io gli porto le braccia al collo.
Stacca per un attimo le labbra dalle mie e io acquisto un po' della mia lucidità.
«E Miss Shelf?», gli chiedo lasciandolo un attimo interdetto.
Subito però egli ritorna sulle mie labbra.
«Non mi importa di lei, mi importa solo di te», sussurra deciso, prima di baciarmi come ha sempre fatto. La mia lucidità va completamente in frantumi.
I suoi baci mi sono mancati. Le sue labbra sono morbide e la sua barba ruvida mi pizzica il viso.
È esattamente come tre anni fa. Mi sembra che il tempo non sia passato. Adesso come tre anni fa, ci baciamo qui, nascosti da tutti. Uno dei momenti solo nostri.
È come tornare a casa.
Ho il cuore che mi sta esplodendo. Troppe emozioni, tutte in una volta.
James, mentre gioca con le mie labbra, cerca le mie gonne e le tira su. Mi prende una gamba e la porta a sé per accarezzarla.
Tremo e ho i brividi.
Desiderio.
È ciò che aleggia nella mia mente.
Lo desidero, come lo desideravo tre anni fa.
Mi stacco e ci guardiamo negli occhi. Ho le lacrime e le labbra gonfie.
Egli continua ad accarezzare la mia gamba e ciò mi provoca la pelle d'oca. Non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione e infatti sento di nuovo la familiare pressione del suo membro contro il mio interno coscia.
Mi sto eccitando al pensiero che dopo tanti anni, io riesca ancora a provocargli questa reazione.
«Non puoi nemmeno immaginare quanto tu mi sia mancata.», mi sussurra sulle labbra.
Non mi sembra vero poterlo baciare e accarezzare così. Presa dall'impeto tiro su l'altra gamba e mi ancoro ai suoi fianchi.
Egli sembra impazzire e la sua presa diventa più forte.
Mi fa segno di tenermi mentre si libera dei pantaloni. È un chiaro segno di dove andremo a finire.
Come allora, così oggi.
Sono pronta ad accoglierlo.
Non è la prima volta, ma mi sono concessa a James tanti anni fa.
E lo rifarei altre mille volte, così come in questo momento.
«Anche tu mi sei mancato», gli confesso sopraffatta.
Non importa di nulla, né della mia reputazione né di nessun altro. Mi importa solo di lui e di star bene adesso.
Le sue mani salgono sempre più su fino a trovare il mio punto più sensibile.
Soffoco un gemito nel incavo del suo collo.
Sono perdutamente, immensamente e follemente innamorata di James.
Fino a perdermi in egli e con egli.Corro via con ancora la sensazione delle sue labbra sulle mie. Mi guardo intorno mentre mi dirigo verso la mia casa, sperano di passare inosservata.
Arrivo nella mia camera ansimante e chiudo la porta a chiave, poggiandomi su di essa per riprendere fiato.
Dalla finestra i festeggiamenti continuano e i musicisti esprimono tutta la loro arte.
Sono riuscita a non incontrare nessuno e mi sento sollevata. Sarebbe stato difficile spiegare lo stato della mia acconciatura e le mie guance rosse.
Mi avvicino allo specchio e vedo la mia immagine riflessa.
Non sembro nemmeno io. Non mi vedevo così da ormai tre anni e mi fa un certo effetto rivedermi così.
Mi vedo bella anche se sembro un disastro.
È il mio capitano a farmi sentire così e mi viene da sorridere.
Sono bellissima.
Quante volte me lo ha ripetuto?
Lo ha fatto talmente tante che mi ha convinta di esserlo per davvero.
Ho sognato tanto di poter rivivere quel momento che adesso non mi sembra ancora vero.
È stato magico. Il suo tocco caldo, deciso e dolce allo stesso tempo.
Mi era mancato. Avrei voluto durasse in eterno.
Abbiamo rischiato e forse proprio questo ha reso il tutto più eccitante.
Gli anni, per fortuna, ci hanno insegnato a non fare troppo rumore.
Una signorina per bene non dovrebbe osare fare questo tipo di pensieri, ma se dovessi essere essere etichettata in certo modo, voglio almeno godere di ciò che dicono i pettegolezzi.
Mi sistemo per la notte e la musica piano piano si affievolisce e gli invitati vanno via, segno che i festeggiamenti per il matrimonio sono terminati e che tutti stanno andando a letto.
Mentre mi pettino i capelli seduta davanti allo specchio, vedo la finestra aprirsi e io mi allungo per vedere il vento fino dove la fa arrivare.
Quando mi accorgo che non è stato il vento, ma il mio capitano, mi fermo e sorrido.
Aspetto che sia al sicuro e nascosto dalle tende per abbracciarlo.
Dopo poco lui ricerca le mie labbra e vengo pervasa da una sensazione familiare.
Questa scena si è ripetuta tante volte, tre anni fa, che mi sembra di essere tornata proprio a quei momenti.
«Non avrai pensato che ti avrei fatta dormire da sola stanotte?», mi domanda egli come se fosse ovvio.
«Dormire? E chi dormirebbe stanotte?», ribatto maliziosa.
Egli sorride e mi attira tra le sue braccia, tra le quali mi perdo nuovamente.
«Ti ho lasciato così tanti ricordi?», mi chiede il capitano Grower con fare scherzoso e annesso un sorriso malizioso.
«Puoi scommetterci.», ribatto convinta.
Ridiamo insieme.
«Io ti amo, Emily», mi dichiara spontaneamente senza remore. «E stanotte ti prometto che non dormiremo.»
Si avventa sulle mie labbra senza aspettare una mia risposta e io glielo lascio fare poiché lo desidero ancora.

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Libera di scegliere
Historical FictionQuesta è una storia che parla di una donna dell'Alta Società londinese dell'epoca Regency. Lei sa bastarsi da sola e non accetterà nulla in meno del vero amore per un matrimonio. Quando però la sua famiglia, inizia a decidere per lei, come se non a...