La Sua Vendetta

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Silenziosa mi siedo alla scrivania fingendo di non essere appena arrivata. Non ho più fatto domande a Idaho, di conseguenza la mia testa sta immaginando tremila motivi per cui i due fossero insieme, ma soprattutto perché erano così vicini.
<<Quando siete arrivata? >> Katelyn, la mia capo settore, spunta alle mie spalle.
<<Sono qui da stamattina >> non la guardo negli occhi per paura che lei possa capire che il tutto è una grossa balla.
<<Non ti avevo notata>> fa spallucce <<Lavora e non battere la fiacca>> fa ondeggiare la sua coda di cavallo andando probabilmente a prendersi il millesimo caffè della giornata.
Sollevata mi rilasso sulla sedia e noto che Darcy non c'è, aggrotto la fronte, non mi aveva detto che si sarebbe assentata. Anzi, mi aveva detto che saremmo uscite a pranzo, provo a contattarla senza successo. Probabilmente è dovuta uscire per un appuntamento all'ultimo, eppure qualcosa mi dice che il tutto è strano. Da quando sono stata aggredita dal signor Zanca ho paura che la stessa cosa possa capitare ad altri, ma soprattutto che possa capitare anche alla mia Darcy. Mi sfregio il viso, che grazie a dio non mi ero truccata, e senza nemmeno pensarci due volte abbandono la mia scrivania. Con grandi falcate raggiungo l'ascensore, premo più volte il pulsante dell'ultimo piano e nervosa aspetto di salire. Apro la porta del suo ufficio senza neppure bussare e lui si trova lì, alla sua scrivania, mentre lavora al computer. La porta si chiude alle mie spalle, immobile lo fisso chiedendomi perché mi trovo qui. Sì, sono pazza e l'universo mi odia per questa mia pazzia, mi castiga per tutto i casini che sto combinando. Namjoon alza lo sguardo e i suoi occhi da dragone si fanno taglienti, mi manca il respiro a vederlo.
<<Ciao.... >> balbetto maledicendo la mia perfida mente.
Lui non dà segni di risposta e riprende a scrivere a computer, deglutisco con così tanta forza che probabilmente mi avrà sentito pure lui.
<<Non ho nemmeno bussato... perdonami.... >> mi appoggio alla porta e mi faccio sempre più piccola.
Sbuffa attirando la mia attenzione.
<< Dimmi>> si lascia andare sullo schienale della sedia e incrocia le braccia al petto.
<<Ecco... >> muovo qualche passo.
Sono venuta per chiedere di Darcy o ho usato la mia amica come scusa per poterlo rivedere?
<<È da un po' che non ci vediamo... >> mi fermo a qualche metro dalla scrivania.
Lui alza un sopracciglio, sorpreso ma allo stesso tempo confuso.
<<No>> mi prendo il viso tra le mani <<Sono qui per tremila motivi ma non so proprio da quale iniziare >> disperata sento un nodo alla gola e gli occhi farsi lucidi.
<<Intanto siediti>> la sua voce rimane impassibile, sembra quasi di rivedere il Namjoon delle prime volte che ci eravamo visti.
Mantenendo lo sguardo basso mi faccio forza e mi siedo sulla poltroncina posta di fronte a lui.
<<Darcy, la mia amica e collega, non mi risponde. So che sto facendo la figura della paranoica>> mi torturo le dita delle mani e sento il mio battito cardiaco accelerare.
<<La faccio cercare subito>> prende il telefono e chiama uno dei suoi uomini, dopo aver impartito qualche ordine mette giù la chiamata.
<<Gli altri motivi? >> chiede incuriosito, si rilassa sulla sedia e il suo viso sembra quasi addolcirsi.
<<Mi mancavi>> dico tutto d'un fiato.
Non so se vi è mai capitato di essere stati presi alla sprovvista da un vento così forte che vi ha fatto volare via il cappello che indossavate. Questo è quello che Kim Namjoon ha di sicuro provato quando mi ha sentito pronunciare queste due paroline. I suoi occhi stretti si allargano, socchiude le labbra morbide e trattiene il respiro come se da un momento all'altro potesse avvenire il finimmondo
<<Nam... >> sussurro preoccupata dalla sua reazione.
Si alza dalla sedia e sorpassa la scrivania per avvicinarsi, senza dir nulla, se non con lo sguardo, mi alzo pure io.
<<Nymphe>> il suo volto tramuta in malinconia e la sua mano scivola sulla mia guancia con dolcezza.
Stavolta sono io quella che trattiene il respiro, Namjoon si china sul mio viso e si ferma a qualche centimetro dalle mie labbra tremanti. Accarezza la mia bocca con un bacio delicato che manda in tilt tutto il mio corpo, cerco in qualche modo di mantenere il controllo, questa volta non lo farò scappare. Con gli occhi ancora chiusi aspetto un altro bacio che non tarda ad arrivare, rapido e leggiadro. Voglio di più, ecco cosa sta urlando qualsiasi parte di me. Inaspettatamente ne arriva un altro, vorrei afferrare il suo viso e baciarlo con passione ardente, ma lui ha in mente altro.
<<Mi stai torturando>>sussurro senza fiato.
<<Ti ho solo baciata>> risponde gongolando << Se qualcuno si mette contro di me se ne dovrà pentire prima o poi>> lesto mi bacia ancora senza darmi nemmeno il tempo di capire cosa sta succedendo<< E questa è la mia vendetta per avermi fatto perdere la testa>>
Mugolo dal dolore provato, devo stare ferma o lui, probabilmente, scapperà da me veramente questa volta.
<<Perdonami... >> stringo i pugni per sforzarmi di non saltar gli addosso.
<<Dovrai far molto per avere il mio perdono>> sussurra al mio orecchio.
Entrambe le sue mani prendono le mie per farle rilassare e in quel esatto istante inizia la vera e propria tortura. Le sue labbra cominciano a baciarmi l'orecchio e a scendere lungo il collo per poi fermarsi sulla clavicola. Lascia ricadere il viso all'indietro facendogli capire che la cosa mi sta più che piacendo. Lascia una delle mie mani e mi afferra con dolcezza alla vita attirandomi a sé. Il calore del suo corpo mi investe tanto da farmi girare la testa, in confronto io sono un iceberg che si è appena staccato dal polo. Sussulto nel sentire i nostri bacini sfregare.
<< Nam... >>
<<Baciami >> mi impartisce con voce sensuale.
Non me lo faccio ripetere due volte e prendo il viso tra le mie mani per poi offrirgli il paradiso.
Un tonfo alla porta improvviso ci fa sobbalzare, mi stringo a lui impaurita.
<<Chi è? >> il suo tono si fa pesante.
<<Signore è un'emergenza >> riconosco immediatamente la voce di Moriat.
Lascio Namjoon con malavoglia e dopo qualche secondo il bodyguard fa il suo ingresso.
<<Spero sia sul serio un'emergenza >> il capo mafioso mi lancia un'occhiata <<Sono piuttosto impegnato >>
Sento il mio viso scaldarsi.
<<C'è stato un problema con lo scambio>>
In questo preciso momento la parola fine è stata posta alla mia vita.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora