Come Ti Piace 3.

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Mattia non riusciva piú a guardare in faccia Anna dopo l’ultima volta… E il fatto che Christian lo avesse quasi praticamente obbligato a risalire a Bergamo per passare anche soli cinque giorni insieme gli riempiva il cuore di gioia, ma allo stesso tempo di inquietudine.



Da quando la madre del corvino li aveva beccati a “fare cose” in una delle sue pregiate sale di danza, lui non sapeva piú come comportarsi davanti a loro. Ivan gli dava l’impressione di non sapere nulla, trattandolo come aveva sempre fatto, scherzando con gentilezza. Mentre Anna lo trattava in maniera molto diversa rispetto a prima: non aveva piú quelle attenzioni nei suoi confronti, non gli sorrideva come faceva prima ma lo faceva solo se necessario o per cortesia.








Ci stava male e la situazione gli dispiaceva particolarmente dato che lui la trattava come una seconda mamma. Aveva provato a parlarne con Christian, ma lui gli diceva di ignorarla o piú semplicemente di non darle peso. Per questo motivo non voleva salire a Bergamo ma il maggiore ci teneva particolarmente tanto che non aveva saputo dire di no.







In quel momento si trovava a Roma per accompagnare sua madre a fare una visita, per poi passare a fare un saluto a una loro cara amica di Zumba che li avrebbero ospitati quella notte stessa.

“Hey, frate, sei arrivato?”

Il primo messaggio ad arrivargli, non appena riaccese il cellulare, ovviamente fu quello di Christian. Anche lui casualmente si trovava a Roma per un evento e da lí era nata l’idea di vedersi per poi risalire da lui e passare un po’ di tempo insieme.

“Ciao frate, sono appena arrivato.”

“Dove sei?” – era terribilmente tempestivo.

“Non lo so, aspe”

“Come fai a non sapere dove ti trovi, stueteco” – amava e odiava quando l’altro lo sfotteva.

“Sono in piazza,ok?”

“Ci saranno mille piazze a Roma!!! Sii piú specifico.”

“Stiamo aspettando a Vicky.”

“Menomale che la figa non ti piace, altrimenti mi sarei preoccupato dovuto preoccupare di sta palestrata salterina” –  ok, quella non era una battuta da migliori amici e il piú grande in quei giorni si stava lasciando scappare piú di una battuta di quel genere. E lo stava confondendo in una maniera incredibile, soprattutto perché non avevano parlato di quello che avevano fatto e di come si stavano comportando l’uno con l’altro (tensione sessuale apparte).

“Chi ti ha detto che la figa non mi piace?” – ovviamente non gli avrebbe dato il privilegio di averla vinta lui.

“Tu”

“Io ti ho detto che non sono proprio etero, non che non mi piace la figa”

“Matti, con la faccia che ti trovi, fidati che non sei etero” – che voleva dire?

“Perché che faccia ho?” – chiese confuso.

“Hai le labbra da pompino e la faccia su cui verrei mille volte” – che bastardo!

“Idiota, ho mia madre a tre passi da me”

“E quindi?” – ma era scemo?
“Tanto siamo giá stati scoperti dalla mia”

“NON È UNA COSA POSITIVA”

“Perché scrivi con le maiuscole?” – era proprio un boomer.

Raccolta di OS -Zenzonelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora