Epilogo

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Passarono sette mesi. William era riuscito finalmente a trovare un modo per far terminare quella guerra che stava andando avanti da troppo tempo. 

I rapporti tra Catherine e la regina madre divennero molto più felici. La donna l'aiutò per tutta la gravidanza e Catherine non poté essere più felice. 

William dormiva poco la notte. La ragazza lo svegliava perché gli chiedeva di andare in cucina a rubare qualcosa da mangiare, oppure perché prendeva tutto lo spazio nel letto, ma a William tutto questo piaceva. Non vedeva l'ora che il loro bambino nascesse. 

Quando avevano parlato dei nomi avevano deciso che se fosse stato maschio l'avrebbero chiamato Edward come il padre di William, mentre se fosse stata femmina l'avrebbero chiamata Anna come la madre di Catherine. 

Quella mattina William si era svegliato presto per raggiungere uno dei regni confinanti e, durante il colloquio con l'altro re, fu sorpreso di vedere una delle sue guardie entrare nella sala. Era stato ordinato che nessuno dovesse entrare a disturbarli.

"Mio re, vostra moglie..." disse la guardia senza fiato.

"Cosa?" chiese William, alzandosi in piedi.

"Vostra moglie sta partorendo" riuscì a dire.

Sul volto di William comparve un sorriso e, senza nemmeno salutare il re con cui stava parlando, lasciò subito quel palazzo.

Salì in groppa al suo cavallo e corse per raggiungere il suo castello il prima possibile. Sapeva che ci sarebbero volute almeno tre ore di viaggio per tornare a casa, ma doveva fare di tutto per arrivare il prima possibile. 

Quando arrivò, salì subito le scale e trovò il corridoio delle camere pieno di persone. Camerieri, cuochi, maggiordomi, guardie e i fratelli di Catherine. Non sembravano avere le facce felici per la nascita di una nuova vita. 

C'era anche la madre di William lì e, non appena vide il figlio, lo fermò.

"Figlio mio, aspetta un secondo".

"Cosa devo aspettare? Voglio vedere mia moglie e mio figlio" disse lui, continuando a guardare la porta chiusa della camera di Catherine.

"Devo prima parlarti" disse la donna, cercando di trattenerlo.

"Cosa succede? Il bambino sta male?" chiese preoccupato.

"No, figlio mio. È una bambina e gode di ottima salute" lo rassicurò. 

William si sentì meglio per un secondo, poi pensò che se il problema non era la bambina allora era...

"Catherine non sta bene" disse la madre.

"Che significa che non sta bene?" chiese, sentendo il mondo cadergli addosso.

"Ha perso troppo sangue durante il parto. Il dottore non sa nemmeno se arriverà a stasera".

"Devo vederla" disse William, superando sua madre e smettendo di ascoltare tutte le persone che gli dicevano di fermarsi.

Aprì la porta ed entrò nella stanza di Catherine. 

Richiuse la porta alle sue spalle e i suoi occhi andarono subito sull'enorme chiazza di sangue sul lenzuolo bianco che copriva la ragazza.

Si avvicinò al letto e la vide. Era pallida, sudava e stava lottando con tutta se stessa per tenere gli occhi aperti.

"Will..." disse con un filo di voce non appena vide il ragazzo.

William si inginocchiò sul pavimento accanto al letto e subito prese la mano di lei, portandosela contro le labbra.

My ladyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora