Avete presente quella sensazione di vivere ma essere allo stesso tempo morta? Bè per la seconda volta mi sento così, morta e viva, capace di parlare, muovermi ma non pensare.
Aspiro la cartina contente dell'erba, maledetta erba che mi fa alleggerire quella sensazione.
Chiudo le palpebre e ritorno indietro con i pensieri:
"Tic, tac,tic, tac... Il tempo scorre Sarah e tu hai poco tempo per decidere. Guarda, studia i tuoi avversari, le loro mani, i loro occhi."
"Le tue mani sono piene di fortuna piccola mia".
Le solite frasi che mi ripeteva mio padre. Sinceramente non so quando io abbia avuto questo "dono" so solo che mi era facile, se all'inizio era fortuna, per la precisione il porta fortuna di mio padre, crescendo ho imparato il gioco.
Ho visto i più grandi giocatori del mondo giocare, ho imparato le tattiche, memorizzato ogni mossa, ogni cosa di quell' inferno.
Ora sono qui e le mie mani premono sui braccioli della piccola poltroncina che c'è nel suo studio, spengo la cicca nel posacenere portandomi una gomma in bocca.
La porta si apre ed entra lui, dall'ultima volta che l'ho visto ha l'aria molto più stanca ma prova a non farlo notare.
Per Josef Holderton è importante l'aspetto,la compostezza per un uomo d'affari.«Josef mi ha detto Trevor che mi hai cercato dimmi» pacata e indifferente esce la mia voce.
«Si Sarah. Vorrei che tu leggessi e firmassi dei documenti per me»
«È uno dei tuoi trucchetti per fregarmi papy?» alzo un angolo della bocca. Da quando avevo sei o sette anni che non lo chiamavo Papy.Per un attimo il suo sguardo sembrò addolcirsi, forse al ricordo di quando mi teneva tra le sue braccia e a me non m'importava più di tanto che mi chiamasse il suo portafortuna ma solo che mi tenesse stretta, sorridendomi e accarezzandomi i capelli.
«Vorrei che leggessi il mio testamento ed un accordo» il suo sguardo ritorna subito serio abbassandolo sul computer acceso.
«Testamento? Accordi?» Gli domando incredula.Si gira con tutta la sua sedia di pelle dietro la scrivania. Toglie una piccola asse di legno dal muro, inserisce un codice ed esce una cartellina bianca.
Si volta e me la porge.
«Sto male Sarah, non mi resta molto da vivere, voglio che sia tu a continuare quello che sto costruendo,quello che ho costruito. In fondo è anche tuo, erano i tuoi soldi»
Lo guardo sconvolta. Mai e dico mai mi ha mai parlato così francamente,senza rabbia o senza odio.«Non voglio i tuoi soldi, puoi lasciarli a Trevor no?» .
Gli esce una forte risata.
«Non mi fidavo del padre e non mi fido di lui»
«Allora lascia tutto a Dilan, è tuo figlio dopo tutto»
«No. Non è come te. Tu sei astuta, intelligente,hai carattere, a volte una buona diplomatica ma più di ogni altra cosa sei Tredici. Tu hai il mio stesso sangue. Sei una pura Holderton»
«Se avessi la possibilità mi taglierei le vene per non averlo» .
Guardo il documento e poi lui. I suoi occhi iniziano a brillare.«Tu hai bisogno di soldi per la partita,non è vero? Più si va avanti e più bisogna mettere sul tavolo piccola mia, questo lo dovresti sapere meglio di chiunque» ecco il suo Jolly.
«Troverò un modo» stringo i denti, aveva ragione, il club non si poteva permettere una cifra così grossa come richiedeva il messaggio ed io non avevo abbastanza soldi.Mio padre mi guarda con un sorriso sghembo sul volto.
«Cosa ci guadagno in cambio?»
«Soldi, una bella vita, ogni cosa che desideri piccola mia ogni cosa, sarai la donna più potente dello stato e padrona di un impero, l'impero degli Holderton»
Lo guardo dritto in quegli occhi così uguali ai miei ma più duri, più freddi.
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SCOMMESSA MORTALE(IN REVISIONE)
General FictionDimenticate le storie della brava ragazza che salva dai suoi demoni il suo amato. Dimenticate le storie dove c'è sempre un lieto fine e fu "l'amore supera ogni cosa" Dimenticate le storie dove c'è qualcuno a coprire le spalle dell'altro. Nel mondo d...