La nuova Lady

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«Sarah» mi giro dal lato di Dilan, come sempre, ogni notte a fianco al mio letto con il suo solito orsacchiotto.
«Un altro incubo?» domando con un sorriso mentre stropicciò l'occhio e scosto leggermente il piumone.

Corre subito al mio fianco portando le coperte fino al mento, mentre il suo orsacchiotto Bubu viene stritolato.

Ritorno con la testa sul cuscino mentre abbraccio mio fratello.
«Non preoccuparti piccolo Dilan, la tua Sarah è qui a proteggerti dai mostri cattivi» ridacchiò mentre pian piano chiudo gli occhi sentendo la sua piccola manina stringermi il braccio che lo circonda.

«Anche da papà Sarah? Lui è cattivo anche con la mamma» infila la testa nell'incavo del mio collo mentre prendo un bel respiro.
Ormai le mie domande non fanno altro che aumentare.
«Si piccolo Dilan, anche da papà. Ora dormi altrimenti domani non andiamo a mangiare il gelato dopo scuola» li bacio la testa e appena sento il suo respiro regolarsi chiudo gli occhi anch'io.
*

«Josef smettila, sono solo dei bambini, sono i tuoi figli!» sento le urla di mia madre dall'altro lato della porta della loro camera.

Ormai da mesi che mia madre piange mentre papà gli urla da dietro.
Dilan anche se ha solo cinque anni nota ogni cosa, dagli occhi rossi, ai piatti rotti in cucina ai barattoli di medicine sparse per la camera dei miei, e per questo che ha sempre incubi la notte.

«Devono imparare a vivere, non cresceranno rammolliti come sua madre. Guardati: ancora in pigiama con quello sguardo da fare vomitare e ti chiedi perché mi scopo le puttane nel nostro letto!» sento un piccola risata, il pianto di mia madre e poi vedo la porta aprirsi.

Io rimango ferma, immune, con la bocca stretta e lo sguardo da arrabbiata. Avrò 11 anni ma ormai ho imparato a fronteggiare mio padre, ogni volta che urla addosso a mio fratello o a me quando non stiamo a quel maledetto tavolo.

«E tu? Non dovresti essere in camera tua?!» urla mentre il suo sguardo mi vorrebbe bruciare viva per la sfacciataggine di aver origliato.

«E perché? Tanto te ne stavi andando via, vero papà?» le mani le stringo a pugno mentre nella mia testa appare la scena di me che inizia a sferrare calci e pugni.

La sua bocca si trasforma in un sorriso, sorriso che farebbe invidia anche a Jax lo Squartatore.
«Piccola insolente! -si piega sulle sue ginocchia così da avermi faccia a faccia- Io e te faremo grandi cose piccola mia, grandi cose.» Fisso quegli occhi così verdi come i miei mentre la sua mano tira i capelli castani che pian piano diventano sempre meno brillanti.

«Non m'interessa, voglio solo che la smetti di trattarci male, tu non ci vuoi bene! Sei cattivo papà, tanto cattivo! » urlo mentre stringo ancora di più i pugni e incollo i miei stivaletti al pavimento.

Sono pronta per lo schiaffo ma questo non arriva.
«Ma io ti voglio bene piccola mia, per questo tu sarai sempre con me, in ogni mio passo, imparerai tanto. Sei un Holderton, lo sarai sempre» le sue grosse mani afferanno i miei piccoli bugni e dopo tanto tempo mi stringe a sé tra le sue braccia.

Quel calore, quel calore che ho sempre sognato di avere e solo rare volte ricevuto, ora lo sento e anche se dovrei combattere non lo faccio, rimango immobile.
«Sei l'unica cosa che mi è rimasta Sarah» sussurra all'orecchio e non mi resi conto che quelle furono le ultime parole d'amore che mio padre mi riservò.

Apro di scatto gli occhi e alzo la testa lentamente.
Noto solo ora che mi trovo nel maledetto garage di casa.
Porto una mano sul collo per massaggiarlo e pian piano mi alzo in piedi.

SCOMMESSA MORTALE(IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora