Catherine rimase a fissare quella porta. Quella promessa in qualche modo le aveva toccato il cuore. Forse era stata la giornata che aveva passato con lui e le cose stupende che le aveva spiegato, ma le sembrava diverso da tutti gli altri. Forse era semplicemente un bravo manipolatore. Catherine non avrebbe mai rinunciato ai suoi ideali e al suo orgoglio per lui. Mai e poi mai.
La mattina successiva Catherine fu svegliata dalla luce che entrava nella sua stanza e ovviamente dalla voce di Charlotte che la richiamava.
"Svegliati! Gli insegnanti non passeranno tutta la giornata ad aspettarti. Giù dal letto!" urlò, togliendole le coperte dal corpo.
Catherine si portò le ginocchia conto il petto e si lamentò.
"Mmh...fa freddo" di lamentò la ragazza.
"Certo che fa freddo. Il camino è spento. Perché non hai chiamato nessuno per fartelo accendere ieri sera?"
"Non voglio il camino accesso mentre dormo".
"Allora non ti lamentare e ora fuori dal letto!"
Catherine si stropicciò gli occhi. Non aveva mai dormito così bene. Il letto morbido e tutto quello spazio solo per lei. In casa sua c'erano solo due letti. In uno dormiva suo padre e l'altro lo divideva con tutti i suoi fratelli. Di certo era impossibile avere freddo. Si mise seduta e notò che il letto era talmente alto che non arrivava a toccare il pavimento con i piedi. Con un salto scese giù e si avvicinò al catino per darsi una rinfrescata. Dopo essersi asciugata per bene, si voltò verso Charlotte e la vide con il bustino in mano. Ormai era chiaro che riguardo a quello non avrebbe mai vinto. Se lo lasciò mettere e si tenne forte alla colonna del letto. Era convinta che prima o poi le avrebbe lasciato i lividi sulla pelle a causa di quella stretta. Dopodiché le fece indossare un vestito verde. Era davvero molto bello. Catherine notò che in quei due giorni le avevano fatto indossare vestiti che si abbinavano molto bene con i colori dei suoi occhi. Non sapeva se lo stessero facendo di proposito, ma questa cosa le piaceva molto.
Catherine aveva appena risistemato i capelli dietro la schiena, quando William entrò nella stanza.
"Buongiorno, my lady" disse, avanzando.
"Buongiorno, principe" disse lei, facendo in modo che notasse di non averlo chiamato mio.
Lui sorrise divertito.
"Buongiorno Charlotte, potresti lasciarci da soli?"
"Torno tra un po' per sistemarle il trucco e i capelli".
"Non sarà necessario. Per questa mattina hai finito con lei".
Charlotte annuì e uscì dalla stanza, lasciandoli da soli.
"Siete bellissima".
Catherine rimase stupita. Nessuno le aveva mai fatto un complimento così, ma lui continuava a ripeterglielo. Abbassò la testa per non mostrare l'imbarazzo che colorava le sue guance.
"Vi ho portato un regalo".
"Un regalo?"
William annuì e le passò una scatola. Lei la prese, la poggiò sul tavolino lì vicino e tolse il coperchio. Erano degli stivali neri bellissimi. Catherine era sorpresa. Ne prese uno e lo guardò affascinata.
"Vi piacciono?"
"Molto, ma...ho già un paio di scarpe, perché me ne state regalando un altro paio?"
"Ho pensato che le scarpe di ieri sono aperte sul davanti e non sono adatte per camminare sulla neve. Con questi non avrete freddo ai piedi".
"Avevo i miei stivaletti per camminare sulla neve, ma qualcuno me li ha fatti sparire".
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My lady
RomanceFin da quando era bambina Catherine si chiedeva se mai avrebbe incontrato il principe azzurro, se mai sarebbe arrivato un bellissimo ragazzo su un possente cavallo bianco che l'avrebbe portata nel suo maestoso castello. Da bambina amava la sua vita...