Inaspettato

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In quattro e quattr'otto l'ufficio di Namjoon si riempe di persone, io mi ritrovo seduta su una poltroncina ad uno degli angolini. Il boss mafioso discute con Yoon-gi sul da farsi, io ignara di cosa stia succedendo sorseggio il mio té. Ad un certo punto spunta anche Jimin il quale mi regala uno dei suoi sorrisi migliori fingendo di non esserci visti quella mattina stessa. Provo a fermarlo per chiedergli qualche spiegazione, Namjoon lo vede e gli dice di muoversi ad attivarsi. Sbuffo, come sempre qui nessuno mi spiega la situazione.
<<Ciao>> Jungkook prende una sedia e si mette al mio fianco <<Posso farti compagnia? >>
<<Dottore>> gli offro del tè che accetta volentieri <<Quindi cosa sta succedendo? Almeno lei mi dia una spiegazione>> mi lamento.
L'uomo giocherella con uno dei piercing dell'orecchio, si guarda attorno distrattamente. Si volta all'improvviso verso di me e i suoi occhi neri e profondi rapiscono la mia totale attenzione.
<<Non saprei darle una risposta >> risponde sincero.
<<Non sa o non vuole? >> mi agito da seduta.
<<Non siete l'unica all'oscuro di tutto>>
Eppure non sembra che tutto ciò a Jungkook dia fastidio, come se sapere fosse troppe pericoloso.
<<A voi piace il brivido, l'adrenalina>> sorride <<Dovreste farvi un tatuaggio>>.
Lo guardo confusa.
<<A Namjoon piacciono quelli piccoli >>
Tossisco imbarazzata, in quel preciso momento il boss mafioso si volta a guardarci entrambi.
<<Nymphe>> mi chiama.
Sento il petto farsi pesante, il mio corpo non vuole proprio saperne di alzarsi, cos'è questa orrenda sensazione che sto provando?
<<Si sente bene? >> chiede il dottore posando la sua mano sulla mia spalla.
Faccio sì con la testa e finalmente raggiungo Namjoon, il quale sta discutendo in coreano con gli altri due.
<<Oggi devi rimanere con Jimin>> mi dice con sguardo serio <<Non andartene per NESSUN motivo>> continua marcando per bene le parole.
<<Va bene>> tremo dentro, non l'ho mai visto così arrabbiato.
<<Babysitter time>> ridacchia il coreano dai capelli biondi che però riceve un'occhiata sia da me che da Namjoon <<Andiamo >> mi prende per un braccio e mi trascina fuori dalla stanza.
<<Almeno tu mi puoi spiegare cosa sta succedendo? >> mi impunto davanti all'ascensore.
<<Dovrei chiederti come mai stamattina non eri al lavoro>> sorride mentre preme il pulsante.
<<E tu? Perché eri con…. >> tralascio il nome di Idaho.
<<Bambi>> mi fa segno di entrare <<Andiamo a casa che qui è pericoloso>>
Deglutisco, la brutta sensazione di prima persiste, anzi peggiora. Guardo Jimin di sottecchi, il suo sorriso si è tramutato in uno sguardo neutro, come se non stesse succedendo nulla. L'ascensore si blocca al piano del mio ufficio e un mio collega entra con noi.
<<Salve>> sorrido
<<Bentornata! Ah il corriere ha appena consegnato un pacco per lei, glielo abbiamo lasciato sulla sua scrivania>> mi dice l'uomo con gli occhiali di cui non ricordo mai il nome. Carlo? Carlos? No forse si chiama Carlito….
<<Un pacco? >> piego la testa di lato.
<<Forse ho letto male il destinatario>> si passa una mano tra i capelli.
<<Il mittente chi era? >>
<<Non c'era >>
Rimango sorpresa nel ricevere la sua risposta, il braccio destro di Namjoon ascolta attentamente il dialogo. Al piano successivo il mio collega esce.
<<Arrivederci Deveune >>
<<Arrivederci…. >> per fortuna si chiudono le porte.
<<Chi era? >> chiede Jimin.
<<Un collega>>
<<Avrà un nome questo collega>>
Mi mordo il labbro, Arlo?
<<Non mi dire che non te lo ricordi >> mi canzona.
Sospiro, sarà un pomeriggio molto lungo.

Entro sbuffando nell'attico che ormai è casa mia, nonostante questo mi sembra quasi di essere messa in gabbia. Jimin, che a quanto pare anche lui si sente come se fosse a casa sua, apre il frigo alla ricerca di qualcosa di commestibile. Trova il piatto della mia cena non finita e senza porsi domande su cosa o di chi fosse lo scalda in microonde. Nauseata anche solo dall'odore del cibo salgo le scale per stendermi a letto e provare a riposare. Prima di entrare sento il mio telefono vibrare.

Ti è piaciuto il regalo?
K. T.

Raggelo, non avrà mica fatto quello che penso? Ritorno in soggiorno dove si trova Jimin e subito cerco un motivo per poter tornare in ufficio.
<<Devo tornare alla compagnia >> gli ordino mentre mi infilo le scarpe che ormai sono abituata a levarmi all'ingresso.
<<Perché? >> calmo si gusta con attenzione ogni boccone di cibo.
<<Ho dimenticato una cosa>>
<<Cosa? >> non molla la presa.
<<Una cosa importante >>
<<Cioè? >>
Mi mordo il labbro inferiore disperata.
<<Il pacco>> sussurro senza più sapere che risposta dare.
<<Lo faccio portare qui>> prende il telefono, ma io lo blocco.
<<Non possiamo andare noi? >>
I nostri sguardi si incrociano.
<<Guarda che non lo perdono eh>> scherza lui.
La tensione per un attimo sembra allentarsi.
<<Lo so, però…. >>
<<Dimmi dove si trova la tua scrivania>> il suo dolce sorriso mi incanta come sempre, è un sorriso vero, uno di quelli che ti porti nel cuore per sempre.
Devo forse lasciare perdere? La suoneria del mio telefono mi salva per un attimo.
<<Pronto? >> mi allontano dall'uomo biondo.
<<Nymphe perdonami tantissimo, non mi sono accorta dell'orario. Ti giuro che… >> Darcy piange come una fontana dall'altro lato e io immediatamente la tranquillizzo.
<<No, no Darcy, ero solo preoccupata tutto qua. Dove sei? >> chiedo appoggiandomi al muro ancora con le scarpe e la giacca addosso.
<<Mia nonna è stata di nuovo male e avevo il telefono scarico>> si lamenta lei <<Ti prometto che la prossima volta mi dedicherò a te>> piagnucola.
<< Va bene così, l'importante è che che tu e tua nonna stiate bene>> sospiro <<Non piangere>> dico sta volta io con le lacrime a gli occhi.
<<Posso chiederti una cosa? >> chiede di punto in bianco.
<<Si? >> incuriosita mi siedo per terra.
<<Perché Kim Namjoon mi ha chiesto dov'ero e se stavo bene?! >> mi urla nell'orecchio <<Che stai combinando con quell'uomo? >>
<<Darcy… >> balbetto, quell'uomo mi mette sempre nei guai << È una storia complicata… >>
<<Sai che non mi puoi mentire>> mi riprende.
È vero, lei è una delle poche persone a cui non riesco a dire bugie, mi farebbe solo che star male.
<<Non posso…. >> la mia voce diventa un sussurro e improvvisamente mi ricordo che nella stessa stanza ci sono un paio di orecchie in più che non dovrebbero ascoltare <<Perdonami… >>
<<Dimmi almeno che stai ben e dove ti trovi. Sei sparita per giorni dandomi una scusa vaga…. >>sospira.
<<Sto bene e sono al sicuro>> provo a rassenerarla, ma non faccio altro che farla sospirare.
Dopo diversi minuti ci salutiamo e ci ricordiamo di rivederci al più presto. Mi strofino il viso, la testa mi scoppia e voglio solo andare a letto.
<<La tua amica Darcy sembra stare più che bene>> Jimin parla facendomi sobbalzare.
Una sensazione di disagio pervade il mio corpo, sembra quasi che lui abbia sentito tutto ciò che la mia amica ha detto. Annuisco confusa e impaurita.
<<Per il pacco lascia stare, domani tanto torno in ufficio. Mi terrò la sorpresa >> sorrido a fatica e poi scappo in camera mia.
Se sul serio Taehyung mi ha spedito il quadro del philosophe lisant alla mia scrivania siamo tutti e due in guai seri. Solo al pensiero di Namjoon arrabbiato rabbrividisco.

Park Jimin ascolta con attenzione cosa sta dicendo la giovane donna al telefono, può solo immaginare cosa la sua amica gli sta dicendo. Finita la chiamata Nymphe se ne torna in camera e lui rimane da solo nel soggiorno.
<<Nam>> dice tra un boccone e l'altro <<Bambi ha ricevuto un pacco interessante in ufficio>>
<<......>>
<<Volevo solo dirtelo, sembra essere parecchio prezioso visto che voleva andarlo a prendere di persona>>
<<.... >>
<<Capisco>> dopo di che mette giù alla chiamata.
Sorride, anche se deve fare la babysitter sa che non sarà da solo: presto arriverà Idaho.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora