Capitolo 18: Carlotta

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21 luglio 2021

Ormai la mezzanotte é passata da qualche minuto ed io sto sorreggendo Manuel mentre camminiamo lungo il corridoio. Raggiungiamo l'ascensore, schiaccio il bottone per chiamarlo e non appena le porte si aprono saliamo frettolosamente, sto cercando di non farci vedere da nessuno. Già é abbastanza sospetto che io giri per l'hotel con addosso solamente una camicia da uomo e un paio di tacchi, ma é ancora più strano se mi vedessero sorreggere Manuel Locatelli, campione d'Europa, ubriaco. Il ricciolino si appoggia alla parete cercando di focalizzare ciò che c'è intorno a se. Io respiro molto rumorosamente, sono in ansia, non solo perché potrebbero vederci, ma anche perché dopo dovrò mentire a Gigio per la prima volta e questa cosa mi turba ancora di più del fatto di essere colti in fragrante. Quando arriviamo al piano terra, le porte si aprono, io esco lentamente cercando con lo sguardo qualcuno nella hall, fortunatamente non c'è anima viva, così trascino Manuel fuori dall'ascensore e poi direttamente in giardino. Cerco una panchina abbastanza isolata, che non abbia lampioni vicino, in modo da stare tranquilli nella penombra. Dopo un paio di minuti di ricerca ho trovato una panchina che fa al caso nostro e lo faccio sedere.

"Pensi di spiegarmi per quale stra cazzo di motivo hai bevuto anche sta sera?" gli chiedo con un tono tagliente.

"In realtà non ho bevuto tanto" biascica.

"Manuel non dire stronzate. Non riesci nemmeno a stare in piedi da solo!" grido esasperata. Devo regolarmi, non voglio dare spettacolo.

"Ok...a cena ho bevuto un bicchiere di rosso e poi avevo ancora voglia, così ho bevuto un amaro" continua a mentirmi.

"Ok se non mi dici la verità ti lascio qui da solo" dico dandogli le spalle.

"No, non andartene. Ti prego" mi supplica.

Mi volto verso di lui e lo guardo aspettando delle spiegazioni plausibili.

"Dopo la cena Thessa era stanca, l'ho accompagnata in camera nostra e le ho detto che andavo a fare due passi. Ho camminato fino al supermercato più vicino e mi sono comportato da bere, ho bevuto, poi sono tornato in albergo e il resto della storia lo sai già" mi spiega.

"Gesù, il tuo problema sta diventando sempre più grande. Almeno prima bevevi solo quando perdevi, adesso eccedi sempre perché non sai fermarti" brontolo facendo girare gli ingranaggi del mio cervello cercando una possibile soluzione.

"Io credo di sapere perché ho bevuto così tanto, pur non essendoci una sconfitta di mezzo" mormora il calciatore.

"Saresti così gentile da dirlo anche a me?" domando sarcasticamente.

"A cena abbiamo fatto lo stesso discorso che avevamo fatto a pranzo tutti insieme...quello sui figli. T ha cominciato a fantasticare su un possibile bambino. Diceva cose come...sarà maschio o sarà femmina, avrà i capelli più simili ai suoi o ai miei, come se avesse già un bambino nella pancia. Io me la sono fatta addosso, non sono pronto a diventare padre e questa sua fantasia mi ha messo in allarme" confessa.

"Non potevi dirlo direttamente a Thessa? Sono certa che se le dicessi le tue preoccupazioni lei capirebbe, magari anche lei le ha e le potreste affrontare insieme, invece di andarti ad ubriacare e venire a bussare alla mia porta" gli sottolineo il suo comportamento inaccettabile.

"Stavate scopando?" mi chiede schiettamente.

"C'eravamo quasi, dovevo solo togliermi le mutande" rispondo spazientita.

"Quindi sotto la camicia hai solo le mutandine?" domanda facendo un sorrisetto sornione.

"Contieni i tuoi ormoni Loca, che se mi fai girare le palle ti castro, così non hai più la preoccupazione di diventare padre" ribatto acida.

Doppietta //Manuel Locatelli//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora