E Allora Cosa Siamo?

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La macchina accosta al bordo della strada su un immenso prato verde, Idaho mi apre la portiera e la brezza del vento accarezza i miei capelli. Mi guardo attorno ammirando il paesaggio stupita, i ciuffi d'erba che ondeggiano, il cielo azzurro senza nuvole e il sole che illumina senza scottare la pelle.
<<Un posto particolare per incontrarsi>> Jimin scende dopo di me << poi con questo sole accecante>> si lamenta strizzando gli occhi.
Una donna con un completo nero ci aspetta qualche metro più avanti e ci fa segno di seguirla. Incuriosita, senza farmelo ripetere due volte, la raggiungo con grandi falcate.
<<Vada con calma Nymphe>> mi richiama il bodyguard
Rimango ammaliata da una chiazza di fiorellini blu, mi accorgo solo dopo che tutto il prato è costellato da numerose chiazze di fiori. Decido di coglierne uno per sentirne il profumo
<<Vuoi portare un mazzolino di fiori al tuo amato?>> Jimin spunta al mio fianco.
Gli lancio un'occhiata e lascio perdere il fiorellino che leggiadro cade tra l'erba. In lontananza scorgo quello che sembra essere un bersó ( gazebo ricoperto da piante rampicanti), sotto di esso vi sono riunite un piccolo gruppo di persone. Aumento il passo e supero la nostra guida, mi sollevo la lunga gonna bianca con stampe floreali e inizio a correre nel momento in cui mi accorgo della presenza di Namjoon. Rallento quando ormai ho raggiunto la struttura.
<<Nam>> mi soffermo con il fiatone ad osservare il suo viso teso.
<<Chi si rivede!>> Taehyung si alza da un divanetto per venirmi incontro.
<<Taeh…yung>> sconvolta fisso il coreano che indossa una polo bianco con un golfino verde pastello e un paio di pantaloni marroncino chiaro.
<<Signor Kim>> una voce femminile alle mie spalle mette sull'attenti i due boss mafiosi << intendevo signor Kim Taehyung>> la donna che ci ha accompagnato si ferma vicino a due uomini in piedi.
<<La ringrazio>> il suo sorriso svanisce.
<<Sediamoci>> impartisce Namjoon indicandomi un divano.
Il mio sguardo, però, cade sul laghetto a qualche metro di distanza da noi. Spalanco la bocca meravigliata e senza staccare gli occhi di dosso  dall'immensa pozza azzurra mi siedo. Taehyung si siede di fronte a noi lasciandosi andare sullo schienale, mentre Jimin e Idaho rimangono in piedi al fianco di Moriat.
<<Nymphe>> il coreano dai capelli mossi cerca immediatamente di attirare la mia attenzione.
<<Hai portato quello che ti avevo chiesto?>> lo interrompe l'altro.
<<Si>> risponde Taehyung a denti stretti << Non pensare che io mi stia lasciando mettere i piedi in testa>> sottolinea con forza quest'ultima frase.
Da una valigetta tira fuori una cartellina gialla contenente numerosi fogli.
<<Sono tutti i casi in cui J-hope è stato coinvolto>>
Namjoon inizia a sfogliare il plico di fogli aggrottando spesso la fronte.
<<È uno dei nostri nemici più acerrimi, ci sfugge sempre>> aggiunge TAehyung.
Finalmente dedico la mia attenzione ai fogli sparpagliati sul tavolino in legno di fronte a noi.
<<Questi quadri….>> sussurro prendendo una foto <<impossibile>> spalanco gli occhi.
I due boss mafiosi si voltano a guardarmi aspettando che io dica dell'altro.
Con il fiato sospeso prendo un'altra foto.
<< Sono spariti sul mercato nero circa quattro anni fa in seguito ad una truffa spropositata>> sbatto le palpebre << ho perso il mio precedente lavoro per queste opere….>> in pochi istanti sento la rabbia bruciare dal profondo del mio stomaco.
<<Precedente lavoro?>> Tae scruta il mio sguardo.
<<Non ti deve interessare>> ringhia Nam.
<<Volete dirmi che è stato J-hope? Da solo è riuscito a rubare così tanti quadri?>> mi volto verso il coreano seduto al mio fianco.
<<Di quanti quadri stai parlando?>> chiede lui vedendo il mio sguardo allibito.
<<Una ventina>>
Namjoon spalanca gli occhi e tutti e due torniamo a guardare la foto che tengo in mano di un quadro paesaggistico.
<< È stata la mia famiglia a rubarli>> la voce di Taehyung risuona nell'aria.
<<Come….>> balbetto.
<< Io non ne so niente, sono stato allontanato dal mio stesso gruppo famigliare>> fa una smorfia << hanno deciso di esiliarmi in un altro Paese>>
Il dolore nelle sue parole si insinua fin nelle parti più nascoste del mio cuore e per un attimo non posso non condividere l'amaro sentimento.
<<Il tuo gruppo di appartenenza ha qualche relazione con il ladro?>> Namjoon non sembra preoccuparsi dell'altro e continua come se niente fosse.
<<Sono quasi sicuro che J-hope li abbia ingannati, le opere sono svanite dalle nostre mani con un incendio >> si gira verso un uomo con un papillon e gli fa segno di avvicinarsi << e quel ladro ha lasciato il suo zampino>>
<<Cosa desiderate signore?>> l'uomo china il capo
<<Del té e qualcosa da mettere sotto i denti>>

Mi chino verso l'acqua cristallina e con un dito ne accarezzo la superficie. Lancio uno sguardo alle mie spalle, mi sono allontanata quando i due hanno iniziato a bisticciare di cose a me sconosciute. Inoltre ho veramente bisogno di schiarirmi le idee che assillano la mia testa. Torno a specchiarmi nell'acqua che si è increspata a causa dei miei movimenti, mi chiedo se riusciremmo sul serio a trovare questo J-hope. Non sappiamo come è fatto, non sappiamo il suo nome e nemmeno come agisce. Vedo solo oscurità intorno al suo nome, eppure il piccolo disegno a fiore con uno smile sembra dire tutt'altro.
<<Vedo che il posto ti piace>> Taehyung si china al mio fianco.
<<Mi spiace per la tua famiglia>> dico d'impulso.
Mi regala un sorriso che io non ricambio.
<<Io sto bene….>> vengo interrotta da Namjoon che mi chiama.
<<Andiamo a casa Nymphe>> si avvicina e io mi alzo.
Mi allunga una mano e io la fisso senza capire. I nostri sguardi si incontrano, poi capisco.

Camminiamo mano nella mano fino alla macchina in silenzio, nemmeno i due bodyguard e Jimin osano dire una parola. Durante il viaggio in macchina Namjoon e il suo braccio destro discutono dell'incontro appena avvenuto, ma io non riesco a fare a meno di pensare a quei quadri scomparsi. Dopodiché raggiungiamo l'appartamento è rimaniamo io e lui soli in soggiorno.
<<Vuoi qualcosa di caldo?>> chiede Namjoon riempiendo il bollitore d'acqua.
<<Si, grazie>> mi siedo a tavola persa nei miei pensieri.
<<Ci stai pensando?>> chiede sedendosi vicino a me.
<<Ai quadri?>>
I suoi occhi da dragone si socchiudono e due fossette compaiono sulle sue guance.
<<Intendevo la proposta>> sorride divertito.
<<Uh…>> mi passo una ciocca dietro l'orecchio imbarazzata.
<<Potresti diventare una delle colonne portanti grazie alle tue abilità >>
Io che pensavo che volesse farmi entrare nella sua famiglia come moglie.
<<Quindi dovremmo sposarci?>> chiedo senza pensarci troppo.
Cala il silenzio.
<<Non per forza se il capo del gruppo famigliare decide di accoglierti >> si alza velocemente per spegnere il bollitore.
Le mie guance si colorano di rosa  e un pensiero melenso attraversa la mia mente.
<<Chi sarebbe il capo ? Pensavo fossi tu>>
<< Io sono la facciata, mia madre è colei che tira le fila>> mi porge una tazza calda.
Il sorriso è svanito dal suo volto, o comunque non è lo stesso di prima.
Rabbrividisco ripensando a quello che mi aveva detto Idaho.
<<E accetta la nostra relazione?>>
<<Relazione?>> ripete Namjoon sollevando lo sguardo.
<<Beh noi due siamo…..>> porgo attenzione ad ogni suo movimento.
<<In sua presenza non definirla come tale>> dice secco.
E allora cosa siamo?

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora