Il Ricatto

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<<Sarò sincera, non so se Idaho uscirà vivo da questa situazione>> osserva Hayoon ancora al centro della stanza che ormai si è svuotata.
Jimin si trova appoggiato allo stipite della porta, silenzioso e pensieroso.
<<Dobbiamo anche pensare all'immunità del clan, non possiamo sacrificare l'intero gruppo per una persona>>
Namjoon si infila una mano in tasca e mi fissa come se io potessi dargli la risposta a tutto.
<<Signora Hayoon>> improvvisamente Jimin parla
La donna si volta a guardarlo.
<<Lei faccia quello che le pare, ma sappia che se non deciderà di salvare Idaho....>> trattiene il respiro << andrò per conto mio>>
Il coreano è serio più che mai, mi domando quanto si amino i due.
<<In questo modo sarai bandito dal clan Kim>> risponde Hayoon senza problemi.
<<Tanto mi avreste espulso comunque>>
Questa volta coglie di sorpresa sia madre che figlio.
<<Che intendi dire Jimin?>> Namjoon sposta lo sguardo sull'amico di lunga data.
<<Io e Idaho abbiamo una relazione>>
La donna coreana alza un sopracciglio e muovo qualche passo verso il coreano, lo prende per una spalla e la stringe con forza.
<<Dimmi che è una stronzata>> ringhia socchiudendo gli occhi a mandorla.
<<Non lo è>> risponde lui sostenendo lo sguardo inferocito di Hayoon.
Mi faccio forza e mi alzo in piedi.
<<Dov'è il problema?>> balbetto <<In questi mesi hanno lavorato senza che la loro relazione li distraesse o altro>> attiro lo sguardo della donna.
<<Tu lo sapevi Nymphe?>> Namjoon aggrotta la fronte.
<<Può darsi>> tossisco.
<<Mi mettete in una situazione spiacevole>> sbuffa Hayoon.
<<Signore è arrivata una lettera per lei>> Moriat entra con passo veloce per fermarsi di fronte al suo capo con una busta in mano.
Quest'ultimo la prende e la apre, legge la lettera attentamente e poi ci riferisce il contenuto. La famiglia Kim vuole J-hope e propone uno scambio: il ladro per il bodyguard, insomma ci hanno ricattato per bene.
<<Cosa?!>> dico allarmata << Credono sul serio che gli daremo Hoseok così facilmente?>>
Passo lo sguardo sui presenti nella stanza e tutti immediatamente lo evitano.
<<Scherziamo vero...>> allibita spalanco la bocca.
Dopo che il ladro ha fatto di tutto per cercare il loro aiuto, adesso viene abbandonato e dato in pasto ai leoni.
<<Non abbiamo nessun motivo per non fare lo scambio: J-hope non fa parte della famiglia>> nel dire quelle parole Namjoon si sente quasi ferito, in quelle ultime settimane aveva creato un legame con Hoseok grazie all'arte, argomento che sta a cuore ad entrambi.
<<Mi spiace Nymphe>> Jimin si volta ed esce dalla stanza.
Rimango paralizzata, a quanto pare non riescono a vedere oltre il clan.
<<Abbiamo una settimana di tempo, pensiamo al da farsi>> Namjoon mi fa cenno di seguirlo.
Con un  masso sul petto lo seguo a testa bassa, in queste situazioni rischio sempre di essere fin troppo empatica. Entriamo nei suoi appartamenti che si trovano a nord-est dell'immensa struttura. Mi lascio andare sul divano e accendo la televisione mentre il coreano rispetta il mio momento di solitudine e si siede dall'altro lato. Il mio cervello inizia a pensare a qualsiasi scenario possibile, fino a quando non raggiunge quello più assurdo. Sospiro, è da quasi un'ora che siamo in silenzio a guardare un film che non interessa a nessuno dei due.  Riempio lo spazio che ci separa e appoggio la testa sulla sua spalla.
<<Non c'è niente che possiamo fare per salvare entrambi?>>
Namjoon solleva il braccio e mi cinge le spalle.
<<Ho riflettuto e sarebbe anche possibile...>>
Osservo il neo sotto il suo labbro inferiore.
<<Ma?>> chiedo.
<<Mia madre è testarda>> sorride malinconico << Però se riusciamo a convincerla allora il gioco è fatto>>
Improvvisamente il masso che mi soffocava sembra essersi fatto un po' più leggero, bisogna solo sperare che non sia cocciuta quanto il figlio.
<<Posso sentire Taehyung>>
La sua stretta si fa più forte.
<<Non mi piace>>
<<Lo so>> sorrido come un ebete.
<<Allora non chiamarlo>>
Mi alzo in piedi, ma lui mi afferra per un braccio fissandomi intensamente con i suoi occhi da dragone.
<<Vai da tua madre, io faccio venire qui Tae>>
Mi lascia il braccio con riluttanza e si alza anche lui.
<<Chiamami se hai bisogno di qualsiasi cosa>> mi prende il viso e mi dà un bacio sfuggente, assaporo quei millesimi di secondo.
Dopo che lui ha lasciato la stanza, prendo il telefono e mi metto in contatto con il coreano dai capelli castani il quale non tarda a rispondere. Sembra già essere a conoscenza della situazione, aspettava solo che io mi facessi viva. Gli mando la posizione e in meno di mezz'ora mi raggiunge.
<<Buona sera>> Taehyung entra con in mano un mazzo di fiori.
<<Sappi che non basteranno quelli per farti perdonare>> mi lamento voltandogli le spalle e aspettando che lui si tolga le scarpe.
<<Non essere permalosa, i miei regali sono sempre stupendi>>
Mi volto a guardarlo.
<<Almeno questi non rischiano di mettermi nei casini>> fingo di essere arrabbiata, ma in fin dei conti non mi dispiace la sua compagnia come amico.
Ci sediamo al tavolo soggiorno degli appartamenti di Namjoon, preparo un tè caldo e metto i fiori in un vaso.
<<Non dirgli che te li ho regalati io>> Taehyung mi ringrazia per la tazza bollente, sembra che fuori faccia parecchio freddo.
<<Primo o poi uno dei due dovrà dirmi come mai vi odiate così tanto>> rido divertita.
I suoi occhi nocciola mi studiano, stanno riflettendo su cosa rispondere. Dire o non dire? Lui vorrebbe certamente parlare, eppure allo stesso tempo vorrebbe rimanere in silenzio per non disturbare la pace trovata da Namjoon.
<<Non ci odiamo>> dice poi << Abbiamo solo avuto dei grattacapi>>
Continuo a non capire, se non è niente di così importante perchè non chiarirsi?
<<Se te ne parlassi...>> lascia il discorso in sospeso <<Non saprei proprio che reazione potresti avere>>
Primo o poi abbiamo tutti bisogno di dire a qualcuno anche il nostro segreto più buio, abbiamo bisogno di esporci al pericolo pur di trovare sostegno e aiuto.
<<Raccontami Tae>>
Iniziò tutto quando lui e Namjoon iniziarono le scuole superiori, si conoscevano già da tempo, ma per via della diffidenza tra le due famiglie non si erano mai realmente conosciuti. Si lanciavano occhiate nei corridoi, mai una parola o un semplice saluto, bisognava mantenere le distanze. Fino a quando l'Universo non decise che i due dovevano incontrarsi e andare contro le regole delle rispettive famiglie.
<<Sei Namjoon?>> chiese Taehyung con le mani nelle tasche dei pantaloni.
L'altro annuì perplesso.
<<Piaci alla mia amica>> disse senza peli sulla lingua il ricciolino.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora