Il Folletto

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<<Posso pensarci? >> prendo una ad una le dita di Namjoon.
<<Fino a domani sera>> Jimin si alza dalla sedia e il suo capo persiste a fissarlo con sguardo incendiato.
<<Ti avevo detto di lasciarla in pace>> ringhia poi.
<<Pensi sul serio che ti avrei ascoltato? >> questa volta sorride compiaciuto e senza aggiungere altro ci saluta visto che ha fretta di andare al lavoro.
<<Non avete nessuno che può verificare l'opera? >> noto che lo sto facendo agitare e gli lascio la mano.
<<Ce l'abbiamo, ma lui deve fare sempre di testa sua>> si passa una mano sul viso preoccupato.
<<Devo solo vederla  e dire cosa ne penso, giusto? >>
Annuisce sudando freddo, non vuole proprio che io faccia questo lavoro.
<<Allora non c'è problema>>
Lui si blocca e poi fa diversi respiri,si alza e cammina intorno al tavolo senza darsi tregua. Appena mi passa dietro lo afferro per una manica e lo guardo con insistenza.
<<Namjoon>> non so nemmeno perché l'ho fatto.
I suoi occhi si posano sul mio viso e con una mano mi accarezza una ciocca di capelli.
<<E se così facendo ti mettessi nuovamente in pericolo? >> la sua voce è acuta e addolorata.
<<Hai promesso che non succederà di nuovo>>  gli sorrido <<E io mi fido>>
Si china su di me, lascia andare la ciocca di capelli e mi solleva i ciuffi sulla fronte. Con l'altra mano mi prende il mento e inaspettatamente le sue labbra si posano sulla mia candida fronte. Chiudo gli occhi per godermi quel momento che vorrei fosse interminabile e che invece dura solo qualche millesimo di secondo. Convinta che lui si allontani sospiro malinconica, lui però rimane a qualche centimetro di distanza da me per poi andare a posare nuovamente le sue labbra sulla mia tempia destra. Trattengo il respiro e socchiudo le labbra, le mie mani tremano dall'eccitazione e, ormai d'abitudine, il mio cuore salterella qua e là. Adesso le sue labbra si trovano sul mio zigomo, scendono sulla mia guancia e raggiungono la mandibola. Con una mano mi stringo l'orlo della felpa per non dare di matto, deglutisco a fatica impaurita che lui possa scappare. Mi lascia andare il mento e la mano che dalla fronte è scivolata sulla mia guancia si stacca tremante. Riapro gli occhi, senza nemmeno fare rumore si è allontanato con passo felpato. Lo vedo mentre inizia a lavare le stoviglie della colazione, d'istinto mi alzo e dimezzo la distanza che c'è tra di noi per poi abbracciarlo da dietro. Namjoon sussulta, non si volta e non dice nulla. Affondo il viso nella sua schiena e a volgo la sua vita con entrambe le braccia e a malapena le mie dita si raggiungono l'un l'altra. Madonna. Rimango lì fino a quando non finisce di pulire le ultime cose.
<<Sono scappato>> borbotta sempre dandomi le spalle.
<<Non sforzarti>> stringo ancora.
<<Mi lasci senza fiato così >> finalmente si gira e io lo lascio prendere aria.
Ha le guance rosee come una pesca matura, non mi trattengo e ne affermo una tra l'indice e il pollice della mia mano. Come mi aspettavo sono dannatamente morbide e soprattutto calde.
<<Sei caldo>> appoggio entrambe le mani sul suo viso <<Ti senti bene? >> gli accarezzo la fronte che anch'essa risulta essere calda.
<<Sei tu quella con le mani fredde>> si lamenta lui intrappolato tra il mio corpo e il lavandino,  non ha vie di scampo.
<<Hai riposato? >> insisto iniziando a preoccuparmi.
<<Nymphe>> mi afferra le mani << Sto bene>>
Mi faccio da parte e lui si avvia verso le scale.
<<Vado a prepararmi per il lavoro, tra poco arriva Idaho che ti dà una mano con le tue robe>>
Lo seguo confusa.
<<Quali robe ? >>
Di nuovo ci fermiamo davanti alla porta di camera sua.
<<Ad esempio i tuoi vestiti, non vorrai passare tutto il tempo ad usare i miei>>
Perché no, sono così comodi.
<<Poi passa il dottore a visitarti nel tardo pomeriggio>> aggiunge aprendo la porta.
<<Ho una giornata bella piena>> osservo <<Quando torni? >>
<<Non lo so >> si chiude la porta alle spalle.
<<Dimmi almeno se torni oggi pomeriggio, sta sera, sta notte o domani>> mi lamento.
Lui ricompare davanti a me senza felpa e con solo una maglia nera addosso che gli aderisce sul petto.
<<Al massimo sta notte>>
<<Sati attento…. >> sussurro.
Lui non capisce e senza chiedermi spiegazioni si rintana nella sua camera. Fisso la porta, le immagini della camicia insanguinata continuano a tornarmi alla memoria.

Idaho carica gli ultimi sacchetti nel baule della macchina e infine saliamo tutti e due nei posti davanti.
<<È da un po' che non vedo Moriat>> commento
<<Ah… A quanto pare sta poco bene. Niente di grave eh>> fa partire l'auto e mette la freccia.
<<Tu non ti prendi mai pause? >> mi domando quanta energia possa avere per poter fare questo lavoro frenetico, se lavoro si può chiamare.
<<Vedo che ti stai riprendendo alla grande>> sorride concentrato sulla strada.
Capisco che non ha intenzione di rispondermi e opto per guardare il paesaggio della città. Sul display della macchina compare una chiamata in arrivo da Jimin, Idaho subito risponde.
<<Ciao folletto>> la voce attraente dell'asiatico mette subito in imbarazzo il bodyguard.
<<Siete in vivavoce signore>> gli risponde mentre cerca di mantenere un'espressione impassibile.
<<Ops>> la risata cristallina di Jimin è contagiosa <<Chi c'è che ascolta? >>
<<Denueve>>
<<Nymphe>> mi chiama <<Hai già pensato? >>
<<Sì, ma ti conviene metterti d'accordo con Namjoon prima che sia di matto >> gli rispondo sarcastica.
<< Non hai tutti i torti. Che dire mi hai salvato Bambi, ti farò sapere il prima possibile tutte le informazioni >>
Saluta Idaho e poi chiude la chiamata. Bambi. Qualcuno altro mi chiama sempre così…  Con la coda dell'occhio guardo l'uomo seduto al mio fianco e inizio seriamente a chiedermi che tipo di relazione ci sia tra Idaho e Jimin.

Park Jimin mette il telefono in tasca e inizia a mordicchiarsi l'unghia di un dito, avrebbe potuto non rispondere se aveva compagnia. L'adrenalina inizia a scorrere nel suo corpo, l'essere scoperti lo eccita dannatamente. Smette di torturare la povera unghia e si passa una mano tra i capelli biondi come il grano, ultimamente si chiede quale potrebbe essere la reazione del suo capo se scoprisse tutto ciò. Rabbia? Oppure per una volta tanto potrebbe essere felice.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora