L'Aquila.
L'Aquila mi ha sempre fatto paura, mi intimidiva con quell'aria che aveva mentre le sue ali erano libere nel cielo, con quello sguardo imperiale, come se volesse dire: io comando, io decido, io sono superiore a te.L'Aquila che strano animale, così strano che mi incuriosiva. Isolata da tutto, si proteggeva nel punto più alto di una montagna per controllare ogni cosa, tutti la temono, la venerano ma lei rimane sola nel suo mondo, nella sua bolla, senza chiedere un aiuto perché lei è l'unica in grado di farcela da sola.
L'Aquila. Quella stessa aquila che mi sono tatuata sul petto, perché piaceva il disegno, perché mi faceva sentire più forte.
E forse lo è, per il semplice fatto che non mi piacciono più le farfalle, troppo delicate, troppo timide. È passato del tempo da quando quell'inchiostro è inciso in maniera indelebile nella mia carne eppure solo ora mi rendo conto che il destino inconsapevolmente a mischiato le carte.
Io che di potere non volevo sapere nulla, ora mi ritrovo seduta su questa maledetta poltrona, a controllare come un aquila, a comandare come un aquila ma soprattutto a sentirmi forte come lei.
Ed ecco cosa ha fatto il destino: ha mischiato per l'ennesima volta le carte della mia vita, ingrato fin ad ora del dolore che mi ha causato.
Sbuffo sonoramente mentre accartocciò l'ultimo foglio con i schifossimi conti di uno dei tanti locali notturni.
Ormai diventato un gesto automatico da due settimane: accartocciare e gettare.
Due settimane.Se qualche mese fa in due settimane è successo di tutto, ora, invece, non accade un bel niente.
Voglio dormire e rimanere da sola tutto il giorno, mi infastidisce ogni cosa: dalla voce di Gemma allo sguardo di Blacke sdraiato o seduto molte notti di fronte a me guardandomi e cercando di capire dove fosse il mio problema della mio insolito silenzio che ormai mi accompagna.
Ma di dormire il mio cervello non ne vuole sapere perché appena le mie palpebre si chiudono, quelle maledette immagini, i colpi e le mie urla mi fanno svegliare di scatto.Già. Che vita di merda!
Sfoglio svogliata il libro dei conti, mentre con una mano gioco con la penna.
Sbuffo.
Prendo la mia solita sigaretta e accendo.Prima che la penna possa posarsi sul foglio davanti a me, il telefono dello studio inizia a squillare.
Fantastico! Un altro cretino che non sa fare il proprio lavoro.
«Pronto?» dico non staccando i miei occhi dal foglio e firmando.
«Sarah sono Nick» quell'uomo ha sempre un tono di voce calmo e rilassante ogni volta che ci parlo.
«A cosa devo il piacere di questa chiamata?» afferro il mio telefono e scrivo un messaggio a TJ, ormai diventato il mio uomo fidato, di andare a controllare di persona il Paradise.«Sono in città e pensavo di vederci per una cena»
«Si perfetto perché ho bisogno di farti vedere dei documenti. Vediamoci al ristorante sulla ventiduesima, in centro»
«Perfetto, a stasera»
Riattacco.Sospiro per l'ennesima volta.
Nicolas Donald è risultato un ottimo alleato e anche amico.
Sempre pronto a mettere una buona parola con la "vecchia scuola" sul mio nuovo e inesperto operato.Ma ora c'è un problema. Avvisare Blacke e sinceramente non ho proprio le forze di giustificare una cena di affari e amicizia per la sua insana gelosia.
Afferro il mio telefono e schiaccio in rubrica il nome di Blacke.
Uno squillo.
Due squilli
Tre squilli.«Piccola scusami ma ero impegnato con una marmitta. Tutto apposto? È successo qualcosa?» domanda allarmato come se fossi un guscio d'uovo e questa cosa mi fa andare fuori di testa.
«No, volevo solo dirti che non torno a casa stasera rimango qui» dico fredda ma ormai non credo sia un problema, gli rispondo così da quel giorno.
«Oh, okay» immagino già il suo volto, la mandibola indurita.... Mi dispiace di essere così, di essere diventata di ghiaccio, Pian pian di assomigliare a mio padre.
«Ora scusami ma ho del lavoro da finire» mi dice prima di riattaccare.
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SCOMMESSA MORTALE(IN REVISIONE)
Fiction généraleDimenticate le storie della brava ragazza che salva dai suoi demoni il suo amato. Dimenticate le storie dove c'è sempre un lieto fine e fu "l'amore supera ogni cosa" Dimenticate le storie dove c'è qualcuno a coprire le spalle dell'altro. Nel mondo d...