Dopo un paio di giorni Catherine era di nuovo in piedi e di nuovo con i professori per le sue lezioni. La vita al castello era tornata normale, anche se non riusciva nemmeno più a parlare con il principe.
Sapeva che aveva ucciso Gregor per lei, ma non riusciva ad accettarlo. Catherine conosceva la sofferenza, l'aveva provata sulla sua pelle per anni e, proprio per questo, odiava quando le persone di facevano del male tra di loro.
Dopo aver visto il principe così violento, aveva paura che in realtà fosse come suo padre e non poteva accettare di finire di nuovo nelle mani di un uomo del genere. Lui le aveva sempre detto che era diverso, che rispettava le sue idee e i suoi pensieri, che non la considerava una persona da sottomettere e basta. Diceva che l'avrebbe fatta innamorare e che non voleva che cambiasse la sua natura ribelle. Non credeva più a quelle parole. Anche se il gesto era stato per lei, per proteggerla, aveva paura. E se un giorno si fosse rivoltato contro di lei? E se fosse diventato un marito autoritario e violento?
Le giornate passavano sempre uguali al castello. Catherine si alzava, frequentava le lezioni di buone maniere, durante le quali prendeva ancora molte bacchettate, poi le lezioni con il professor Smith, durante le quali passava il tempo in finestra a guardare quello che accadeva all'esterno, poi tornava nella sala da pranzo, poi a lezione di pianoforte con la signorina Adams, poi tornava nella sua stanza, dove solitamente incontrava William che la stava aspettando per parlare, ma lei era sempre silenziosa e distaccata.
Erano tre settimane che Catherine era al castello. Ancora sette giorni e sarebbe tornata a casa.
Quella mattina stava attraversando i corridoi per raggiungere la biblioteca e andare a lezione, quando sentì una gran confusione in tutto il castello.
"Cosa sta succedendo?" chiese a una delle cameriere, che si stava affrettando.
"Lady, sembra che qualcuno stia cercando di entrare nel castello. Le guardie lo hanno fermato poco prima del portone" rispose frettolosamente prima di correre via.
Catherine si chiedeva chi potesse essere così folle da provare a entrare nel palazzo e si chiese come mai i cani non fossero intervenuti. Ricominciò a camminare verso la biblioteca, ma la sua testa continuava a rimanere su quella persona.
Prima ancora che il suo cervello potesse decidere, i suoi piedi iniziarono a incamminarsi verso il piano inferiore. Era sempre stata una ficcanaso e la sua curiosità le aveva giocato spesso brutti scherzi, ma sentiva che doveva scoprire qualcosa di più.
Raggiunse il portone e riuscì a vedere William e molte guardie che tenevano qualcuno fermo a terra. Catherine si avvicinò ancora di più e riconobbe subito.
"Per favore, lasciatelo andare!" gridò lei, cercando di farsi spazio tra le guardie.
William fu il primo ad accorgersi di lei e tentò di fermarla, afferrandola per le spalle.
"My lady, per favore, è pericoloso. Non sappiamo chi sia. Tornate dentro" provò a convincerla.
"No! È mio fratello! Per favore, non fategli male" tentò di spiegare.
William rimase a bocca aperta, sentendo quelle parole.
"Voglio parlare con mia sorella! Mia sorella è al castello!" tentava di dire il ragazzo a terra.
"Stai zitto!" si impose una guardia, che si era abbassato per colpirlo, ma William riuscì a intervenire in tempo.
"Lasciatelo andare" ordinò.
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My lady
RomansaFin da quando era bambina Catherine si chiedeva se mai avrebbe incontrato il principe azzurro, se mai sarebbe arrivato un bellissimo ragazzo su un possente cavallo bianco che l'avrebbe portata nel suo maestoso castello. Da bambina amava la sua vita...