Capitolo 22: Manuel

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9 settembre 2021
Mi sveglio a casa di Matteo. Ieri sera, appena finita la partita, Matteo, Gigio ed io abbiamo preso il treno per andare a Bergamo. Thessa arriverà prima di pranzo con la macchina, così dopo torneremo a Torino con quella. Prendo dal borsone il mio completo da allenamento, quello che usavo a Coverciano, me lo infilo ed esco dalla camera degli ospiti dove Matteo mi ha fatto dormire. Mi dirigo verso la porta d'ingresso per uscire ed andare a fare una corsa, ma vedo qualcuno andare in cucina, così vado a vedere chi é. In cucina trovo Carlotta.

"Buongiorno Carlo" la saluto.

Lei fa un piccolo saltello e si gira verso di me dicendo: "Madonna Manu, mi hai fatto fare un infarto".

"Non era mia intenzione" mi scuso.

"Dove vai?" mi chiede alludendo alla mia tenuta ginnica.

"Stavo andando a fare una corsa prima di fare colazione, ti va di venire con me?" le propongo.

"Si dai, é una vita che non faccio una corsa" acconsente "Vado a cambiarmi".

"Ti aspetto qui" ribatto.

Mi siedo su una sedia mentre la aspetto, pare che ci stia mettendo un'eternità. Mi alzo e vado alla ricerca di un bicchiere per bere un po' d'acqua, ma ogni mobiletto che apro non contiene un dannato bicchiere.

"Perché stai ficcando il naso nella mia cucina?" mi interroga.

"Stavo cercando un fottuto bicchiere per bere un po' d'acqua, ma la tua cucina è peggio di un labirinto" mi lagno.

"Qui" dice prendendone uno dall'unico mobiletto che non avevo aperto.

Prendo una bottiglia d'acqua dal frigo, riempio il bicchiere fino all'orlo e bevo tutto d'un fiato.

"Apposto?" mi domanda Carlo.

"Si, andiamo" le rispondo.

Usciamo di casa e ci mettiamo a correre appena fuori dalla porta. Corriamo in silenzio, ci godiamo l'aria fresca del mattino. Mi mancava correre per la strada, é bello correre in campo, ma avere la libertà di scegliere che strada percorrere é una cosa che amo. C'è una citazione che mi piace molto sulla strada: la vera casa dell'uomo non è una casa, è la strada, la vita stessa è un viaggio da fare a piedi. Anche stare in silenzio é una cosa che mi piace tanto. Sono le pause di silenzio che determinano il senso di ciò che accade. Stare in uno stato silenzioso significa sublimare la vita, e dunque rigenerare se stessi a mente quieta. Non so perché a volte sono così filosofico, mi viene naturale. Ci fermiamo in un parco con un percorso di allenamento, facciamo i vari step insieme, allo stesso ritmo. L'ultimo step del percorso sono delle trazioni alla sbarra.

"Sfida?" le propongo.

"Chi perde paga da bere sta sera" ribatte.

"Andata" acconsento.

Iniziamo a fare le trazioni, le prime dieci le faccio velocemente, senza sentire alcun dolore. Le dieci successive fatico un pochino, ma non sento male. Quando inizio la terza serie da dieci comincio a sentire i muscoli delle braccia bruciare, ma riesco a farle comunque. La quarta serie è dura, molto dura. Mi volto verso Carlotta, non ha un goccio di sudore sul viso, sembra che stia facendo la cosa meno faticosa del mondo.

"Fai palestra?" le chiedo.

"Si, vado in palestra tre volte alla settimana da circa tre anni, ma da quando mi sono trasferita in Francia mi alleno tutti i giorni. Tanto Gigio è spesso ad allenamento, con il lavoro che faccio il fisico é importante, quindi ho deciso di ammazzare il tempo in cui aspetto il mio fidanzato allenandomi, così i miei capi sono contenti" mi risponde.

Doppietta //Manuel Locatelli//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora