XLII ~ Terzo anno

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Oliver

Per la prima volta in vita sua, Oliver stava trascurando il Quidditch.

Avevano perso l'ultima partita, senza Sally, e la coppa era stata vinta da Serpeverde.

Ma ad Oliver non importava. Non così tanto, almeno.

Aveva cose più importanti a cui pensare: Percy che litigava con Charlie perché quest'ultimo non era andato a trovare Sally, Sally svenuta e intubata in infermeria, Ivan che non c'era più...

Una sera di giugno, quando ormai mancavano pochi giorni alla fine della scuola, Oliver tornó da un allenamento solitario di Quidditch.

Si sentiva stanco ma appagato; allenarsi lo rallegrava e rilassava, tenendolo lontano dai pensieri negativi.

Ma aveva anche decisamente bisogno di farsi una doccia. Entró nella camera che condivideva con i suoi compagni, anche se non c'era nessuno.

Così aprì la porta del bagno, ma venne inondato da una nuvola di vapore.

«Lo sai che si bussa prima di entrare?» una voce fin troppo familiare arrivó alle orecchie di Oliver, che aprì gli occhi.

Fu un grosso errore, perché quel che vide lo lasció senza fiato.

Percy era completamente nudo, eccezion fatta per l'asciugamano che gli avvolgeva la vita.

Il fisico pallido e magro era cosparso da qualche lentiggine e qualche pelo rossiccio, mentre il viso affilato era piegato in un'espressione scocciata.

Oliver sentì il proprio volto andare a fuoco, e non per colpa del calore che aleggiava nella stanza.

«Io... Scusa,» farfuglió il portiere, poi si accorse di essere nella parte della ragione, e aggiunse, «ma tu potresti chiudere la porta a chiave.»

«Non mi sembrava necessario, ero da solo. Girati.» impose Percy, e Oliver ne fu contento: si voltò di centottanta gradi, felice che l'amico non potesse più vedere quanto fossero rossa la sua faccia.

«Ora puoi rigirarti.» Percy parlò, e Oliver fece come richiesto, ma era palesemente a disagio.

«Che c'è?» Percy aggrottò le sopracciglia nel vedere il suo amico così strano, e Oliver tossì, cercando di guardarlo negli occhi senza far cadere lo sguardo altrove.

Percy infatti indossava solo un paio di boxer rossi, che lasciavano ben poco all'immaginazione.

Oliver sentì il calore che prima gli invadeva il viso raggiungere anche il basso ventre, e mentre cercava di far tornare il sangue al cervello, Percy uscì dal bagno.

«Vado a vestirmi in camera, così puoi farti una doccia anche tu. Fidati, ne hai bisogno.» il terzo Weasley uscì dalla porta, ignaro di tutto quel che passava per la testa del suo amico.

Rimasto solo, Oliver chiuse la porta a chiave. E no, il suo sangue non era intenzionato a tornare al cervello.

Così il portiere si autointrattenne, l'immagine di Percy fissa nella mente, e quando ebbe finito si lasció trasportare da tristi pensieri.

LA BAMBINA DI NESSUNO 2 - La Fiamma IngannatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora