Un Sole Dietro Le Colline

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Silenziosa lo fisso ancora seduta a tavola. Cosa intendeva con "Relazione?", vuole forse dirmi che tra me  e lui non c'è nulla? Mi mordo il labbro sovrappensiero, porgli quella domanda diventa quasi pesante. Sento la gola seccarsi all'improvviso nonostante abbia appena bevuto la tisana, forse la mia mente è volata ancora una volta troppo lontana. Namjoon finisce di sciacquare le tazze e si volta verso di me, mi osserva per qualche secondo per poi piegare la testa da un lato.
<<Io….>> sento le parole grattare come carta vetrata.
<<Ho forse detto qualcosa di sbagliato?>> si appoggia al lavello della cucina << Mi sembrava fosse scontato che tra noi non c'è altro che una promessa>> le sue parole escono dalla sua bocca come se fossero normali, come se avessero un senso.
Faccio per ribattere ma ormai il suo ragionamento sembra quasi avere un senso. Sposto velocemente lo sguardo, mi sembra quasi di essere in un posto a me sconosciuto.
<<Cambiando discorso, prima di farti conoscere mia madre avevo in mente di portarti a fare una piccola vacanza>>
La sensazione che lui non voglia parlare di certe cose nasce in me, come riesce a passare  dal parlare di noi dua al parlare di andare in vacanza?
<<E dove?>> chiedo come se tutta la conversazione di prima non fosse mai avvenuta.
<<In montagna, so che di recente ha nevicato molto>>
Mi gratto il capo, purtroppo io sono ancora bloccata alle parole di prima.
<<Nam>>
<<Dimmi>>
Mi concentro sui suoi occhi da dragone stanchi per la lunga giornata.
<<Niente, vado a leggere in camera>>
Lui non risponde e io mi alzo senza pensarci due volte lasciandolo solo in soggiorno. Mi sdraio sul letto dove rimango distesa fino all'ora di cena. Riprendiamo a parlare come due semplici coinquilini, niente di più niente di meno. Eppure le parole di prima hanno fatto male, perché questo uomo non vuole parlare di relazioni?
<<Sei mai stato fidanzato?>> chiedo di punto in bianco a fine cena.
<<Non sono cose che ti riguardano>> risponde con noncuranza.
La conversazione termina lì, mi ritiro in camera e lui rimane in soggiorno per finire delle questioni di lavoro. Provo a chiudere gli occhi senza alcun successo, le sue dannate parole risuonano nella mia testa. A questo punto mi chiedo perché allora vuole che io entri nella sua famiglia. Nam, però, non sembra essere molto disponibile al dialogo. La porta cigola e subito riconosco i suoi passi.
<<Posso restare?>> sussurra avvicinandosi al letto.
Non si comporta in modo corretto, prima dice una cosa e poi ne fa un'altra.
<<È da tanto che non vengo in camera…>>
Deglutisco.
<<Nymphe>> la sua mano accarezza il mio viso << È tutta la serata che ti vedo turbata>>
<<Fai come vuoi>> gli rispondo indecisa voltandomi dall'altra parte.
Lo sento stendersi e accomodarsi sotto il piumone, il calore del suo corpo invade le mie membra. Che l'universo lo maledica.

Sbadiglio chiedendomi  che ore siano, mi sembra quasi di avere dormito più del solito. Mi accorgo di essere sdraiata su petto di Nam e che un suo braccio mi cinge la vita, provo a spostarlo per provare a vedere l'ora della sveglia. Lo sento grugnire probabilmente infastidito dal mio movimento, osservo nella penombra i suoi lineamenti. Viviamo insieme, dormiamo insieme e ci baciamo , se non stiamo insieme allora deve darmi sul serio una spiegazione su tutto. Quella maledetta domanda continua a irrompere nei miei pensieri, provo a non farci caso e ritento a spostare l'enorme braccio muscoloso. Questa volta decide di voltarsi sul lato verso di me e mi imprigiona completamente tra le sue braccia. Forse è meglio cosi, almeno ho la scusante per arrivare tardi al lavoro. Mi rendo conto di quanto i nostri visi siano vicini, nonostante le parole di ieri ho una voglia tremendo di baciarlo. Allungo le dita e accarezzo le sue labbra sottili facendo fremere il suo corpo.
<<Solletico…>> mugugna con gli occhi socchiusi.
<<Non volevo svegliarti>> dico a bassa voce ritirando la mano e arrossendo leggermente.
Sento la sua fronte appoggiarsi sulla mia, trattengo il respiro e i suoi occhi si spalancano totalmente come quando il sole sorge dietro le colline.
<<Devo andare al lavoro>> balbetto prima di dire altre cavolate e di rovinare il momento di equilibrio tra noi due.
<<Niente lavoro>> mi blocca trattenendomi dalla vita <<Andiamo in montagna>>
<<Oggi?>> stupita riesco finalmente a mettermi seduta e realizzo che ormai è troppo tardi per andare a lavoro.
<<Ieri sera ti ho visto strana e ho pensato che ti servisse del tempo per riposare>>
Lo guardo dall'alto, mi ero completamente dimenticata del suo viso di primo mattino, con gli occhi ancora assonati, le guance piene e colorate e le labbra secche. Gli pizzico una guancia e lui corruga la fronte.
<<Va bene che sei il mio capo, ma anche i miei colleghi si faranno qualche domanda su tutte queste mie assenze in ufficio>>
<<Che pensino quello che vogliono>>
<<Penseranno che fai dei favoreggiamenti, che magari noi due abbiamo una relazione>> dico cercando di scherzarci sopra.
Lui afferra il polso della mano con cui lo sto tartassando. Si mette seduto e mi fissa con insistenza.
<<Che succede?>>
<<Volevo solo farti capire che rischio di metterti in una brutta posizione…>> balbetto agitandomi.
<<Parla in modo chiaro, di solito sei impulsiva e mi dici tutto>>
Mi mordo la lingua.
<<Vorrei solo capire tra di noi…insomma cosa siamo l'uno per l'altro….>>
Abbassa lo sguardo e per qualche secondo rimane muto a riflettere sulla mia perplessità, la prende in considerazione, Analizza parola per parola e valuta cosa dire.
<<Spero di non averti ferita, ma vorrei lasciare le cose indefinite. Se ti preoccupa il fatto che io possa andare con qualcun'altra ti assicuro…>>
Lo blocco immediatamente.
<<Se non vuoi esprimere i tuoi sentimenti lo capisco, ma non venirmi a dire che non c'è niente se non solo una promessa>>
<<Per il momento>> aggiunge lui anche se non totalmente convinto di quello che sta dicendo.
<<Nam a me sembra che quello confuso sia tu>> ritraggono il braccio e lui lascia andare la mano <<Dimmi solo che hai bisogno del tuo tempo>>
Si appoggia con la schiena alla testiera del letto mentre io tremo dentro, ho veramente paura di dre qualcosa di troppo.
<<E se dopo quel tempo me ne andassi?>>
<<Mi faresti del male>> gli rispondo senza guardarlo in viso.
Prendo il bastone per poter aprire la finestra sul soffitto, i pochi raggi di sole che non sono nascosti dalle nuvole fanno breccia nella stanza.
<<Sei una delle poche persone a cui non vorrei fare del male>>
Mi volto a guardarlo, la pelle leggermente abbronzata viene illuminata dalla luce naturale.
<<Prepariamoci per la montagna allora>> dico sorridendo come un ebete.
Dio mio basta sul serio così poco per farmi sciogliere?

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora