14-Veloce

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SARAH

Lui era seduto lì, sul divano con una di quelle, appiccicata tra le sue gambe, bello con la sua solita maglietta nera. Perso nel vuoto mentre i suoi gli parlano del più e del meno.

«Allora Tredici com'è mai hai scelto una moto del genere.» è Alex un motociclista, bello ma non quanto Blacke. La sua pelle rispetto agli altri è meno piena di tatuaggi e i suoi capelli sono biondi.
Mi giro verso la vetrata dell'edificio e guardo al di fuori la mia moto. Bella davvero.

«Non so, l'ho vista ed è stato amore a prima vista» .
Mi volto verso di lui e noto che dietro alle sue spalle, Blacke lo guarda storto.

Forse ho esagerato a dirgli quelle cose, forse sono stata troppo cruda ma non riuscivo a tenermi quella rabbia, quell'odio che provo per lui dentro.
Mi ha fatto sentire voluta e poi usata, mi ha fatto sentire bene e poi mi ha fatto cadere nella rabbia, nell'odio che soffoca.

Prendo un bel respiro e riporto la mia attenzione sul bicchiere di birra.

«Da quanto tempo Guidi?»
«Da quando ho deciso di scappare di casa» sorrido per poi bere un sorso.
«Tu da quando tempo sei nel club?»
«Diciamo da quando avevo diciassette anni, da quando ho deciso anch'io di scappare di casa».

Iniziamo a sorriderci a vicenda.
«Comunque vorrei salici, è sempre un Harley»
Metto la mano sul petto di Alex e mi avvicino al suo orecchio sussurandogli «se vuoi dopo ti faccio fare un giro» .
Sento il suo fiato rallentare e con la coda dell'occhio vedo Blacke avvicinarsi verso di noi a passo svelto.
Mi stacco pian piano da Alex, ed ora sul suo viso angelico si sta formando un sorriso provocatorio.
"Perché no? Perché non ora?" mi domanda.

« Alex il capo ti dovrebbe parlare ora!» la sua voce è fredda.
«Di che si tratta?» si gira verso di lui, ma i ghiacciai di Blacke sono incollati ai miei.
«Non lo so, va e basta» ringhia.
Alex si volta verso di me e con un piccolo sorriso
«si, scusami arrivo subito» mi da un bacio sulla guancia e va da Jhon.

Blacke mi afferra per il polso con forza e mi porta fuori, dietro l'edificio. L'unica luce che entrava in quel vicolo è quello del fuoco della bracie.
Mi spinge verso il muro.
«Che cazzo stai facendo ragazzina?» mi domanda come un cane rabbioso. Si avvicina a passo pesante.
Non indietreggio, non ho paura.
«A te che sembra» incrocio le braccia al petto.
«Stai scherzando con il fuoco ragazzina»
«Qual è il tuo problema? Non riesco a capirlo, cosa non hai capito di quello che ti ho detto oggi pomeriggio?!»
Si avvicina, obbligandomi ad appoggiarmi al muro.
«Sarah io, sono venuto a cercarti al porto per chiederti» si ferma, e la sua mano destra entra nei suoi capelli. È frustrato, lo vedo.
«Per chiedermi cosa Blacke? Se mi andava di avere una botta e via? Te l'ho detto quello che è successo quella sera è stato uno sbaglio, ci siamo fatti prendere tutti e due dal momento. Anzi più io che te, tu dovevi vincere un scommessa vero Blacke?
Sai è strano, di uno che parla di una scopata con i propri amici e poi gli diano anche dei soldi, non ti sembra strano Blacke?»
Ora è lui che indietreggiare mentre le mie mani lo spingono
« Ti faccio i miei complimenti, mi hai sconfitta, che cosa vuoi ora?»
Alza di scatto la testa e vedo i suoi occhi lampeggiare, ho paura ma non ho intenzione di muovermi.
Si avvicina, tanto basta che sento una scossa percorrermi lungo la schiena.
La sua bocca è troppo vicina al mio orecchio ma non mi muovo.
«Io ora voglio te, solo te. Non sai quante notti dopo quella che abbiamo passato, ho immaginato te, ho immaginato quella sera, mentre la tua bocca mi sfiorava l'orecchio, ho immaginato le mie mani sul tuo collo che scendevano giù, sempre più giù» mi sussurra. Sono ferma. Non so cosa fare, sono arrabbiata ma anche eccitata.
Il suo volto ora è difronte al mio, vicini, troppo vicini.
«E poi mi è mancata la tua bocca, i tuoi capelli ma soprattutto i tuoi occhi. Quast'occhi che non riesco a togliermeli dalla testa»
Rimaniamo fermi, senza andare avanti ne indietro.
E poi nella mente ritornano quelle parole e quell'immagine dei soldi.
Lo spintono e con passo svelto mi dirigo verso la porta del club.
Entro, tutto era come ho lasciato ed Alex mi aspetta ancora sullo sgabello.
Mi dirigo verso di lui e mi siedo allo sgabello che sta alla sua destra.
Scusami ma ho dovuto risolvere una piccola questione"
«Niente di grave spero» mi domanda
«No solo un incomprensione ma ora è tutto risolto, allora di che stavamo parlando» mi porto la bottiglia di birra, ormai calda alla bocca.

«Di andarci a fare un giro in moto, con la tua moto» sorride, ha un bellissimo sorriso.
Sorrido anch'io. "Perfetto, allora finisco la birra e andiamo"
Blacke è appena entrato, mi rivolge uno sguardo che se avesse un fiammifero con una tanica di benzina me lo lancerebbe addosso. Il mio sguardo è fisso verso di lui.

Si dirige verso la ragazza che aveva al suo fianco e si posiziona affianco a lei.
Lei lo bacia, gli morde l'orecchio. Lui rimane immobile,guardando il vuoto, il suo vuoto e poi mentre il suo sguardo è ancora fisso sulla sua figura, la sua mano afferra il viso della ragazza e la bacia, vedo la sua lingua entrare in quella bocca e vorrei solo vomitare.

Bevo le ultime gocce di birra.
«Ora possiamo andare» rivolgendomi ad Alex.
«Perfetto, guido io però. Ti porto in un posto fantastico okay?»
«certamente» prendo il giubbotto di pelle e ci alziamo dagli sgabelli ed usciamo dal locale.
Saliamo sulla moto, e provo una sensazione strana stando dietro, insicura, come se non avessi il controllo.
Accende, ma prima di partire mi prende le braccia e se le porta in vita.
«Spero che non hai paura della velocità?»
«Ho paura solo di non andare troppo veloce»

SCOMMESSA MORTALE(IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora