Il Bugiardo

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Cammino tra le scrivanie, sbadiglio, probabilmente mi andrò a prendere un caffè per non rischiare di addormentarmi. Poso la borsa e un oggetto a me sconosciuto mi salta all'occhio. Prendo la scatolina con un fiocco verde smeraldo, la rigiro tra le mie mani e la apro. Corrugo la fronte. Alzo il viso e mi guardo attorno. Mi rigiro tra le mani le chiavi di una macchina, le rimetto nella scatola e la richiudo. Decido di lasciare da parte il regalo e provo a concentrarmi sul lavoro, oggi ho alcuni clienti da incontrare. Solo prima di andare via me ne ricordo, scendo nel parcheggio e premo il bottoncino per aprire la macchina. I fari di una macchina in fondo sulla destra si accendono, mi avvicino, apro la portiera e mi siedo sul sedile del guidatore. Sospiro e riguardo le chiavi in cerca di indizi. Sul portachiavi vi sono incise due iniziali, socchiudo gli occhi.

K. N.

Mi lascio andare sul sedile, stringo i pugni e sbuffo diverse volte. Esco dall'auto stringendo i denti, sbatto la portiera con forza e mi dirigo a grandi falcate verso l'uscita. Cerco di ricordarmi dove si trova l'attico di Namjoon, non dovrebbe essere poi così lontano. L'aria mi scompiglia i capelli, mi fa male la gola e mi scoppia la testa. Non voglio la sua macchina, chiedo solo di avere delle dannate spiegazioni. Vago per vie sconosciute e finalmente raggiungo l'entrata, premo più volte il pulsante dell'ascensore. Entro e salgo fino all'ultimo piano, non so nemmeno perché sto andando sinceramente. Potrebbe sembrare solo una scusa per poterlo rivedere. Si aprono le porte e compare davanti a me il lungo e stretto corridoio dell'atticco, due persone si trovano davanti alla porta. Di sicuro sono due bodyguard, mi rendo conto in seguito che non è affatto così. Uno dei due è Min Yoon-gi. Mi blocco alle sue spalle, il sangue inizia a ribollire nelle mie vene, vorrei gridare, piangere e scappare.
<<Salve>> dice l'altro uomo alto quanto il detective <<Come mai è qui? >> intravedo il suo viso attraente.
<<Signor Yoon-gi... >> balbetto con un groppo in gola.
Si volta, non ha espressione in viso e mi guarda come se tutto fosse normale.
<<Mi spieghi>> dico secca.
<<Non ho niente da spiegare>> risponde lui con tono pacato.
<<Conosce Namjoon? >> il suo nome mi procura una fitta al cuore.
<<Te lo ripeto, non ho niente da spiegare >>
<<Quindi la storia del signor Zanca era tutta una balla>> raccolgo tutte le forze <<Mi ha mentito>>
Lui non risponde e mi supera per andare verso l'ascensore.
<<Non la pagherò >> dico quasi piangendo.
<<Arrivederci>>
<<Devi essere Deveune Nymphe >> la voce soave dell'altro ragazzo mi fa dimenticare Min Yoon-gi.
<<Chi sei? >>
<<Park Jimin, diciamo un collega di Namjoon>> si avvicina a me e mi accarezza una guancia <<Sei pallida e fredda, meglio che torni a casa o rischi di prenderti qualcosa>> mi sposta una ciocca di capelli.
<<Devo vedere Namjoon>>
La sua espressione cambia, sembra essere perplesso.
<<Non per ringraziarlo immagino>>
<<Dov'è? >>
<<Non c'è >>
<<Quindi fai la guardia a vuoto>> sbuffo digrignando i denti << Ecco, riportale al tuo capo>> gli mollo nelle mani la scatola con il fiocco verde.
<<Tienile>> insiste lui.
<<Non voglio più niente da lui>> mi è passata la voglia di discutere, non trovo nemmeno più un senso in tutto ciò.
Muovo qualche passo, lui non mi ferma, me ne vado con un masso sopra il petto. Esco dal palazzo e un goccia mi cade sull'occhio, alzo il viso e inizia a piovigginare. Prendo un bus per tornare a casa, non vedo l'ora di raggomitolarmi nel letto e sfogarmi. Vorrei poter chiamare Darcy, ma visto che non le ho raccontato tutto non credo che capirebbe la mia storia a metà. Mi strofino gli occhi chiusi, mi rendo conto di non abitare poi così lontana da lui. Che pensiero inutile. La pioggia si è fatta più forte, un lampo strappa il cielo nero e grigio. Corro verso il portone e velocemente mi fiondo dentro, mi accarezzo i capelli, non sono fradici come immaginavo. Entro in casa, mi faccio una doccia calda, mi metto qualcosa di comodo e mi preparo qualcosa di caldo per calmarmi. Provo a guardare un film ma poco dopo mi ritrovo a guardare il telefono per cercare qualcosa di più su Min Yoon-gi. Spento sia telefono che tv, non c'è possibilità che io riesca a distrarmi. All'improvviso il suono del campanello mi fa sobbalzare. Guardo attraverso lo spioncino, un brivido sale lungo la mia schiena. Le mie mani si muovono prima che io possa pensare al da farsi, apro la porta.
<<Io... >> fradicio da capo a piedi, Namjoon si trova davanti alla porta di casa mia.
Mi faccio da parte, rimanendo in silenzio, per farlo entrare e farlo asciugare. Lo lascio solo in soggiorno e gli porto degli asciugamani. Cala un silenzio tombale nell'appartamento, solo i tuoni rimbombano nel vuoto della stanza. Si asciuga i capelli e noto il suo strano outfit. Una maglia verde bottiglia con sopra una giacca nera antipioggia, un paio di jeans azzurro chiaro e un paio di sneakers.
<<Non pensavo di dover fare gli straordinari >> dico attirando la sua attenzione.
<<Ascolta quello che ho da dirti>> giocherella con l'asciugamano.
<<Chiamate Idaho, sono sicura che vi verrà a prendere. Se non avete il telefono vi presto il mio>>
<<Nymphe >> mi richiama con voce profonda.
Gli do le spalle, lo so che se mi giro rischio di scoppiare. Come alla galleria d'arte avvicina le sue labbra al mio orecchio, questa volta non parla.
<<Non voglio più saperne. Siete solo un bugiardo>> sussurro con la voce spezzata.
<<Devo>>
Mi mordo il labbro imprecando tutti gli dei che esistono.
<<Bugiardo>> ripeto.
<<Il veleno non era per te>> queste parole assurde mi mettono sull'attenti, mi allontano da lui e mi giro a fissarlo.
<<Cosa?! >> mi tremano le mani, se tutto questo è vero perché non me lo ha detto prima.
<<Ora che sai questo smettila di frugare in giro>> muove un passo verso di me <<Finirai nei guai se mi continui a seguire>>
<<Sei tu quello che continua >> sibilo ora arrabbiata.
Il mio umore non è mai cambiato tanto velocemente quanto oggi, da dolore a stupore, da stupore a rabbia.
<<Mi hai regalato una macchina, fatalità dopo che Idaho mi ha fatto visita>> mi allontano ancora, se Namjoon si avvicina credo che potrei sciogliermi tra le sue braccia e piangere come una bambina.
<<VOLEVO SOLO SAPERTI AL SICURO>> alza la voce addolorato.
Di nuovo quella sua espressione strana, rimpiange di aver detto quella frase e di avermi mostrato le sue emozioni.
<<Parlami>> soffoco <<Parlami di chi sei veramente >>
<<No>> le sue guance arrossata e i capelli spettinati lo rendono ancora più attraente.
Solo ora noto la maglia appiccicata al suo petto che lascia intravedere i muscoli.
<<Parlami>>
<<Sarai in pericolo>>
<<Lo sono già stata>>
<<Scapperai>>
<<Parlami>>
<<Io.... >>

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora