(T/n) Pov
Arrivammo dopo una trentina di minuti, il viaggio fu abbastanza tranquillo.
Non ero stanca, in fin dei conti non avevo fatto molto oggi.
Aspettammo che il suo autista ci aprisse la portiera, anche se mi sembrava abbastanza inutile, dato che lo avremmo potuto fare benissimo da sole.
Eppure lei insisteva con tutta questa storia, quasi fosse una piccola messa in scena da dover rispettare ogni singolo giorno.
Però chi ero io per giudicare?
Dopo che uscimmo dall'auto osservai il territorio a me circostante: la casa era poco lontana da qui, ci separava solo un breve sentiero.
Il tetto presentava uno stile classico giapponese, eppure potevo affermare con certezza che i materiali erano più solidi, differenti da quelli usati in precedenza.
Non era un'abitazione troppo vecchia, ma nemmeno recente.
Questo mi faceva intuire che Sumire aveva ereditato questo edificio dai genitori, o in generale da qualche famigliare.
Sumire: "Oh?" Rimase in silenzio per un po', mentre controllava il suo telefono "Che stranezza...non dirmi che l'avete già ucciso!" Disse sorpresa.
La sua voce mi fece completamente risvegliare dalle mie analisi della zona, portando la mia attenzione nuovamente su di lei.
(T/n): "Ucciso" risposi solo, lasciando quella quiete sovrapporsi tra noi prima di parlare nuovamente "spifferare gli affari della Port Mafia a estranei è considerato tradimento. È stato processato alcune ore fa" le spiegai con calma nella voce, come se non stessimo affatto parlando di omicidio.
La guardai, esaminando il suo volto. Non era sorpresa, nemmeno un po'.
Sumire: "Pazienza...È molto tardi, perché non entriamo in casa?" Chiese in seguito, scordandosi completamente dell'uomo che aveva usato fino al giorno prima.
La seguii in silenzio, osservando ancora una volta il suo modo di muoversi.
Lei, certo, era una donna impossible da non notare, e il fatto che ne era cosciente e che usava il tutto a suo favore la rendeva ancora più interessante.
Mi chiedevo, quindi: una donna affascinante come lei cosa potrebbe mai volere da me?
Non potevo negare che, più che per motivi lavorativi, volevo scoprire la risposta a quella domanda per interessi personali. Curiosità, potremmo chiamarla.
Decisi allora di ricostruire tutte le nostre conversazioni ancora una volta, in modo tale da trovare almeno dei lievi indizi.
Non ci misi molto prima di arrivare a una prima ipotesi, quella che più reputavo veritiera.
(T/n): "Lavori come un sicario?" Le chiesi, andando dritta al punto.
I giretti di parole non mi stavano tanto a cuore onestamente, quindi non fu un qualcosa di difficile da fare.
Lei mi guardò per un attimo, cominciando a ridacchiare in seguito.
Sumire: "Oh? Che ragazza piena di sorprese che sei. Devo ammettere che non mi aspettavo che tu ci arrivassi così velocemente. Ma dimmi, piuttosto, come l'hai capito?" Mi chiese, osservandomi con degli occhi curiosi mentre camminavamo tranquillamente verso la sua abitazione.
(T/n): "Sei colei che ha spinto Fumihiro in quell'impresa suicida, col puro intento di ucciderlo. Era un compito affidatoti da Ryu, non è così? Ricordo che, durante il tuo piccolo scambio di parole con lui nel suo locale, hai accennato a 'fare uno sconto'. Ryu sicuramente provava, e probabilmente prova ancora, un grande rancore nei confronti di quell'uomo, tanto che lo desiderava morto. E dato che per lui questo era un qualcosa di impossibile, ha contatto te. La scelta finale ricade tra membro della mafia o sicario, ma la prima opzione la posso scartare facilmente" spiegai il mio ragionamento, cercando di non omettere nulla.
Lei, a seguito della mia esposizione, mi fissò per un momento.
Con la coda dell'occhio riuscì a intravedere un lieve sorriso iniziare a farsi strada sul suo volto.
Sumire: "Come mai sei così convinta che non lavoro per qualcun altro?" Domandò, mentre continuava a sorridere, incuriosita.
(T/n): "Semplicemente non mi sembri il tipo di persona che si fa mettere i piedi in testa da altri, anche in un contesto lavorativo. Sbaglio, forse?" risposi, adesso incrociando il suo sguardo.
Sumire: "Affatto. Anzi, devo rivelarti che non smetti mai di stupirmi" affermò, ridacchiando un po'.
Quella donna era proprio strana, ma d'altronde era proprio quella sua stranezza che la caratterizzava.
Era una donna stravagante, ma non in senso negativo.
Forse era proprio questo suo lato che mi aveva spinta ad accettare la sua proposta, in quanto mai nella mia vita avevo incontro una donna del suo genere.
Stavo iniziando a scartare l'idea di una trappola, ma comunque ancora non mi fidavo ciecamente di lei.
Io sono stata nascosta dal mondo per un bel po' di tempo, da quando Dazai mi aveva trovata, fino a poco tempo fa.
Non avevo nemici, quindi che qualcuno avesse contattato un sicario come lei, sicuramente tanto costoso quando efficiente, era un'opzione impossible.
Eppure la sua vera motivazione mi era ancora completamente all'oscuro.
Teoricamente parlando, lei non dovrebbe conoscere perfettamente i miei potenziali, in quando è altamente improbabile che Dazai ne parlasse così tanto con Mori, escludendo così la possibilità che abbia ottenuto mie informazioni da quel uomo processato questo stesso pomeriggio.
E quindi perché aveva desiderato così tanto avermi qui con lei?
Più ci pensavo, e più mi irritava il fatto che non riuscivo a trovare una risposta.
Sumire: "Cos'è quella faccia così seria, cara?" Chiese, ridacchiando un po' "Dai, dai. Rimanda qualsiasi pensiero a domani, dato che ormai è fin troppo tardi per quello" sorrise, ma questa volta non riuscivo a leggere niente di strano nella sua espressione. Sembrava sincera, a mia sorpresa.
Allontanai il mio sguardo da lei, tornando ad osservare quello scuro sentiero che stavamo percorrendo.
(T/n): "So che hai già qualcosa in mente per domani, è il minimo che mi posso aspettare da te. Non perdi mai tempo, questo è certo. Così, però, non mi lascerai nemmeno un momento per pensare ad altro" ribattei, con quella piccola voglia di scoprire i suoi intenti, che nascondevo però dentro al cuore.
Il silenzio prese nuovamente il posto delle parole, ma dopo qualche decina di secondi sentii il suo braccio sulle mie spalle e una allegra risata.
Sumire: "Non ti posso nascondere proprio nulla, eh? Va bene, va bene. Mi hai scoperta, genietta!" Continuò a camminare vicino a me, sghignazzando genuinamente "Per prima cosa ho chiamato la mia sarta, prenderà le tue misure domani mattina. Poi andremo in alcuni bei negozi di cui sono a conoscenza, e li faremo in modo di prendere tutto il resto. E, ovviamente, ti farò qualche piccola lezioncina" mi spiegò, con un sorriso sulle labbra che potevo azzardare a chiamare 'dolce'.
(T/n): "Sarta, shopping e lezioni eh..." ci pensai su per un attimo, prima di sospirare.
Dovevo ammettere che stavo iniziando a rilassarmi, ma la mia guardia non era ancora del tutto abbassata.
Sumire: "Poi potremo fare un piccolo giretto alla spa e prenderci cura di noi stesse! Che ne dici, (t/n)?" Chiese, mentre mi teneva ancora stretta a sé.
Era da tanto tempo che qualcuno non mi stava così vicino, anche se in questo contesto non potevo fidarmi molto.
Dovevo ammettere, però, che non mi infastidiva poi così tanto.
(T/n): "Sei tu colei che prende le decisioni" risposi solo, con gli occhi fissi all'abitazione che pian piano si faceva sempre più vicina a noi.
Sumire: "Oh su, (T/n)!" Rise di nuovo, prima di parlare nuovamente "Vedi? Quei due ti hanno condizionata decisamente troppo, se non ti sembra corretto di scegliere! Dai, dai, sto ancora aspettando una risposta" mi disse, facendomi notare quella mia reazione involontaria.
Forse davvero, dopo tutto quel tempo che avevo speso con Dazai e Chuuya, non riuscivo a fare a meno che seguire i loro ordini.
Però, alla fine, come potevo biasimarmi? Loro rimanevano pur sempre i miei superiori.
Adesso, tuttavia, potevo scegliere ciò che più mi ispirava. Ci pensai per qualche secondo, valutando le mie possibilità con cura.
(T/n): "Credo non farebbe male a nessuno rilassarsi un po', no?" Affermai, annuendo leggermente al mio pensiero.
Sumire: "Esatto, ben detto!" Sogghignò di nuovo, mentre mi spettinava leggermente i capelli.
Appena entrammo nella sua abitazione potei notare le varie decorazioni che riempievano gli spazi, dando alla casa un'aria più tranquilla e ospitale.
I mobili erano ben fatti, probabilmente tra i più eleganti che io abbia mai visto.
Ma, data la padrona di casa, mi ero già aspettata di ritrovarmi di fronte a una tale vista.
L'ingresso era più che accogliente, con grandi lampadari che illuminavano l'intera stanza e ornamenti che andavano da piccole e graziose statuine in vetro fino a vistosi quadri, piante e fiori dagli sgargianti colori.
Sumire: "Dato che si è fatto fin troppo tardi, ho pensato di andare direttamente a dormire e lasciare il tour della casa a domani. Adesso ti mostro dov'è la tua camera, va bene?" Chiese lei, nel mentre che si toglieva le scarpe.
Feci lo stesso, lasciandole all'ingresso vicino alle sue.
Certo non potevo togliere gli occhi da tutti gli oggetti che riempivano quella stanza, rendendola a dir poco magnifica.
Annuii con la testa, posando ora lo sguardo su di lei.
Il suo umore era decisamente contagioso, in quanto non riuscivo più a preoccuparmi con lei affianco a me.
Forse era proprio ciò che desiderava, farmi sentire al sicuro così da potersi muovere ancora più liberamente, ma ero dell'opinione che ormai c'era poco da fare.
Non aveva per niente l'area di qualcuno di 'malvagio', se così potevo definirlo.
Mi guidò attraverso i corridoi della sua casa, con passo lento ma silenzio al tempo stesso.
Mi presi del tempo per osservare ancora meglio l'ambiente: piccole lampade appese sul soffitto e sui muri; il pavimento in legno era ben fatto, era probabilmente stato utilizzato lo yakisugi; le pareti erano di un classico bianco, dando un grande senso di semplicità al tutto.
Sumire: "È di tuo gradimento?" Mi chiese, e solo allora mi resi conto che ero stata il centro delle sue attenzioni fino ad ora.
(T/n): "È certamente graziosa, non posso negarlo" risposi, posando il mio sguardo su di lei ancora una volta.
Lei sorrise, poi si fermò davanti a una porta e la aprì.
Sumire: "Spero che la tua camera ti piacerà altrettanto. Sai, purtroppo devo ammettere di non conoscere i tuoi gusti così tanto, perciò ho deciso di optare per un arredamento classico" spiegò, mentre mi mostrava l'interno della stanza con grande cura.
(T/n): "Va più che bene" affermai, posando il mio sguardo sui vari mobili.
Quell'ambiente mi piaceva, non era vuoto ma nemmeno pieno.
Era una via di mezzo, un qualcosa di, a mia vista, perfetto.
Un lampadario, un ampio armadio, uno spazioso letto, una libreria, un tavolo e qualche piccola decorazione qua e là, nulla di troppo eccessivo.
Sumire: "Lì c'è la porta del bagno, sei libera di farti una doccia o un bagno caldo, se ne hai bisogno" mi disse, indicando una porta nell'angolo della stanza "Ah, non so se preferisci usare un futon oppure un letto. La decisione è tua, posso sempre cambiarlo" aggiunse, guardando prima il letto già presente e poi nuovamente me.
Rimasi in silenzio per un po', era da tanto tempo che non dormivo su un letto, dato che con Dazai e Chuuya ho sempre utilizzato un futon.
Non potevo fermare i vari ricordi che stavano iniziando a invadere la mia mente.
La mia famiglia, la mia casa, tutte le mattine che mi sono svegliata su quel letto caldo e confortevole.
Tutte le volte che mi sono seduta sul letto di mia sorella per svegliarla, tutte le volte che leggevo un libro distesa su quel comodo materasso, tutte le volte che fantasticavo nella mia mente e riportavo quelle immagini sulla carta, e poi...quella volta in cui vidi quelle lenzuola bagnarsi di sangue.
(T/n): "No, va bene. Non è un problema" affermai, mettendo di nuovo i piedi per terra.
Forse sarebbe stato un po' strano all'inizio, ma sono sopravvissuta a peggio.
Lei mi sorrise ancora una volta, e di nuovo non riuscivo a vederla come una minaccia.
Sumire: "Perfetto. Allora vedi di riposarti, e se hai bisogno di qualsiasi cosa, la mia camera è la seconda a sinistra" mi disse, con una voce più che calma, ma riuscivo a percepire quel lieve sottotono stanco che aveva.
Annuii, senza aggiungere nient'altro a quel breve discorso.
Appena lei lasciò la stanza, e richiuse la porta alle sue spalle, iniziò la mia piccola missione.
Avrei controllato ogni singolo centimetro di quella stanza, dato che, malgrado la sua gentilezza, rimaneva pur sempre una mia nemica.
Perlustrai qualsiasi cosa potessi trovare, andando dal letto e dall'armadio, fino a piccoli comodini e angoli della stanza.
Nulla.
Nessuna telecamera, nessun microfono, nessuna trappola letale o anche minimamente danneggiante.
Dovevo ammettere a me stessa che questa camera era sicura, almeno per adesso.
Non sapevo davvero cosa fare a questo punto, mi aspettavo piuttosto di trovare qualcosa di potenzialmente pericoloso che mi avrebbe dato un motivo per ucciderla.
E invece ero lì, in piedi in mezzo alla stanza mentre fissavo il vuoto.
Se davvero non aveva alcuna intenzione di ferirmi, allora perché rischiare così tanto?
Cos'è che voleva una donna come lei, che aveva già ogni cosa nella vita?
Mi avvicinai all'armadio, aprendolo e rivelando i vari indumenti che presentava al suo interno.
Molti di essi erano capi eleganti da indossare durante il giorno, oppure durante serate di una certa importanza.
Dopo qualche piccola ricerca, fui in grado di trovare un qualcosa di più leggero, di cui potevo tranquillamente usufruire per questa notte.
Non ci misi molto a cambiarmi, ma la parte più 'complessa' fu sicuramente nascondere le mie armi in modo tale che non fossero percettibili da qualcuno di esterno.
Non avevo alcuna intenzione di allontanarmi da loro, in quanto sarebbero state di fondamentale importanza se mai le cose fossero andate per il peggio.
Posai la mia katana sotto al letto, ma non troppo distante per far in modo che, se mai mi fosse servita, l'avrei raggiunta con facilità.
Dopo essere stata sicura di avere un piano B, che contrastava un possibile attacco, e poi un C, e anche un D e un'E...dopo essermi assicurata di aver studiato ogni possibile scenario, così da farla più breve, mi diedi il permesso di riposarmi.
Mi stesi sul letto, senza davvero provare ad addormentarmi.
Mi concentravo invece a guardare il soffitto, permettendomi di perdermi nuovamente nei miei pensieri.
Forse venire qui fu destino per me, in quanto era da troppo tempo ormai che non pensavo più alla mia famiglia.
Ma forse era meglio così.
Dovevo andare avanti, non è vero? E forse concentrandomi solamente su Dazai e sulla Port Mafia, sarei riuscita ad abbandonare tutti i pensieri e rimorsi che mi rimanevano.
Era la cosa giusta da fare...vero?
E se invece stavo sbagliando tutto? E se invece sarebbe stato meglio ricordarmi di loro? Piangerli?
Mi chiedo cosa mi avrebbe detto Dazai a proposito. Lui, anche se le emozioni umane non le capiva pienamente, sarebbe sicuramente stato in grado di suggerirmi la giusta strada da seguire.
Era stato proprio lui a salvarmi, in fondo.
Era stato proprio lui a regalarmi una nuova vita, permettendomi di stare al suo fianco anche quando non era davvero necessario.
Io gli dovevo tanto, a lui che mi aveva regalato una nuova famiglia.
La Port Mafia, anche se era un'organizzazione criminale, era tutto ciò che avevo.
Lì c'erano le uniche persone che mi rimanevano, coloro che riuscivano ancora a dare un senso alla mia vita.
Per questo dovevo fare tutto ciò che era in mio potere per migliorare ed essere ancora più utile a loro.
E se questo voleva dire seguire Sumire e imparare più che potevo da lei, allora lo avrei fatto.
Questo, probabilmente, era ciò che voleva Dazai: migliorarmi in tutti i campi, cosa che lui e Chuuya non sarebbero mai riusciti a fare.
Iniziai a passare le dita tra i miei capelli, in un vano tentativo di rilassarmi e smettere di pensare così tanto.
Era soffocante. Tutti quei pensieri dentro la mia testa sembravano pendere il posto dell'ossigeno, lasciandomi completamente priva di pace.
Mi girai su un fianco, chiudendo gli occhi nel disperato bisogno di un po' di serenità, che forse sarei riuscita a trovare in un breve sonno.
Quello almeno era il mio piano, peccato che mi fermavo al primo step: addormentarmi.
Era forse il grande cambiamento, la preoccupazione riguardo Suimire, forse i pensieri sulla mia famiglia oppure su Dazai...qualsiasi fosse la ragione, rimaneva il fatto che non riuscivo a cadere in quel sonno che sarebbe riuscito a salvarmi dalla mia stessa mente.
'Ironia della sorte' mi dicevo per consolarmi almeno un po', in quanto proprio la mia mente, bisognosa di calma, mi impediva di riposarmi.
Non mi restava altro che aspettare che la luce facesse strada tra i vetri delle finestre, illuminando questa stanza e permettendomi di iniziare la mia nuova permanenza con Sumire.Angolo autrice
Buonasera, o buongiorno, tesori miei!
Lo so che non aggiorno da tanto, però è stato un periodo un po' difficile e soprattutto privo di ispirazione.
Sono davvero felice che sono finalmente riuscita a pubblicare, anche se mi è costato rimanere sveglia un po' di più.
Io comunque vi ringrazio davvero per il vostro supporto, che giuro mi aveva dato molta motivazione di scrivere.
Come sempre spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, e mi scuso per eventuali errori.
Direi che ci risentiremo nel prossimo capitolo, un bacio!♡
STAI LEGGENDO
ᰔ𝓝𝓸𝓷 𝓹𝓸𝓼𝓼𝓸 𝓪𝓶𝓪𝓻𝓮ᰔ(DazaixReader)
Romance"Dopo tutto quello che ho passato, è forse un errore non voler più amare?" (T/n), una ragazza che dopo aver perso tutto e tutti, si chiuse in se stessa, promettendosi di non amare mai più; Dazai, un ex membro della Port Mafia, riuscirà a far cambiar...