Amore vero

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Luigi

Torno a casa mia dopo la notte passata da Carola; sono molto confuso, non so perché l'ho baciata, forse mi andava di farlo e basta. Però le cose che le ho detto non le penso veramente, o forse sì...

<<Bentornato a casa amore mio>>

Mi tolgo le scarpe e mi avvicino a Valentina che è già seduta sul mio divano

<<Hey, sei già arrivata>>
<<Sì, ti dispiace?>>
<<Per niente>>

Si avvicina per darmi un bacio, ma la respingo; invento la scusa di avere la febbre e di non volerlgiela attaccare

<<Che hai Lu'? Sei strano>>
<<Non ti voglio attaccare la febbre, poi sono stanco voglio riposarmi>>

Mi dirigo in camera mia e mi metto a letto. É da questa mattina che ripenso al bacio con Carola: è stato bellissimo. Forse provo ancora qualcosa per lei, ma nella mia vita è tornata Valentina e lei mi attrae molto. Con lei sto bene, mi diverto, ma sarà forse il vero amore?

Tiro fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e apro la chat con Carola. L'ultimo messaggio risale ad agosto dell'anno scorso

Luigi ci stiamo facendo troppo male, io ti voglio un sacco, un sacco di bene e ci sarò sempre per te. Sempre. Ma è evidente che non possiamo provare a essere quel "di più" che tutti si aspettano, e che ho sempre voluto. Rimaniamo amici. Io ti voglio tanto bene Gigi e ti auguro il meglio

Non ho mai avuto il coraggio di risponderle; "amici", io e lei possiamo essere tutto tranne che amici. Decido ora di riprendere quel SMS e di risponderle


Credi ancora che io e te possiamo essere soltanto amici?

Carola

E cosa siamo?

Non lo so, ma è evidente che non potremo mai essere amici

Visualizza il messaggio, ma non risponde. Ho cercato di dirle solo la verità, due come noi, che hanno provato quelle emozioni, che hanno vissuto così tante cose, non potranno mai essere soltanto amici. Non lo siamo mai stati neanche quando eravamo in casetta, tra di noi c'è sempre stata una sintonia, un legame più intimo rispetto agli altri.

Quando ci siamo allontanati in casetta ho sofferto tanto, mi mancava tutto di lei. La mattina ci svegliamo a vicenda, una volta lo facevo io e un'altra volta lei. Facevamo sempre colazione insieme, discutevamo delle assegnazioni che ci davano in settimana, dei nostri problemi, dei nostri sogni e delle nostre ambizioni.

Tutte le sere aspettavamo che gli altri andassero nelle proprie camere per restare un po' da soli e parlare in serenità, in tranquillità.
Mi ricordo ancora della sera dopo la classifica di Marcello Sacchetta e del confronto che ha avuto con la Celentano. Dopo averla confortata si è rinchiusa nella sua stanza e non voleva uscire, neanche per cenare. Serena, Sissi, Rea, Nicol, Luca... tutti avevano provato a tirarla su di morale. Ma io sapevo che lei aveva bisogno di stare sola, di sfogarsi e di tenere stretta a sé Porky.

Quando avevamo tutti finito di cenare uscí dalla sua stanza e mi raggiunse per abbracciarmi.

Io, che un paio di settimane prima le avevo detto che non sentivo niente, che le avevo fatto credere che non provavo nulla per lei, la stavo consolando, le stavo preparando le piadine che tanto amava e che tanto desiderava che gliele preparassi.

Le cucinai le piadine e ci sedemmo sui divanetti arancioni sul retro della casa.

Non dissi nulla, aspettai che sia lei a proferire parola. La guardai per tutto il tempo e non potei fare altro che guadarla, me la mangiai con gli occhi e pensai a quanto fosse sbagliato che una ragazza così bella e talentuosa stesse così male e si stesse giocando la permanenza nella scuola.

Presi coraggio e mi avvicinai a lei accarezzandole i capelli

<<Grazie per tutto questo Lu', grazie per starmi sempre vicino>> le sorrisi e la abbracciai. Mise la sua testa nell'incavo del mio collo e sentii le sue lacrime sulla mia pelle. Le accarezzai i capelli, proprio come feci durante la sua ingiusta eliminazione e le lasciai un bacio sulla spalla

<<Ora basta piangere, non ti fa bene>> le asciugai le lacrime e la guardai negli occhi. Per la prima volta ero riuscito a tenere il suo sguardo, in quel momento buttai giù tutti muri che avevo creato, tutte le paure che mi avevano accompagnato sino ad all'ora. Per me era più importante prendermi cura di lei che badare alle mie emozioni e vivere nei ricordi dolorosi del passato.

<<Come ti ho già detto prima non devi lasciare da parte i tuoi schemi da un giorno all'altro, lo farai piano piano e io ti aiuterò, non ti lascio da sola. Se un giorno vorrai sfogarti, vorrai ridere, vorrai piangere, vorrai mostrare le tue coreografie a qualcuno, vieni da me e io sarò pronto a renderti felice e ad esserti di aiuto>>

Smise di piangere e mi diede un bacio sulla guancia <<Sono fortunata ad averti incontrato Gigi, ti voglio tanto bene>>

<<Anch'io>>


E ora sono qui, sdraiato sul letto di casa mia con una un'altra ragazza nell'altra stanza. Carola resterà sempre una parte importante del mio cuore e della mia vita.
Ma io non sono più in grado di renderla felice, non sono più capace di trasmetterle serenità, leggerezza e spensieratezza.

Carola merita qualcuno che la sappia rendere felice, più di quanto abbia fatto io.

Preferisco soffrire io vedendola con un altro, piuttosto che averla vicino ma facendola soffrire.

L'amore vero era lei e io sono stato un cretino a lasciarla andare.

Vorrei Soltanto Amarti ||Caroligi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora