Capitolo 31: Manuel

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15 novembre 2021
Matteo non mi parla da due giorni quando siamo da soli, mentre se siamo di fronte al resto della squadra mi parla come se nulla fosse. Mi dispiace che ci sia rimasto male, né io né Carlotta avevamo intenzione di ferirlo, cioè sapevamo che prima o poi lo avrebbe scoperto e non l'avrebbe presa bene, però é sempre diverso quando succede da come te lo eri immaginato. Adesso siamo in albergo, tra qualche ora ci sarà la partita e il mio migliore amico non mi degna di uno sguardo. Vorrei risolvere le cose prima di scendere in campo, ma ho come l'impressione che sarà molto difficile.

"Matte" lo chiamo, ma lui non mi risponde. Me lo aspettavo. "Matteo" riprovo non ricevendo nuovamente risposta. "Matteo Pessina smettila di ignorarmi" strillo e finalmente il suo sguardo si posa su di me.

"Che cazzo vuoi?" sbotta.

"Chiarire con te" gli rispondo.

"Chiarire con me? Non vedo cosa ci sia da chiarire. La situazione é chiarissima: tu ti scopi mia sorella mentre siete entrambi fidanzati" ribatte acido regolando il tono della voce. Nonostante tutto ci sta aiutando a mantenere il segreto.

"Io non volevo tradire la tua fiducia" cerco di giustificarmi.

"Tu non dovevi andare a letto con lei fin da subito, ormai é troppo tardi" replica lui guardandomi severamente.

"Io sono veramente innamorato di lei" mormoro.

"E allora perché non hai le palle di lasciare Thessa per lei?" mi chiede sempre più irritato.

"Te lo ho già spiegato...sono un alcolizzato di merda, non posso farci nulla. Ho paura che lasciando Thessa la dipendenza prenda il sopravvento e se succede sarà peggio per tutti: per me, per Thessa, ma soprattutto per Carlotta. Lei é l'ultima persona che vorrei ferire" dico piangendo.

L'espressione del mio migliore amico si addolcisce e mi viene ad abbracciare. Ho bisogno di lui, non sopporto il fatto che ci comportiamo come due estranei. Mi calmo un po' e smetto sia di piangere che di singhiozzare.

"Mi dispiace di essermi comportato in questo modo con te in questi due giorni. Non ho pensato a come ti senti tu, ma solo a quanto mi sono sentito tradito io. Ti va di parlare un po' di questo tuo problema?" mi chiede sedendosi sul bordo del letto. Io mi siedo accanto a lui facendo cenno di si con la testa.

"É successo tutto quando ero una ragazzino...avevo iniziato ad uscire con brutta gente...sono entrato in un brutto giro...poi ne sono uscito, ma l'alcol é rimasto il mio punto debole. Di solito bevo quando qualcosa non va, tipo dopo una sconfitta, ma a volte anche dopo un pareggio. Ho bevuto pure quando ho scoperto che tua sorella si é fidanzata e anche quando si é trasferita a Parigi. Ogni volta che qualcosa non va secondo i miei piani io bevo e ne sono consapevole, questo mi fa stare ancora più di merda. Ho provato a smettere anche con l'aiuto di Carlo, ma poi é diventata lei la mia dipendenza" inizio a spiegargli.

"Carlo?" domanda perplesso.

"Carlotta. Carlo é il soprannome che le ho dato" ribatto.

"Tu sei davvero innamorato di lei?" mi chiede. Nei suoi occhi non vedo più né rabbia né rancore, solo semplice curiosità e voglia di capire come stanno realmente le cose.

"Da quando ci conosciamo il mio unico desiderio è di stare sempre con lei, é l'unica persona che mi rende felice e non esagero se dico che con Carlotta sono in paradiso. Siamo fortunati perché siamo innamorati l'uno dell'altra, abbiamo sogni diversi, ma ci sosteniamo a vicenda, crediamo nei progetti dell'altro, pur avendo ambizioni diverse. Non so se lei sia la mia metà perfetta, la mia anima gemella, la luce e la gioia della mia vita, ma se lei non lo é non credo che qualcuno potrà mai esserlo. É tutto ciò che potrei mai desiderare, niente più mi interessa se non ogni suo bene, la sua felicità, vederla sempre sorridere e gioire, perché la sua felicità è la mia. Vorrei dedicarmi soltanto a lei per sempre, renderla felice, occuparmi di lei per il resto della vita. É la mia migliore amica, la mia amante, la mia dipendenza. Quando l'ho vista su quel letto d'ospedale é scattato qualcosa dentro di me: la amavo troppo per permetterle di soffrire a causa mia, così ci siamo imposti delle regole e ci siamo allontanati. Per un mese non ci siamo né visti né sentiti né parlati ed é stata dura, ma quando ho scoperto che era stata ricoverata nuovamente ho deciso di mandare a puttane tutto ciò che ci eravamo imposti. Alla fine abbiamo capito entrambi che ci facciamo più male stando distanti che amandoci da vicino. So che tutto questo a te può sembrare privo di logica, un gran casino, ma io credo che qualsiasi amore sia confusione e incertezza" dico tutto d'un fiato. Quando ho finito di parlare mi sento come se mi fossi liberato di un gran peso, come se tutto ciò che mi tenevo dentro da mesi fosse finalmente uscito.

Doppietta //Manuel Locatelli//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora