Capitolo 32

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Il giorno seguente
(T/n) Pov
Ero appena arrivata davanti alla porta dell'ufficio di Mori.
L'unica cosa che mi separava dal possente capo di una delle più temute organizzazioni criminali di Yokohama era una misera barriera di legno ben curata.
Bussai, sentendo perfettamente il suono prodotto dal contatto della mia mano contro quel materiale tanto robusto quanto fragile.
Aspettai pazientemente quelli che mi parvero i più lunghi anni della mia vita, mentre invece furono solo pochi puri attimi, secondi indecifrabili che volavano via senza mai più far ritorno.
Mori: "Entra pure" sentii dire dalla sua voce roca, con un tono piuttosto cordiale.
Non me lo feci ripetere due volte, entrai e richiusi la porta alle mie spalle.
Mi fermai poco più avanti rispetto alle due guardie che si trovavano ai lati della porta, armate per bene anche se ciò che mostravano era un solo fucile.
(T/n): "Buongiorno, Boss" dissi solo, inchinandomi.
Mori: "Buongiorno anche a te, (t/n). Questa è la seconda volta che ci vediamo, se non sbaglio" rispose, guardandomi con lo stesso sguardo che mi pose mesi addietro.
(T/n): "È corretto" dissi, facendo scivolare gli occhi su una piccola bambina bionda seduta a terra.
Disegnava qualcosa, con un grande sorriso sul viso.
Indossava un adorabile vestito rosso, per di più i grandi occhi azzurri quasi non mi fecero accorgere della strana scena rappresentata da lei stessa sul quel foglio di carta.
Uomini, non saprei dire con precisione quanti, tutti cosparsi di sangue.
Per di più ad alcuni mancavano direttamente gli arti, oppure ancor peggio la testa.
Rabbrividii per pochi secondi davanti a quella piccola creatura che viveva faccia a faccia con questa realtà crudele, eppure non sembrava esserne molto spaventata.
Avrei onestamente osare dire che il mio grande senso di inquietudine proveniva proprio da lei, piuttosto che dal suo contesto.
D'altro capo la ragazzina non mi degnò neppure di uno sguardo, quasi come se la mia presenza fosse inesistente difronte ai suoi occhi.
Mori: "Dazai-san mi ha informato che hai completato il tuo addestramento" iniziò a parlare, facendo subito passare la mia attenzione dalla bambina a lui "Esattamente per questo io ho un lavoro da affidarti" rivelò subito dopo.
Non dissi nulla, lasciandogli così il tempo di continuare il suo discorso.
Mori: "In realtà non è nulla di troppo speciale, è una  missione semplice e veloce che trovo perfetta per te. È da ormai un po' di tempo che non abbiamo più notizie da una delle nostre basi di rifornimento, ciò mi porta a ipotizzare che qualcuno ne abbia preso il controllo" mi illustrò molto velocemente.
(T/n): "Presuppongo che il mio compito sia quello di riportare quella base nelle nostre mani" dissi, mentre l'uomo mi rivolse un sorriso, che celava però il volto del diavolo stesso.
Mori: "Esattamente" rispose lui tranquillo.
Poi si alzò, si mise frettolosamente a cercare qualcosa tra le varie scartoffie presenti nel suo stesso ufficio, quasi con un atteggiamento da bambino.
Mori: "Ah eccola qui! Vieni qui, per favore" mi ordinò, anche se lo fece in una maniera molto cordiale.
Mi avvicinai, notando la mappa che teneva in mano.
Mori: "Quel magazzino si trova proprio qui" indicò un punto sulla mappa, non troppo distante da qui.
Con qualche minuto a piedi sarei riuscita ad arrivate tranquillamente.
(T/n): "Ho capito, vado subito. Con permesso" dissi inchinandomi, per poi andarmene via.
Mi chiedo chi sia lo stolto che ha avuto il coraggio di attaccare una delle proprietà della Port Mafia.

Ovviamente presi le strade secondari, per evitare di avere problemi con la mia arma ben visibile a tutti.
Camminavo con calma sopra all'asfalto che impediva a qualsiasi forma di vita di farsi strada per sorpavvivere, la mia attenzione passò subito a qualche misera goccia d'acqua che fuoriusciva da uno dei condotti.
Mi rilassava sentire quella monotona melodia: tin tin...tin tin...tin tin...
Ascoltavo quell'armonia creata da piccoli elementi che non potevano far altro che crollare a terra, senza una via di fuga, senza un'altra possibilità.
Lasciai che quei piccoli suoni delicati mi guidassero fino alla mia destinazione, un posto più affollato, anche se lo sarebbe stato per poco ancora.
Ci vollero una ventina di passi prima che il soave motivo fosse sovrastato da un rumore più forte, violento quasi.
Mi fermai sul posto, osservando una scena che mi fece completamente rivalutare il termine 'quasi violento'.
La dolce musica era ormai un lieve ricordo, dominato a questo punto dal crudele stridio della natura stessa.
Un gatto steso a terra sofferente, presentava svariati tagli su qualsiasi parte del suo piccolo corpo.
Tutt'intorno ad esso erano ammassati dei topi, luridi e aggressivi, che combattevano tra loro in maniera chiassosa per ottenere il bottino offerto da chissà quale pazzo.
Era infatti - e aggiungerei ovviamente - l'opera di un qualche tipo di psicopatico, passato lì per caso.
Aveva trovato uno strano tipo di divertimento nell'intagliare le carni dell'animale, e lo aveva fatto in modo tale da assicurargli una morte lenta e dolorosa.
Certo non aveva affatto tenuto conto degli altri animali randagi presenti in zona.
Nel caso lo avesse fatto probabilmente avrebbe inciso le carni in maniera più profonda, così da permettere a quei piccoli e sporchi esseri di ottenere un pasto completo.
Il solo rimbombo dei miei passi fece in modo di spaventare tutti i ratti, che scapparono poco dopo.
Il felino probabilmente meditava nient'altro che la fine di tutta quell'atrocità: ...meditava la morte.
Mi abbassai di fronte a lui, tuttavia la mia più grande statura rispetto alla sua non gli causò alcun tipo di disagio.
Forse sperava solo che facessi ciò che sarebbe arrivato da solo col tempo.
...
Sangue.
Sangue sparso ovunque.
Mi rialzai, controllando di non aver in alcun modo sporcato la mia veste.
Diedi un'ultima veloce occhiata all'animale: il corpo ormai tinto di rosso, per la maggior parte un colore quasi spento, si trattava di sangue ormai secco.
D'altra parte si trovava quel liquido di fuoco, che aveva ormai finito di sgorgare in maniera lenta da un unico punto: quello in cui lo avevo pugnalato.
Oramai doveva già essere morto, e ne ero sollevata.
Ripresi la mia breve passeggiata nel silenzio più totale, solo che questo era presente dentro la mia testa e non fuori.

ᰔ𝓝𝓸𝓷 𝓹𝓸𝓼𝓼𝓸 𝓪𝓶𝓪𝓻𝓮ᰔ(DazaixReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora