Nervous Breakdown

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La situazione sembrava diventare sempre più pesante: Frank fingeva di fregarsene di tutto e Gerard era perennemente nervoso.

Una mattina Gerard era solo all'armadietto. Aveva incrociato Frank ma ovviamente lo aveva ignorato come l'altro faceva con lui.

"Gerard" si sentí chiamare. Dal tono della persona sembrava dover essere una conversazione seria. Gerard non ne aveva voglia.
"Che vuoi Andrew?" Si girò svogliato.
L'altro lo guardava un po' scocciato ma cercava di lasciare tutte le loro divergenze da parte.
"Senti. Tu non mi piaci e io non piaccio a te" iniziò serio Andy. Gerard annuí.
"Però io a Frank ci tengo. E credo che dovreste chiarire. Cioè, tutti lo credono"
"HAHAHAHAH no scordatelo. Ormai è tutta acqua passata"
Andy lo fissò sbuffando pesantemente. Era una testa dura il corvino, ma non più di Frank. Quindi doveva essere lui fare la prima mossa per far finire quella situazione orribile per tutti.
"Smettila ti prego. Ti ho visto più volte cercare di attirare l'attenzione di Frank sti giorni"
"Non lo facevo di proposito, ma che ci posso fare se la mia figura attira l'attenzione?" Rispose con saccenza.
"Ahhh... lasciamo perdere, io ci ho provato" si arrese Andy allontanandosi.
"Non sei l'unico! E hai fallito come tutti gli altri!" Gli urlò dietro ma l'altro non ci penso nemmeno a rispondere.

A distanza di ore Gerard continuava a pensare a questa storia. Andy lo aveva quasi convinto... quasi... no, in realtà andare a parlare con Frank era l'unica cosa che avrebbe voluto fare negli ultimi giorni, ma si era chiuso nella sua corazza come al solito.

Doveva fare qualcosa. E lo avrebbe fatto.
Non perché tutti continuavano a dirgli di farlo. Perché voleva farlo.

-

Finite le lezioni non rimase come suo solito in giardino a chiacchierare con Bob e Bert. Se ne andò subito.

"Gerard? Dove vai?"
"Ho da fare." Rispose senza fermarsi. Aveva una meta da raggiungere.

-

Frank aveva finito le lezioni prima ed era tornato a casa con le cuffiette in testa.
Casa sua era vuota ancora quindi si preparò un panino e si sedette sul divano.

Finito il pranzo afferrò la sua chitarra e si mise a suonare.

Mentre suonava mille pensieri lo tormentavano, come ogni giorno precedente.
Neanche si era accorto che qualche lacrima aveva rigato il suo viso.

Ad un tratto il campanello suonò. Non poteva essere sua madre, sarebbe tornata la sera tardi...

Subito pensò fosse una delle solite incursioni di Ray.
Si alzò frustrato e si avviò per aprire all'amico.

"Ray che cazzo ti avevo detto che volevo stare da solo, possibile che-"

Appena aprí la porta non si trovò davanti Ray come pensava.
Chiuse di scatto la porta ma qualcosa la bloccò.

"Leva il piede" disse inespressivo.
"Frank dobbiamo parlare"
"No. Non è vero. Leva quel piede"
"Frank-"
"Se non levi quel cazzo di piede te lo schiaccio Gerard" quasi urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Gerard non disse nulla e tolse il piede permettendo a Frank di chiudere la porta.
Fece due giri di chiave e tutto si zittí.

Gerard non voleva arrendersi. Si era fatto tutta la strada per arrivare a casa sua, non se ne sarebbe andato senza una risposta.

Si appoggiò alla colonna della veranda della casa e attese. Avrebbe atteso anche tutta la notte.

Dentro casa Frank respirava a fatica. Non voleva trovarselo davanti... ma gli era piaciuto rivederlo da così vicino.

Si sedette sul divano prendendosi la testa tra le mani. Cosa doveva fare?
Sapeva benissimo che Gerard era ancora lí fuori.
Continuò a tormentarsi per interi minuti.
Poi si decise.

La porta si riaprí e sbucó un piccolo Frank che fissava il pavimento.

"Entra. Ti dò cinque minuti" disse cercando di essere freddo.
Gerard non se lo fece ripetere due volte.

Erano dopo tanto tempo insieme, da soli...
Il corvino non sapeva bene da dove iniziare o se aspettare che l'altro dicesse qualcosa.

Frank si sedette sul divano a braccia incrociate e lo guardava con disappunto.

"Ahhh... senti Frank... lo so di essere un coglione e tutto... e che ti ho fatto un torto comportandomi com-"
"Queste stronzate le so Gerard. Voglio solo... sapere perché?" Lo interruppe inizialmente freddo ma poi balbettando le ultime parole.
Gerard non sapeva come rispondere. Sapeva benissimo il perché dei suoi comportamenti, ma aveva paura di dirlo come sempre...
"Vedi Frank, io... io ci tenevo a qualsiasi cosa c'era tra di noi e... ogni volta che qualcuno si intrometteva..."
"Tu lo pestavi a sangue. Bel modo di fare, davvero." Disse ironico.
"Frank senti. È difficile per me dire ste cose Okey? Ci sto provando!" Non voleva litigare ancora ma Frank non rendeva le cose semplici.
"Quelle cose che mi hai detto a casa tua... io pensavo che ti saresti fidato di me. Che la promessa che mi avevi fatto l'avresti mantenuta. IO mi fidavo di te" disse Frank al limite dell' esasperazione.
"Lo so lo so... sto cercando le parole per spiegarti e-"
"Non mi sembra che la tua spiegazione per il momento sia stata esaustiva... anzi non mi sembra nemmeno una spiegazione"

Frank si alzò di scatto iniziando a camminare freneticamente avanti e indietro.

"Che cosa vuoi da me Gerard? Perché mi giri sempre intorno senza mai far capire le tue intenzioni? Io- io non ti capisco! Un giorno sei un amico fantastico... poi mi tratti di merda... poi te la prendi con i miei amici! Gerard io non capisco!"

La lingua di Gerard si era paralizzata. Fissava il più basso che, intanto che parlava, gli si era avvicinato forse troppo.

A parole non sapeva come spiegarsi. Allora fece quello che gli veniva meglio: agire avventatamente.

Afferrò Frank per il collettò della maglietta e lo attirò a sè lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra.

Frank rimase paralizzato. Lo aveva preso alla sprovvista.

Al contatto con le labbra dell'altro tutti i suoi neuroni erano morti.

Appena si staccarono Frank fissava un punto indefinito mentre a Gerard stava iniziando a salire il panico pensando alla cazzata che aveva fatto.
Fece per andarsene ma Frank lo ribloccò.

Ormai aveva il cervello fottuto da tutta la situazione e soprattutto da Gerard.
Gli mise una mano sulla guancia e lo attirò dolcemente a sè ricambiando il bacio precedente. Gerard cercò di non scomporsi e ricambiò appoggiando le mani sui fianchi dell'altro per avvicinarlo e non lasciarlo scappare via.
Il bacio si approfondí sempre di più e nessuno dei due sembrava volersi separare dall'altro.

Appena si separarono leggermente ad entrambi mancava il fiato.

"Io... mi confondi Gee" sospirò con un filo di voce.
"Lo so..."

𝒞𝒶𝓇𝒶𝓅𝒽𝑒𝓇𝓃𝑒𝓁𝒾𝒶 || 𝐹𝓇𝑒𝓇𝒶𝓇𝒹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora