Philosophe lisant di Fragonard

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Facciamo un giro dei negozi del centro commerciale che si trova nella zona centrale della città. Annoiata fisso le diverse vetrine, speravo di andare a fare qualcosa di più intrigante. Vedo in lontananza una libreria e subito aumento il passo versi di essa, mi allontano da Namjoon perso a guardare un negozio di abbigliamento per uomo.  Annuso l'aria è subito mi rallegro, mi guardo attorno estasiata da lla presenza di tutti quei libri. Mi soffermo nella sezione di libri di poesia e prendendone una caso e sfogliandolo. Mi perdo nelle parole nere come la pece che risaltano sulle pagine bianche panna fino a quando una strana presenza alle mie spalle non mi riporta alla realtà.
<<Dovevi avvisarmi>> la voce di Namjoon non sembra essere per niente serena.
Mi volto e mi ritrovo dannatamente vicino a lui, tremo dentro nel vedere il suo sguardo sul suo viso.
<<Scusa... >> borbotto fissandomi i piedi.
<<Vuoi comprarlo? >> mi indica il libro che tengo ancora tra le mani.
<<Ci sto pensando >> gli do le spalle e lui rimane fermo immobile.
<<Come sempre hai buon gusto>> continua lui.
Oggi è piuttosto chiacchierone, chiudo il libro e me lo metto sottobraccio.
<<Leggi anche tu poesie? >>
<<Qualcosina, ma preferisco i saggi>>
Lo avevo notato pure io dopo avere guardato la sua libreria dell'attico. Decido di avviarmi verso la cassa per comprare il libro ma Namjoon mi precede e tira fuori il telefono, mi prende il libro e lo posa sul banco.
<<Ma che...>> sbigottita dalla situazione rimango senza parole.
<<Pago con il cellulare>> dice alla cassiera, l'altra annuisce e dopo aver stampato lo scontrino ci saluta.
Esco fuori dal libreria senza sapere che reazione avere, ringraziarlo o arrabbiarmi per avermi offerto pure questo?
Moriat e Idaho ci vengono incontro e ci scortano fino ad un ristorante di cucina tipica del posto. Mi ritrovo seduta a tavola ancora sovrappensiero per l'accaduto di prima.
<<Mi offri pure il pranzo? >> chiedo di punto in bianco.
<<Prendilo come un premio per il lavoro che farai>>
<<Non hai una scusa migliore da usare? >> lo accuso.
<<Ti offro il pranzo perché mi fa piacere, ti compro qualsiasi cosa perché mi fa piacere>> alza un sopracciglio <<Così va meglio? >>
Non sorride affatto, è tutto il giorno che fa il gentile eppure il suo umore sembra pessimo.
<<Che hai Nam>>
<<Nam? >> ripete.
<<Preferisci Joonie? >>
Sospira.
<<Meglio Nam>>
<<Allora, Nam, come mai se di pessimo umore? >>
Sentendo di nuovo il soprannome che gli ho dato, un angolo della sua bocca si tira verso l'alto per un millesimo di secondo, poi sparisce.
<<Non ho niente,  Nym>>
Arriccio il naso.
<<Nym non mi convince, dovrebbe chiamarla Bambi>> interviene Idaho seduto al mio fianco.
Il suo capo gli lancia un'occhiata che gli penetra l'anima.
<<A te ti dovremmo chiamare testa d'uovo se continui a stuzzicare il signor Kim>> Moriat legge scrupoloso il menù è non alza nemmeno lo sguardo mentre parla.
<<Non sei muto di solito? >> si lamenta l'altro bodyguard.
<<Basta>> li richiama Namjoon ringhiando a bassa voce.
Trattengo un risolvono divertita e intanto arriva il cameriere per prendere i nostri ordini.

Dopo aver mangiato torniamo al palazzo dell'Attico per poter incontrare Jimin che ci aspetta in uno degli studi. Chiedo a Namjoon se posso andare a prendere l'Ipad e lui mi risponde che ne ha già preparato uno. Sbigottita esco dall'ascensore con i due bodyguard alle spalle che ci accompagnano ad una porta lì vicino. Non c'è nessuna targa, nemmeno un nome o un numero. Deglutisco, il mio battito aumenta e sento l'adrenalina iniziare a scorrere con forza nelle mie vene. Mi ritrovo in un enorme stanza vuota con delle vetrate che occupano l'intera parete come quelle dall'attico. Anche qui la vista è mozzafiato, non c'è nessun arredo apparte un tavolo e delle poltrone. Jimin è in piedi che guarda il paesaggio e appena ci sente entrare si volta a guardarci.
<<Buon pomeriggio>> sorride e si avvicina <<Ti vedo molto meglio, Nymphe >>
<<Grazie >> sorrido leggermente e poi lancio un occhiata ad un cavalletto che non avevo notato.
Sopra via è una quadro coperto da un telo bianco, mi mordo il labbro morbosamente chiedendomi cosa mi aspetterà oggi.
<<E il quadro>> Namjoon muove qualche passo verso l'oggetto in questione e senza esitare rimuove il telo con un unico movimento.
Trattengo il respiro, il mio cuore smette di battere e le mie vene si gelano.
<<Non… >> le parole mi muoiono in bocca e la mia voce si strozza.
Tutti si voltano a guardarmi tranne il boss mafioso che ha lo sguardo incollato sull'opera.
<<Philosophe lisant di Fragonard >> aggiunge poi.
Fisso quell'oggetto prezioso con gli occhi spalancati e pieni di meraviglia. Sussulto. Com'è finito nelle loro mani?
<<Sembrate abbastanza sconvolta >> Jimin mi osserva provando a capire la mia reazione.
<<Dove… >> faccio qualche passo verso l'opera.
<<Devi solo dirmi se è un falso o no>> sottolinea Namjoon.
<<Era scomparso >> mi volto di scatto quasi con rabbia <<Mio padre lo cerca da tutta la vita>> la mia voce si fa addolorata.
<<E purtroppo non deve sapere che si trova qui>> mi risponde ancora una volta freddo come il ghiaccio.
Torno a guardare il quadro con un velo di malinconia, mi piacerebbe poter fare questo lavoro con mio papà. Sospiro perdendomi nelle pennellate schiette dell'artista dai colori chiari che vengono esaltati ancor di più dalla cornice dorata che corona l'opera.
<<Hai tutto il tempo che vuoi per analizzarlo, se ti serve qualcosa ti basterà chiamare>> Namjoon posa una sua mano sulla mia spalla riportandomi alla realtà.
<<E poi? Che ne farai? >> immobile contemplo l'uomo barbuto.
<<Sai già la risposta>> sussurra.
<<Dimmi solo che non finirà in mani sbagliate>> balbetto.
<<Non succederà >> la sua mano scende lungo il mio braccio e con dolcezza mi afferra la vita <<Te lo prometto>> la sua voce calma scioglie immediatamente i miei muscoli tesi.
<<Mi metto al lavoro>> gli prendo la mano per spostarla ma all'improvviso mi ritrovo imprigionata tra le sue braccia muscolose.
<<Sono su nell'attico, sarò pronto ad intervenire in qualsiasi momento >>
Alzo un sopracciglio.
<<Devo solo valutare l'opera o c'è altro che dovrei sapere? >> con forza giro il viso verso di lui.
<<No, è solo molto scrupoloso e pauroso di tutto>> si lamenta Jimin di cui mi ero dimenticata.
<<Fuori! >> ringhia Nam lasciandomi andare e facendo uscire tutti, compreso lui stesso.
Mi lancia un'ultima occhiata e io gli sorrido per rassicurarlo, non credo debba aver paura visto che ci troviamo nel suo palazzo.
Da sola con il quadro decido di mettermi all'opera per poter dare una risposta corretta il prima possibile, non so come mai ma sto sperando che sia un falso. Se fosse il contrario sarebbe un duro colpo e la tentazione di chiamare la mia famiglia per dirglielo sarebbe difficile da bloccare. Scaccio i pensieri, è impossibile che un quadro scomparso da più di 200 anni compaia nelle mani di un mafioso, almeno che Kim Namjoon non sia un trovatore di tesori nascosti.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora