Capitolo 27: Carlotta

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11 ottobre 2021
Matteo non mi ha ascoltato e ha fatto venire a Parigi anche i miei genitori, lo avevo pregato di non farlo, ma lui come al solito non mi ha ascoltato. Fortunatamente non possono rimanere tutti nella mia stanza, così hanno deciso di fare a turni. Quando arriva la colazione con me c'è mio fratello, la persona che proprio non volevo. Adesso mi costringerà a mangiare, ma io non ho voglia. Il mio stomaco é chiuso in una morsa e non riesco ad ingerire nulla, ma quel testone non lo capirà ed insisterà. Poi inizierà a farmi la predica dicendo che sono finita in ospedale perché non mangio, ma lui non sa tutto il resto.

"Dai mangia quel budino al cioccolato, è piccolino" mi incita Matteo.

"Dammi tempo, per me é molto difficile" mormoro.

"Scusami un attimo, mi stanno chiamando. Torno subito e cerca di finirlo per quando torno" mi dice mio fratello in tono autoritario.

Continuo a fissare la mia colazione. Non mi va proprio di mangiarla, però faccio uno sforzo e ne metto in bocca un cucchiaino, ma appena tento di deglutire lo stomaco mi si contorce e devo fare appello a tutta la forza che ho in corpo per non vomitarlo.

locamanuel73 ha risposto alla tua storia:

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La tua colazione?

Si, ne ho mangiata meno di mezzo cucchiaino

Mi dispiace

Sei tornato in Italia?

No, sono ancora qui fuori dall'ospedale
Ho chiamato tuo fratello che sta venendo a cercarmi

Cosa?
Che cazzo gli hai detto?

Nulla, solo che ero preoccupato e che l'ho raggiunto

E Thessa?

Lei è a Torino e le ho detto esattamente la stessa cosa

E lei non ha detto nulla?

Cosa vuoi che dica?
La sorella del mio migliore amico é finita in ospedale ed io l'ho raggiunto a Parigi perché sono preoccupato per lui

Ok

Comunque Matteo mi sta raggiungendo
Credo che ci vedremo tra poco

Ciao

Ciao

Se prima mangiare era faticoso, adesso é impossibile. Doveva tornare in Italia. Lui é la causa di molti dei miei problemi, doveva tornare a casa sta notte, non doveva rimanere qui. Gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangano sempre lontani; se uno soffre, il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l'amore è grande, e questo provoca la solitudine. Io non voglio che qualcuno si faccia carico del mio dolore, voglio restare sola con i miei pensieri, senza che nessuno contamini la bolla che mi sono creata. È imbarazzante essere visti quando stai male. E quando uno sta morendo vuole essere lasciato solo. Non sto morendo fisicamente, ma la mia anima se ne é andata a fare un bel giro all'inferno e spero che non torni mai più sulla terra. Sulla via per l'inferno c'è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine, anche se io ci sono finita insieme a Manuel, ma forse lui non se n'è ancora reso conto.

Doppietta //Manuel Locatelli//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora