Raimondo infondo sapeva.
Lui infondo l'aveva sempre saputo.
C'era qualcosa fra i suoi due polli, forse c'era sempre stato, forse era sbocciato col tempo, chi può dirlo?Riguardando i vecchi video dei suoi alunni appena entrati in casetta, capiva che forse era stato un colpo di fulmine istantaneo. Sembravano così terribilmente presi l'uno dall'altro e si conoscevano solo da pochi giorni!
Lui era stato il testimone di quell'amore dal primo giorno. Avrebbe potuto dire a tutti "io c'ero" e forse vantarsi che era anche un po' merito suo se erano capitati insieme in quella avventura che li avrebbe portati a stringere un legame così forte.
Ricorda l'appellativo di "polli" dopo le prime settimane in casetta per via delle mancate pulizie. Ricorda quella volta che aveva chiesto a Mattia di controllare le spalle del moro e aveva colto i due sorrisi complici, a cui non ave a dato peso. Poi aveva assegnato quella coreografia a Christian, "that's what I like", e lui dal primo momento l'aveva dedicata al più piccolo.
Aveva progettato un boogie per loro e si era divertito ad osservarli tutti presi dal quel ballo. Si era assicurato che entrambi stessero bene, aveva dato la sua benedizione a quella "amicizia" su cui poi avevano fatto un video. Li aveva sgridati perché pretendeva tanto da loro, come quella volta che aveva dovuto riprendere Mattia perché girovagava senza far nulla dietro a Christian che puliva.
E più ci pensava, più si chiedeva come potesse nascere un legame così simbiotico tra due persone in così poco tempo. Non capiva se c'era di più di quello che lasciavano trasparire i due protagonisti. Aveva coreografato un tango per loro, tango che non ebbero mai occasione di ballare.
Li aveva visti farsi i dispetti a vicenda, scherzare insieme, piangere l'uno sulla spalla dell'altro e poi li aveva visti venir brutalmente separati. Ed era stato bruttissimo.
Era toccato a lui comunicare al barese che sarebbe tornato a casa quel giorno stesso e che aveva solo due ore di tempo per fare i bagagli. L'unica cosa che aveva potuto fare per lui era assicurargli un banco a Settembre, cercando di sdrammatizzare con un "non c'è Chri, ma il banco lo hai". E anche in quel momento, in un momento in cui si ci aspetta l'egoismo di un "perché a me?", il più piccolo se n'era uscito parlando del suo amico.
-Non so come dirlo a Chri... - così se n'era uscito.
Ed era incredibile come lui che era un logorroico di prima categoria avesse perso d'un tratto le parole. Sapeva che sarebbe stato duro per entrambi però non immaginava tanto...
Aveva chiesto i filmati alla produzione quella sera stessa. Non riconosceva Christian e non riconosceva Mattia. Sembravano invertiti, come se qualcuno li avesse scambiati di nascosto. Era rimasto sconvolto dalla confessione del bergamasco, da una presa di posizione così forte dopo mesi che sentiva solo il più piccolo chiarire il loro rapporto. Era abituato al ballerino di hip hop chiuso nel suo mutismo, nel suo non dimostrare quanto stesse male davvero. Allora quello chi era?
Avevano registrato la puntata che sarebbe andata in onda domenica con uno Stefanelli sull'orlo del pianto ad ogni secondo. Gli aveva chiesto come stava e quello aveva capito "Mattia". Lo aveva visto sorridere amaramente prima della gara. Poi lo aveva visto volere la sua testa su un piatto d'argento quando aveva concesso l'entrata di Nunzio nella scuola.
Aveva seguito le sue giornate all'interno della casetta dopo la puntata e, all'ennesima inquadratura di lui perso con lo sguardo nel vuoto sul letto del ballerino di latino, aveva deciso di mandarlo a chiamare. Ci aveva parlato convinto di spingerlo a risollevarsi con un semplice "secondo te, Mattia vorrebbe vederti depresso?", ma non aveva funzionato.
E contemporaneamente aveva sentito il barese al telefono, che stava messo uguale o peggio del corvino. Entrambi stavano male l'uno per la mancanza dell'altro a distanza di kilometri.
E lui ci credeva, era convinto che fosse qualcosa di passeggero, "non poteva durare molto" si disse. Ma poi gli era arrivata la notizia che il moro voleva lasciare la scuola, voleva abbandonare tutto a detta sua "per tante cose". Rinunciare a un'esperienza del genere a un passo dal serale? No, non glielo avrebbe permesso così facilmente. Aveva fatto chiamare i genitori, aveva chiesto a Maria di parlarci e poi aveva fatto chiamare Mattia per convincerlo a restare.
Gli aveva chiesto di vedere il Christian di Settembre, quello che era arrivato carico e speranzoso di entrare e restarci, quello che aveva vinto le numerose sfide, quel ballerino che lo aveva ipnotizzato dal primo giorno. Gli aveva fatto promettere di tornare quello di una volta, aveva creduto a quel sorriso di circostanza palesemente finto, era cascato in quel "resto" detto solo per far piacere a qualcuno.
Ma quel ballerino di hip hop entrato il 19 settembre non era tornato, anzi aveva lasciato il suo posto a un ragazzo vuoto, spento, privato di ogni energia. A lui non stava bene. Non poteva stargli bene vedere un ragazzo buttare tutto alle ortiche. Allora si disse "magari se ne parla, se si apre, se si confida, le cose miglioreranno" ma malauguratamente non c'era modo di cavargli una parola di bocca; barricato in quel suo "non sono le critiche" e in un "non lo so" di facciata.
Il ballerino aveva affrontato le nominations di sera in sera, fino a quando non arrivò il suo turno di uscire quel 27 Aprile. Aveva ascoltato il discorso che gli aveva fatto Maria, parlandogli schiettamente e scoprendo le carte del mazzo, mettendolo davanti alla realtà delle cose, davanti a quello che non aveva saputo dire.
"Alla fine se hai smesso di ballare è perché l'hai deciso tu... C'è voluta l'uscita di Mattia, in avanti..."
-Eh lo so. - aveva risposto sincero.
Neanche due giorni dopo si era ritrovato i social pieni di foto dei suoi due polli insieme, finalmente insieme dopo due mesi di lacrime. Aveva visto i video che la signora Anna aveva postato, in cui il ragazzo ballava di nuovo con il cuore dopo tanto tempo ed era finalmente felice. E lui non poteva fare altro che compiacersene. Perciò li aveva chiamati in giorno seguente:
"Eccoli, i miei due polli" - disse, ricevendo i sorrisi luminosi degli altri due.
"Ciao, prof" - dissero all'unisono.
"Allora come state?"
"Bene!" - risero, dopo aver risposto di nuovo all'unisono.
"Sì, lo vedo e ne sono felice." - disse. "Come va il piede, Matti?"
"Bene bene, prof"
"Non sforzarlo tanto, che a Settembre devi tornare."
"Sì." - annuì timido.
"Seconda stella a destra, come va?"
"Eh, bene." - disse ridendo. "Matti, vai a vedere se la cena è pronta?"
"Sì, vado." - sorrise, annuendo come un bambino. "Arrivederci, prof!"
"Ciao, Matti." - salutò e aspettò che fosse andato via prima di riparlare. "Sei di nuovo Christian, quello di Settembre ma con qualcosa in più."
"Eh..." - rise il moro in imbarazzo.
"Che dici adesso a telecamere spente lo possiamo pure dire il motivo, no?"
"Mi mancava tanto, troppo. Quando se n'è andato, è crollato tutto, come se si fosse portato via un pezzo di me..." - fece una pausa. "Quando ci siamo riabbracciati ieri... è stato bello, è stato come ritornare a casa dopo un viaggio stancante."
"Finalmente." - disse Todaro.
"Chri, è quasi pronta la cena." - annunciò Mattia sull'uscio della porta.
"Andate va' e mi raccomando..." - disse.
"Sì, arrivederci prof."
"Ciao, prof!" - esclamò il biondino.
"Ciao ragazzi, teniamoci in contatto."
Raimondo sapeva che una volta fuori i due ragazzi sarebbero stati liberi di viversi a pieno e poi si sa da cosa nasce cosa...
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Raccolta di OS -Zenzonelli
FanficTante os su Mattia e Christian. // Tutto è frutto di immaginazione //