Capitolo 30

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Pochi giorni dopo
(T/n) Pov
Era passato un po' di tempo da quella strana avventura.
Dazai aveva annullato gli allenamenti, dicendo che 'avevo bisogno di un po' di riposo'.
Non che fossi qualcuno che poteva contraddirlo, però avrei potuto benissimo farli.
Tuttavia questa volta avevo preferito non dire nulla a riguardo, e sfruttare l'occasione per rilassarmi un po'.
Mi ricordai della conversazione che ebbi con lui, avevo farfugliato le prime parole che mi vennero in mente.
Non ero riuscita sul momento ad inventare una scusa per tutta quella faccenda, ma ora la cosa era diversa, infatti...
.

..

...

La mia mente era ancora vuota.
Tutt'ora non riuscivo a giustificare i vari omicidi che sarei stata costretta a compiere, ma ero più che sicura che con un altro po' tempo avrei trovato la scusa perfetta, come sempre.
Per ora ciò che mi restava da fare era pensare a studiare la mappa della città.
Anche se non avevo più l'impegno degli addestramenti, Dazai aveva affermato che prima avessi memorizzato la cartina e meglio sarebbe stato.
Inoltre, in questi giorni mi aveva chiesto di non uscire di casa.
Non aveva chiamato nessuno per sorvegliarmi, ma da quel che disse avrei capito dopo il perché.
Dopo ciò che avevo fatto, non volevo - e non potevo - azzardarmi a disobbedire a qualunque suo ordine.
Nessuno mi aveva davvero detto che non potevo farlo, ma sinceramente era sottointeso.
Inoltre, avevo iniziato ad occuparmi della casa.
Dato che comunque non dovevo fare granché, cercavo di aiutare il più possibile.
Pulivo, facevo da mangiare, un po' le solite cose.
A Dazai non credo cambiava qualcosa, dato che era sempre stato Chuuya a 'mantenerlo'.
Quest'ultimo inoltre, durante un pasto, mi aveva accennato di un qualche sorta di passaggio segreto della Port Mafia.
Non che ci fosse molto da stupirsi, era prevedibile.
Tornai con i piedi per terra, accorgendomi che mi ero persa completamente tra i miei pensieri.
Ero seduta di fronte alla scrivania, con la mano poggiata sul tavolo, mentre sorreggeva lo stesso peso della mia testa.
L'altra alzava leggermente la mappa, che mi ero ritrovata a fissare senza nemmeno provare a capirla.
Studiare a memoria non era il metodo che preferivo, anche se potevo farlo senza problemi.
Avevo parlato anche di questo a Dazai, proponendogli di fare qualche giro per la città, di tanto in tanto.
In questo modo mi sarebbe stato più semplice.
Ma anche qui mi aveva chiesto di pazientare un po'.
Sospirai, ero stufa di stare davanti ad un pezzo di carta, nel vago tentativo di far entrare qualcosa nella mia mente.
Lasciai cadere la cartina sul legno del mobile, mi alzai e controllai l'orologio appeso al muro (1), che indicava le sette di sera.
Dazai e Chuuya erano usciti di casa sta mattina, abbastanza presto.
Capitava molte volte, direi la maggior parte, che tornavano a casa dopo tante, fin troppe ore.
Mi avvicinai alla mia libreria, scrutando i vari volumi alla ricerca del libro che ancora dovevo terminare.
Una volta trovato lo presi, mi incamminai poi verso la porta, uscendo e richiudendola alle mie spalle.
Arrivai in cucina, ed iniziai a preparare un tè caldo.
Appena quest'ultimo fu pronto mi sedetti sulla sedia, sorseggiando lentamente la bevanda, e sfogliando le pagine che sempre mi portavano in un altro mondo.
Era come una via di fuga da questa vita monotona, e ne avevo davvero bisogno.
In quei momenti in cui la mia mente si perdeva in una realtà diversa, potevo essere qualcun altro, potevo vivere altre -e talvolta nuove- esperienze, potevo avere altri obbiettivi.
Se dovevo essere sincera, questa vita non mi piaceva affatto, anzi, la odiavo.
Ma facevo del mio meglio per non cadere nella disperazione più totale.
A distrarmi completamente dalla mia mente fu un suono proveniente dalla porta di casa, qualcuno stava bussando.
Credevo poco che degli assassini oppure dei ladri bussassero prima di entrare, quindi gli unici che potevano essere erano proprio i proprietari di casa.
Tuttavia la mia testa non poteva trascurare un piccolissimo dettaglio: effettivamente erano proprio degli assassini a bussare.
Mi alzai velocemente, avvicinandomi a passo veloce verso la porta, aprendola in seguito.
(T/n): "Bentornati a casa" dissi subito, mentre le due figure entravano in maniera lenta.
Gli scrutai meglio, e non potei fare a meno di notare la stanchezza avvolgerli completamente.
Chuuya: "Voglio dormire" borbottò lui, senza alcun contesto.
Dazai: "Voglio morire" disse subito dopo.
Per qualche strano e inspiegabile motivo non ero affatto sorpresa da questa sua sconvolgente affermazione.
(T/n): "Vi preparo qualcosa da mangiare?" Chiesi ai due, aspettando una risposta che però dal rosso non arrivò mai.
Quest ultimo, subito dopo essersi tolto le scarpe, era andato in camera sua sbattendo la porta.
Dazai invece mi venne incontro, poggiando le mani sulle mie spalle e guardandomi con occhi imploranti.
Dazai: "Sukiyaki" disse solo.
(T/n): "Va bene, lo preparo subito. Te lo porto in camera oppure mangi in cucina?" Domandai.
Dazai: "In camera, sento che se faccio qualche passo di troppo svengo" rispose lui.
Senza aggiungere altro si incamminò verso la sua stanza, chiudendo successivamente la porta, fortunatamente in maniera più delicata.
Mi affrettai ad arrivare in cucina, cercando subito i vari ingredienti che mi sarebbero serviti.
Iniziai pulendo i funghi, e tagliandoli successivamente a fettine.
Dopo aver tagliato a cubetti il cipollotto, cominciai a preparare la salsa.
Mescolai la salsa di soia al mirin e allo zucchero, e appena quest ultimo si sciolse, misi il tutto da parte.
Cossi i noodles nell'acqua bollente, per poi passarli sotto l'acqua fredda.
In una pentola riscaldai l'olio insieme ad una porzione della salsa, aggiungendo in seguito gli ultimi ingredienti.
Impiattai di fretta, raggiungendo subito dopo la camera di Dazai.
Bussai e dopo qualche attimo di silenzio la sua voce risuonò da dietro la porta.
Dazai: "Entra pure" sentii, e feci subito come mi disse.
Chiusi la porta alle mie spalle, girandomi poi verso il ragazzo.
Rispetto a come ero abituata a vederlo, era vestito in una maniera molto più informale.
Indossava una camicia, abbottonata solo in parte, e dei pantaloni.
Portava un'asciugamano sulla testa, mentre piccole goccioline d'acqua cadevano al suolo di tanto in tanto.
(T/n): "La tua cena, Dazai-san" dissi solo, per poi poggiare il pasto sul suo tavolo.
Dazai: "Ti ringraziooo, mi hai salvato la vita! Ah no, aspetta.." aggiunse, ricordando poi che lui stesso era colui che sognava la morte.
(T/n): "È il minimo che io possa fare" risposi, senza dar troppo conto allo strano paradosso.
Dazai: "Quel bassotto al tuo posto mi avrebbe già fatto morire di fame" mormorò, facendo una piccola smorfia al solo pensiero.
(T/n): " 'Bassotto'?" Chiesi, abbastanza divertita dal soprannome che gli aveva appena dato.
Dazai: "Sinceramente non credo nel miracolo che possa alzarsi di un solo centimetro, a differenza sua" ammise, prendendosi gioco del compagno.
(T/n): "Mai dire mai" dissi io, anche se sotto sotto concordatavo con lui.
Dazai: "Lo immagini un universo dove Chuuya è più alto di me?" Si fermò, immaginando questo mondo alternativo "Oh no! Impossibile! Non potrebbe mai esistere un tale inferno!" Finì poi la sua frase, muovendo la testa da una parte all'altra per scacciare quell'immagine a lui tanto spaventosa.
(T/n): "Dazai-san" lo richiamai, indicando la piccola pozza bagnata che si era formata ai suoi piedi.
Mi guadò, poi osservò ciò che cercavo di fargli notare.
(T/n): "Sarebbe meglio se ti asciugassi i capelli prima di mangiare" gli consigliai.
Dazai: "Probabilmente hai ragione" rispose lui.
(T/n): "Io torno nella mia camera, spero che il pasto sarà di tuo gradimento" dissi, girandomi e facendo un passo verso la porta.
Dazai: "Aspetta, aspetta" borbottò velocemente.
Mi voltai un'altra volta verso di lui, e lo vidi cercare qualcosa nella sua giacca.
Dopo poco tornò davanti a me con un telefono in mano.
Dazai: "Questo è tuo" spiegò, aspettando che lo prendessi.
Afferrai lentamente quel cellulare, accorgendomi solo dopo del piccolo decoro presente su di esso.
Presi tra le dita quella catenina argentata (non più lunga di 3 centimetri) ed osservai la piccola farfalla che le era appesa.
Aveva delle stupende ali bluastre che risplendevano sotto la luce.
Dazai: "Che ne dici? Carina quella, vero?" Chiese, osservando ogni mio minimo movimento.
(T/n): "È semplicemente magnifica, grazie tante" risposi, spostando lo sguardo su di lui e sorridendo.
Dazai: "Ne sono felice! Adesso potrai uscire quando vuoi, e quando dovrai tornare basterà chiamarti"
(T/n): "Oh, era per questo allora" dissi senza nemmeno pensarci "In ogni caso, non intendo disturbarti oltre. Buonanotte, Dazai-san" aggiunsi, facendo un piccolo inchino.
Dazai: "Notte, dormi bene. Mi raccomando" rispose, sottintendendo che non avevo il permesso di passare la notte in bianco.
Annuii, per poi uscire dalla stanza e tornare nella mia camera.
Osservai ancora un po' il piccolo dispositivo, soffermandomi soprattutto sul decoro.
Dopo pochi minuti lo posai sul banco, mi cambiai e mi affrettai a preparare il mio futon.
Aspettai molto tempo prima che la mia mente fu abbastanza tranquilla da lasciarmi riposare in pace.

Angolo autrice
Buona sera a tutti!
Anche questa volta mi scuso per il grande ritardo.
Non so perché ma in questi ultimi tempi mi è stato più difficile scrivere il capitolo.
Sia per quanto riguarda le idee, che mi sono tornate un paio di giorni fa, sia per quanto riguarda la motivazione.
Spero che questo 'periodo' non vada più avanti di così, ma non posso promettere nulla.
In ogni caso spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e mi scuso per gli eventuali errori.
Passate una buona giornata!

1) Da quando (t/n) era arrivata, Dazai e Chuuya avevano cercato di arredare in una maniera più decente la sua camera, aggiungendo quindi qualche mobile o in generale ciò che le sarebbe stato più utile. Possiamo quindi pensare ad una scrivania, l'orologio e la libreria per i vari libri.

ᰔ𝓝𝓸𝓷 𝓹𝓸𝓼𝓼𝓸 𝓪𝓶𝓪𝓻𝓮ᰔ(DazaixReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora