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Ero uscito dal bagno con i capelli ancora umidi dopo aver fatto una doccia calda ed essermi vestito. Lui invece era nudo e stava sdraiato sul letto, bello e dannato come lo era sempre stato. Mani dietro la nuca, gambe tese e piedi incrociati.

«Quella maglietta è mia.»

«Lo so.»

«Chi ti ha dato il permesso di metterla?»

«Tu non chiedi il permesso prima di scoparmi!»

«Mattia, Mattia... È un attimo che mi diventi sconcio! Non va bene, stona con quel bel faccino che ti ritrovi.»

«Come vedi l'apparenza inganna delle volte.»

«Non nel tuo caso.»

Lo squillare del campanello di casa lo fece alzare dal letto. Si infilò i boxer dopo averli ripescati dal pavimento e andò ad aprire la porta. Quando rientrò, poggiò dei pacchetti di cibo cinese sul piano della cucina, e si tuffò nuovamente sul letto con uno di essi tra le mani. «Perdonami se ho ordinato la cena mentre ti lavavi. Scopare mi fa venire fame.»

«Chi sarebbe lo sconcio adesso?» Afferrai una delle scatole e mi sedetti sul letto a gambe incrociate davanti a lui e cominciai a mangiare.

«Sarei io. Ma non ci sarebbe nessuna novità al riguardo.»

«Devo farti delle domande Daniel.» Mi feci serio. «Non può essere sempre e soltanto baci e sesso.»

«Non lo è! Stiamo anche mangiando!»

«Daniel.»

«Perché non può esserlo? Odio le domande. Rovinano sempre tutto e pongono interrogativi, e gli interrogativi allontanano le persone e fanno perdere tempo. I baci e il sesso no.»

«Devo sapere perché sei qui a Roma. Perche adesso? Perché sei sparito e ti sei fatto vivo soltanto ora?»

«Che succede se non rispondo?»

«Ho in mano delle bacchette appuntite che potrebbero rivelarsi un'arma letale.»

«Mattia, volevo dimenticarti. Mi sei mancato da morire, e non facevo altro che stare male. Ho fatto la cosa stupida di tagliarti fuori dalla mia vita all'improvviso. Faccio sempre cose stupide, ma non sono riuscito mai a smettere di pensarti. È vero sono venuto in Italia per ben due volte ma soltanto perché aiuto il fratello di mia madre con degli affari di lavoro. Lui è francese, vive qui in Italia ma ha bisogno di qualcuno che parli inglese per lui. È comunque roba noiosa... Quando ti ho incontrato in quel ristorante... Ho capito quello che dovevo fare. Giorni fa ho inoltrato una domanda per completare il mio corso di laurea nella tua università e la richiesta è stata accettata, così...»

Le sue parole mi spiazzarono. Gli saltai addosso, mettendomi a cavalcioni su di lui e lo baciai sulle labbra. Una, due, tre volte. «Dovresti smetterla di fare cose stupide.» Dissi e lo baciai una quarta e una quinta volta.

«Vuol dire che sei felice all'idea?»

«Felice? Non sto nella pelle all'idea di poterti incontrare tra i corridoi e le aule dell'università!» Baciai le sue labbra umide per l'ennesima volta.

«Io non vedo l'ora di scoparti nei bagni di quell'univers... Cazzo! Sei matto?« Gli morsi il labbro inferiore.

«Avrei un'ultima domanda...»

«Ancora? Ti preferivo poco fa, Mattia. Quando in bocca avevi il mio uccello!»

Con le bacchette ancora in mano strinsi uno straccetto di pollo dal piccolo contenitore di fianco a lui e glielo infilai in bocca «Perché quella sera al ballo ti sei scopato Sarah?» Gli domandai con tono minaccioso.

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