Capitolo 42

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25 gennaio 1978

Sirius Black in quel momento non sapeva veramente che fare. Gli altri stavano continuando a parlare ma per lui ormai erano solo suoni sfocati.

Aveva ferito Remus e questo era l'unica cosa che importava. E il peggio era che non aveva neanche pensato al fatto che Remus avrebbe potuto uccidere Severus Piton, voleva solo spaventarlo. Però le cose non erano andate esattamente come aveva previsto e adesso si dubitava persino della permanenza di Lunastorta ad Hogwarts per il resto dell'anno.

Se il suo sbaglio avrebbe contribuito a togliere a Remus la possibilità di avere i M.A.G.O. o anche solamente continuare gli studi, Sirius non era per niente certo di poter reggere tutto il senso di colpa che ci sarebbe stato sulle sue spalle. Non che adesso non si sentisse terribilmente in colpa, sia chiaro.

Secondo lui, Remus Lupin era la persona che meritava di più di essere in quella scuola, cosa che molti non avrebbero capito se avessero saputo la sua vera natura da licantropo.

Torno alla realtà solo quando James gli diede una gomitata sul braccio.

«Mmh... cosa stavate dicendo? Scusate non stavo ascoltando.»

«Niente, lascia stare Sirius.» disse il ragazzo dai capelli blu, gentile.

Quando aveva scoperto che in realtà era figlio di Lunastorta era sbiancato, l'aveva percepito perfino lui stesso, la pelle che si raffreddava e i muscoli che si irrigidivano per quanto ancora alunni di loro gli facevano male. Non aveva mai pensato al fatto che Remus potesse un giorno sposarsi e avere un figlio... oppure semplicemente aveva ignorato il problema, come spesso faceva.

Osservò il ragazzo con attenzione mentre parlava con gli altri. Sembrava avere la stessa calma di Remus, tanto che anche alcuni comportamenti gli riportavano alla mante il licantropo. Tutto di lui urlava "Lupin" e si stupì di non averlo capito la sera prima quando l'aveva visto prendere le loro difese contro il padre trasformato... A ripensarci adesso era piuttosto ovvio, solo che aveva per la testa altri problemi...

«Ho bisogno d'aria.» disse. Non che non fosse vero. Si sentiva veramente soffocato dentro quella stanza, per quanto grande e magica possa essere. Ma soprattutto non sopportava più gli sguardi lanciati da James.

«Dove vai?» chiese infatti quest'ultimo.

«Tutto fuorché qua.»

Ramoso sembrava preoccupato che Sirius potesse fare qualcos'altro di stupido. «Lasci in pace Remus.» gli sussurrò prima che l'altro potesse uscire dalla Stanza delle Necessità.

Il corridoio era vuoto e silenzioso. Sentiva soltanto il suo respiro.

Non sapeva dove andare. Non sapeva dove si trovava Remus quindi neanche volendo avrebbe potuto disubbidire al consiglio datogli dal suo migliore amico. Non aveva neanche preso in considerazione di portare la Mappa del Malandrino con se.

Iniziò a camminare per i corridoi sperando di non incontrare nessuno. Dopo poco si decise ad uscire dal castello e andò verso le serre. Era tranquillo lì e perfetto per perdersi nei propri pensieri.

Si sentiva male ma non certo per le ferite ormai quasi del tutto guarite grazie a Marlene. Aveva una stretta allo stomaco che era impossibile da ignorare. Solo il ripensare a quello che aveva fatto gli faceva accendere una rabbia contro se stesso.

Remus adesso era lì da qualche parte e lui non aveva neanche il coraggio di reggere le occhiate dei suoi amici. Forse il Cappello Parlante aveva sbagliato. Forse era come tutto il resto della sua famiglia, codardo e villano.

Il silenzio a quel punto era usai straziante. Poi...

«Ehi.» la sua voce non era per niente familiare. E quando alzò lo sguardo su di lui rimase scioccato, in un primo momento pensò fosse suo nonno. Tutto si era aspettato fuorché lui.

I fratelli Potter: un viaggio nel passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora