Sarah
Lo sapevo che doveva succedere qualcosa e appena ho messo i piedi li dentro non volevo crederci.
Di certo non era il Blacke che avevo conosciuto poche ore prima, pieno di rabbia disumana vedendo che ad ogni pugno che buttava a quel povero uomo ormai privo di sensi, lui era divertito.Dopo che i miei piedi hanno calpestato l'ultimo mattone di quello stabile, ho detto ha Trevor che il mio compito era finito lì e che mio fratello Dylan aveva istinto il suo debito.
Non gli ho dato il tempo di una risposta, anzi in realtà non la volevo sentire proprio.
O accetta quello che ho detto o lo accetta, non amo ripetermi in quello che dico e che faccio e lui lo sa, lo sa perfettamente.La mia testa, mentre percorro le vie della città, è immersa in un solo pensiero: Blacke e cavolo, cavolo mi sento che mi sia incasinata ancora di più la vita.
Ma per forza con uno come lui dovevo andare a letto?
Premo l'acceleratore essendo la strada quasi deserta, le piccole tavole calde sono ancora aperte e si intravede qualche ubriacone o qualche mendicante lì dentro per trovare un minuto di riposo e chi solo per una semplice bevuta.Il vento della sera accarezza delicatamente le mie mani che premono sul manubrio della mia Harley ed anche se le mie nocche si spaccheranno per il freddo, mi piace questa sensazione, mi fa sentire viva.
Viva come lo erano i suoi occhi, occhi che vivevano di luce propria e poi in un attimo, un ricordo, un momento mi ritorno in mente.
Quello sguardo, quei lineamenti, li avevo già incontrati, già visti in quel modo...Era lo stesso sguardo che avevo anch'io, che portavo appresso ogni santa notte in quei maledetti locali, mentre con una mano tenevo un bicchiere di rum e nell'altra le due carte per giocare.
Forse dovevo dirglielo? Forse dovevo metterlo in guardia da chi io sia realmente? Ma in fondo io sono solo Sarah e togliendo quel soprannome io non mi sono mai sentita così libera.
Arrivo sotto casa, scendo dalla moto, e mi dirigo verso il portone. Prendo le chiavi e giro. Stasera non mi va di fare le scale,sono troppo stanca così prendo l'ascensore, pulsante,terzo piano.
La mia schiena si appoggia allo specchio dietro di me e guardo la luce a neon che trema leggermente.Le porte si aprono e vedo che la porta del mio appartamento di fronte a me è mezza aperta.
La mia mano inizia a tremare. Immagini, pensieri iniziano ad invadere la mia mente, penso a Gemma che stava dormendo sul divano, così estraggo la pistola, una Heckler & Koch p2000.Non vado in giro con la pistola ogni giorno, ma oggi poteva succedere di tutto in quel palazzo e almeno a quel poco che mi ha insegnato Trevor riesco a farci qualcosa in queste situazioni.
Non ho mai ucciso una persona ma ho visto uccidere, ho visto come un oggetto così piccolo in confronto ad un essere umano possa essere letale.
Non dimenticherò mai una sera, dopo essere tornato a casa con Trevor da una festa nel suo locale, abbiamo iniziato a farlo, come spesso accadeva ogni volta che voleva dimenticare il lavoro, e mentre lo baciavo mi punto un coltello alla gola. Mi ripeteva di ricordarmi che se una pistola uccide lo fa senza dare un senso, senza conoscere in quegli attimi il proprio nemico moribondo mentre una lama, la lama era tagliente,sottile e ti permetteva di vedere chi fosse davvero l'uomo accasciato a terra che implorava pietà, vita.In quel periodo non mi resi conto che un uomo così non aveva nulla da spartire eppure mi ripetevo e lo ripeto tutt'oggi che anch'io in fondo non ho nulla da spartire con uomo normale, con uno che di questa merda non sa neanche cosa sia eppure io volevo cambiare, ci credevo veramente ad una vita migliore e questa speranza me l'ha data Gemma.
L'ansia aumentare ogni secondo che passa, con il piede destro apro un po' di più la porta e con il gomito, per non lasciare la presa sulla pistola, accendo la luce.
Non c'è nessuno. Continuo a camminare nel corridoio, ed entro nella prima porta a destra, dove si trova la cucina. Cerco di fare il meno rumore possibile.
Abbasso la maniglia delicatamente, la apro, la stanza è illuminata dal lampione della strada.
È in ordine come il corridoio, e la cosa non mi piace per niente. C'è qualcosa di strano.
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SCOMMESSA MORTALE(IN REVISIONE)
Ficción GeneralDimenticate le storie della brava ragazza che salva dai suoi demoni il suo amato. Dimenticate le storie dove c'è sempre un lieto fine e fu "l'amore supera ogni cosa" Dimenticate le storie dove c'è qualcuno a coprire le spalle dell'altro. Nel mondo d...