Un Segreto Svelato

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Per tutto il giorno Namjoon non si fa vedere, è uscito di casa senza nemmeno salutarmi. Mi mordo un labbro, ho pensato solo a quel maledetto quadro e lui n’è rimasto ferito. Rimpiango i suoi baci sul mio collo, perchè sono così stupida? Sprofondo il viso nel cuscino del divano, a quanto pare i miei genitori mi hanno cresciuta fin troppo bene, non mi lascio illudere nemmeno dall’uomo che mi fa impazzire. Scende la sera e del mio coinquilino ancora non so niente, l’agitazione nasce in me facendomi sospettare di averla combinata grossa sul serio. E se avesse scoperto dei messaggi tra me e Tae? Lancio un’occhiata al telefono che in questo momento si trova sul tavolo della cucina, impaurita che un fantasma possa leggere i miei dati, lo vado a prendere per poterlo nascondere in tasca.Un giro di chiavi mi blocca e rimango in piedi di fronte al divano.
<<Bambi>> Idaho mi saluta con il suo solito sorrisetto beffardo.
Il mio sguardo, però, guarda dietro le sue spalle alla ricerca di una persona che purtroppo non c’è.
<<Ha un impegno e per questo sono venuto a farti da babysitter!>> mi mostra due sacchetti della spesa <<Sta sera cucino per te>> posa il tutto sul tavolo e lo fisso allibita.
<<Quando torna?>>
<<Non lo so>> il suo sorriso si spegne << Lo hai fatto arrabbiare parecchio>> mi scruta confuso.
<<Io?>> chiedo innocente quando so benissimo quello che ho combinato.
<<Non farmi quegli occhioni da Bambi>> si lamenta iniziando a tirare fuori il cibo <<Ho rischiato più del solito di rimanere pelato>>
Trattengo un sorriso, Idaho sa sempre come risollevare l’umore delle persone.
<<Ti serve una mano?>> mi avvicino.
<<Se vuoi>>

Finita la cena saluto il bodyguard che mi augura una buonanotte, per diverse ore fisso la porta chiusa della mia camera aspettandomi che da un momento all’altro Namjoon possa comparire per magia. La mattina seguente mi rendo conto di essermi addormentata senza nemmeno accorgermene, mi rannicchio su me stessa infreddolita dalle lenzuola vuote e malinconiche. A fatica mi alzo, non so come ma in qualche modo riesco a prepararmi e ad uscire di casa. Chiudo il portone alle mie spalle e noto che lungo lo stretto corridoio che porta all’ascensore non c’è anima viva. Alzo un sopracciglio, non vi è nemmeno l’ombra di uno degli uomini di Namjoon. Alzo le spalle compiaciuta dal fatto che non ci sia nessuno a controllarmi, prendo il telefono e studio la posizione che mi ha mandato Taehyung. Esco dall’edificio e mi godo l’aria mattutina che mi accarezza il viso con dolcezza, mi ritrovo pervasa dalla gioia e per la prima volta guardo la città da un altro punto di vista. Con tutta la calma del mondo raggiungo un enorme parco che mi è stato indicato per l’incontro, il mio sorriso si allarga nel vedere quello spazio verde che fa capolino tra giganti palazzi di cemento. In lontananza scorgo un uomo coreano che indossa un maglione marrone con sotto una camicia bianca e un paio di pantaloni neri a sigaretta, si guarda attorno da dietro i suoi occhiali scuri. Mi avvicino e lui mi riconosce.
<<Ciao>> mi sorride.
<<Ciao>> sorrido anche io.
Rimaniamo per qualche secondo in silenzio. Poi finalmente lui dice qualcosa.
<<Come hai fatto a scappare dalle grinfie di Nam?>> ridacchia mentre ci incamminiamo senza una meta precisa.
Lo ammonisco con lo sguardo.
<<Va bene, ho capito>> i suoi riccioli vengono mossi dalla brezza mattutina rivelando la sua fronte nuda.
<<Se non vuoi aiutarmi puoi anche dirmi di no, non ti biasimerei>>
<<Per me non ci sono problemi, io e Nam non siamo mai stati in ottimi rapporti>> si ferma e mi fermo anche io <<Sono più preoccupato per te>>
<<Credo di essere diventata pazza>> mi strofino una guancia <<Solo che quel quadro è molto importante>>
<<Vuoi che lo rubi?>> chiede inaspettatamente.
Rimango con le labbra socchiuse. Vorrei. Vorrei tanto. Nella mia testa compare un'immagine di Namjoon, che mi sorride mostrandomi le sue due bellissime fossette sulle guance. Il mio petto si fa sempre più pesante, questa volta lo farò scappare sul serio se continuo verso questa direzione. Non so che dire, le parole mi muoiono in bocca, sento la nausea salire e mi inizio a chiedere perché mai non riesco per una buona volta a rimanermene ferma e in pace.
<<Sei innamorata di lui>> sussurra Taehyung facendosi sempre più vicino al mio viso.
<<Lui lo è più di me….>> non mi sposto, che sto aspettando?
Ormai siamo così vicini che sento la sua colonia da uomo pervadere le mie narici.
<<Meriteresti di meglio Nymphe>> la sua mano sfiora le mie dita.
Non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi magnetici, il mio corpo non risponde ai comandi e mi ritrovo imbambolata.
<<Sarei un egoista se ti rubassi un bacio>> si sposta e fa qualche passo indietro guardandomi con malinconia <<Che tu lo voglia o meno ti riporterò quel quadro>>
<<Cosa…No!>> cerco di bloccarlo prima che possa andarsene << Avevi detto che volevi parlarmi…>> ma lui sfugge alla mia presa e mi regala un ultimo dei suoi sorrisi incantevoli che ti lasciano senza fiato.
Mi ritrovo da sola, con la bocca spalancata, a fissare il punto in cui Taehyung si trovava fino a qualche minuto prima. Ripenso a quello che è appena accaduto e realizzo che non uno, ma ben due boss mafiosi sono innamorati di me. Ho forse scatenato una faida? Mi copro la bocca impaurita da cosa potrebbe accadere. Scuoto la testa, non devo essere ridicola, non si ucciderebbero a vicenda per una come me. Credo e spero. Inizio a camminare a vuoto cercando di convincermi che queste cose possono accadere solo in tv e che quindi non c’è il rischio che si scateni una guerra per uno stupido conflitto d’amore. Eppure qualcosa mi dice che l’ho di nuovo combinata grossa. Disperata mi lascio andare su una panchina che si trova vicino all’entrata del parco, tutti questi pensieri mi stanno facendo diventare matta. Il mio sguardo cade su una coppia che si trova al di fuori del parco davanti ad un caffè, socchiudo gli occhi per vederci meglio. Mi alzo in piedi stupita dalla scena: Jimin che accarezza il viso di Idaho. Le sue labbra si avvicinano all’orecchio del bodyguard e con sguardo malizioso gli sussurra qualcosa. Curiosa mi avvicino ai cancelli del parco per capire meglio cosa sta accadendo senza nemmeno pensare al fatto che loro possono vedermi. E infatti attiro immediatamente la loro attenzione, Jimin si volta e mi mostra un sorriso luminoso, mentre Idaho impallidisce all’istante. Quest’ultimo sposta il coreano e in poche falcate mi raggiunge.
<<Che ci fai qua?>> chiede stizzito.
<<Come scusa?>> lo fisso sbalordita, anzi fisso in particolare una macchia violacea sul suo collo.
Mi sto facendo troppi film mentali ultimamente.
<<Dovevi andare al lavoro>> mi riprende nervoso.
<<E tu sei con Jimin>> lo rimbecco.
<<Non….>> si morde la lingua << Senti Bambi, io non ti ho vista e tu non hai visto me, ok?>>
<<Jimin…>> sussurro guardando alle sue spalle per vedere se il coreano fosse ancora lì.
<<Niente domande!>> mi si para davanti << O dovrei forse chiederti dove sei stata?>>
Questa volta sbianco io, è meglio che non me lo chieda. Deglutisco e annuisco.
<<Niente domande>> ripeto per fargli capire che sono d’accordo.
<<Ti accompagno al lavoro>> e senza aspettare una mia risposta attraversa la strada.
Di Jimin, invece, nessuna traccia, a quanto pare ha approfittato del momento per darsela a gambe.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora