VI ~ Terzo anno

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«Non li sopporto!» si lamentò Percy, riferendosi a Fred e George.

Il terzo Weasley aveva le orecchie rosse per la rabbia, l'espressione ancor più corrucciata del solito e camminava a passi ampi, veloci e nervosi.

Sally e Oliver gli trotterellavano dietro: si stavano dirigendo tutti e tre alla loro prima lezione di Divinazione, ma Percy era urtato dal comportamento di Fred e George.

I gemelli avevano infatti provato a scoccare una freccia, per candidarsi come Campioni di Grifondoro, ma avevano fallito davanti a tutta la scuola.

«Sono ad Hogwarts da nemmeno ventiquattro ore e hanno già combinato un disastro!» sbraitò gesticolando, e Sally e Oliver si scambiarono un'occhiata.

«Andiamo... Domani se lo saranno già scordati tutti.» tentó il portiere: non sopportava vedere il suo migliore amico così nervoso.

«Non è vero! Dovrò cambiare cognome!»

«Dai Percy, non esagerare. Hanno solo fatto un'innocente bravata... E poi pensaci: più loro fanno scemenze, più tu sembrerai brillante e perfetto!» esclamò Sally, guadagnandosi un'occhiata di fuoco.

I tre ragazzi stavano salendo lungo la Torre Nord, verso l'aula di Divinazione; in due anni, non avevano mai visitato quella torre.

«Ci deve pur essere una scorciatoia.» ansimó Oliver, dopo l'ennesima ripida scalinata.

«E tu saresti quello sportivo del gruppo?» lo punzecchiò Percy, mentre sbucavano su un pianerottolo privo di qualsiasi porta.

«Fantastico, ci siamo persi!» sbuffó poi.

«Percy, smettila di essere nevrotico, siamo semplicemente in anticipo. Probabilmente i nostri compagni staranno ancora attorno a quel bersaglio.» spiegó Sally, e per la prima volta in vita sua aveva detto una cosa intelligente: infatti, pochi minuti dopo il trio venne raggiunto dal resto della classe.

«Sybill Trelawney, insegnante di Divinazione.» Oliver lesse una targa di ottone incollata su una botola, che pochi secondo dopo si aprì.

Una scala a pioli argentati caló fino ai piedi di Oliver, che guardò verso l'alto.

«Vai prima tu.» disse sorridendo a Percy, che aggrottó la fronte.

«Perché?»

«Vai prima tu e basta.» taglió corto il portiere, e Percy si decise a salire, seguito a ruota da Oliver, Sally e il resto della classe.

Quando Sally arrivò nell'aula, realizzó di trovarsi nella stanza più stana che avesse mai visto: una ventina di tavolini rotondi circondati da poltrone e sgabelli sostituivano i normali banchi, le tende erano tirate e le tantissime lampade coperte da sciarpe rosso scuro.

Persino Sally, che di solito era esageratamente freddolosa, riusciva a percepire il caldo soffocante che regnava in quell'aula, e il fuoco scoppiettante nel camino di certo non aiutava.

«Ma la prof dov'è?» Oliver si guardò attorno confuso, così come il resto della classe.

«Benvenuti!» parló uno voce velata e misteriosa, «È bello vedervi in carne e ossa, finalmente! Sedevi pure, miei cari.»

Sally prese posto in uno sgabello, allo stretto tavolino di Percy e Oliver, senza scollare gli occhi dalla professoressa Trelawney.

Era una donna molto magra, con grandi occhi resi ancora più immensi dagli occhiali. Indossava uno scialle ricamato di perline ed un'infinità di collane e bracciali.

Passò uno sguardo rapido sulla classe, e solo Percy sembrò accorgersi di come gli occhi leggermente strabici dell'insegnante indugiarono un po' più a lungo su Sally.

LA BAMBINA DI NESSUNO 2 - La Fiamma IngannatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora