Un Fulmine A Ciel Sereno

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Non mi ero resa conto che girovagando per la villa il tempo era passato più in fretta di quello che pensassi. Ormai è già ora di cena e questa volta è il grande e grosso bodyguard che mi accompagna nella sala da pranzo. Attraversiamo il largo corridoio in silenzio, solo il rumore dei nostri passi e delle mie stampelle rompono la solitudine di questo luogo. Mi apre la porta a doppia anta e faccio il mio ingresso, non c'è nessuno seduto a tavola. Mi volto per chiedere all'uomo se sa dove Namjoon.
<<Scusi, il signor Kim? >> chiedo un po' impacciata.
Lui non risponde, mi indica invece il posto dove sedermi. Delusa dalla sua silenziosa risposta prendo posto a tavola. Poco dopo la mia risposta arriva, la doppia porta si spalanca e Namjoon compare davanti ai miei occhi.
<<Buonasera >> lo saluto.
Immobile a pochi passi dalla tavola mi osserva come per decidere se è di buon umore oppure no.
<<Buona sera>> opta per un tono educato ma lontano.
Mi trattengo dal lamentarmi, cosa ho fatto per farlo arrabbiare in questo modo? Ci vengono serviti i piatti, verdure cotte e tofu per entrambi.
<<Avete scoperto chi ha tentato di avvelenarmi? >>
<<Cosa avete fatto oggi? >> mi chiede invece di darmi una risposta come le persone normali.
Inizio a perdere la pazienza, seriamente.
<<Come? >> dico quasi ridendo.
<<Ho sentito che eravate in giro per la villa>>
<<Sono andata in serra e in biblioteca. Mi annoiavo chiusa in camera>> borbotto mentre giocherellone con la forchetta e le verdure.
<<Solo in quelle stanze siete stata? >> non mi sta guardando eppure percepisco il suo sguardo pesante addosso.
Deglutisco, non ho pensato al fatto che potessero esservi delle telecamere.
<<Mi ha spiato... >> sussurro con voce strozzata.
<<No>> poi finalmente mi guarda in faccia <<Siete voi che vi fate notare facilmente >>
Sbatto le palpebre confusa, è un complimento?
<<Dove siete stata? >>
<<Ecco.... >> le parole escono dalla mia bocca ancora prima che io riesca a bloccarmi <<Ho trovato quel magazzino... >>
Si pulisce le labbra con un tovagliolo e per un attimo ne rimango attratta.
<<Magazzino? >> smette di mangiare.
<<Io l'ho trovato aperto e... >> balbetto cercando una qualsiasi scusa.
Namjoon, però, non sembra aver capito di che posto io stia parlando. Gira il viso verso una dei suoi uomini e poi lo rivolge verso di me. I suoi occhi si spalancano all'improvviso.
<<Sul serio non era mia intenzione.... Farò finta di non.... >>
<<Hai detto che era aperta? >> chiede allarmato.
Non l'ho mai visto in quello stato, gli occhi fissi spalancati e le labbra leggermente socchiuse.
<<Sí, c'era una chiave, ma la porta era comunque socchiusa >>
Anche i due bodyguard iniziano a mandare segnali di agitazione.
<<Mandate qualcuno a verificare >> si rivolge ai due e poi si alza dalla sedia.
Si prende il mento tra l'indice e il pollice della mano e il suo viso si fa sempre più pensieroso.
<<Cosa hai visto? >>
<<Niente, c'era buio>> mento, so benissimo cosa c'era su quegli enormi scaffali.
<<Non c'era nessuno>>
Annuisco, ma le mie risposte non sembrano rassicurarlo.
La porta si spalanca e un altro bodyguard entra. Spaventata dalla situazione mi alzo anch'io.
<<Signor Kim! Dovrebbe.... >> l'attenzione del nuovo arrivato si posa su di me.
<<Parla>>
<<C'è un intruso nella villa ed è interessato all'ala sud>> poi fa una pausa <<È armato, signore. Le consiglio di andarsene e di portare con sé la ragazza>>
Rimango impietrita, il tempo si ferma e sento i brividi salire. C'è dannatamente freddo, sento che mi manca il respiro e le gambe mi temono. Qualcuno mi prende una spalla.
<<Nymphe !>> uno sparo mi riporta alla realtà <<Dobbiamo andarcene>> Namjoon mi parla con voce tranquilla.
Sono sicura che fino a due secondi fa era lui quello super agitato, come fa ad essersi calmato in così poco tempo?
<<Cosa.. >> sento gli occhi farsi lucidi.
<<Dovrò prenderti in braccio, così saremo più veloci>>
Per un millesimo di secondo un'immagine balena nella mia mente : io in braccio a Namjoon stile principessa. Purtroppo però lui non è della stessa idea, infila la testa sotto il mio braccio e mi mette sulla sua spalla come un sacco di patate.
<<Che fai! >> urlo imbarazzata con il sedere all'aria.
<<Ho bisogno di un braccio libero>> ribatte confuso dalla mia relazione.
Il suo piano di portarmi in quel modo mi risulta infantile quasi da farmi dimenticare cosa sta accadendo attorno a noi.
<<Mi puoi prendere semplicemente in braccio>> mi dimeno come una bambina e lui mi rimette per terra.
<<Ovvero? >>
Impacciata, ma soprattutto imbarazzata, mi aggrappo con entrambe le braccia al suo collo. Capisce le mie intenzioni e con braccio mi tira su, allaccio le gambe attorno alla sua vita e sistemo il viso nell'incavo tra il suo collo e la sua spalla. Sento la sua mano sfiorare il mio sedere, sussulto diventando rossa.
<<Io... >> subito sposta la mano del braccio con cui mi sostiene sulla coscia della mia gamba.
Con la coda nell'occhio osservo la sua reazione. Le guanciotte rosse mi fanno intenerire tanto da volergliele toccare. Risprofondo nella sua spalla.
<<Siete... sei comoda? >>
In effetti dopo tutto questo non ha più molto senso darci del lei.
<<Si>>
<<Capo>>
Sento il suo petto alzarsi e abbassarsi. Mi rendo conto solo ora di quanto siamo vicini. Sento il suo cuore battere, sembra essere così calmo, il mio invece batte all'impazzata. Mi vergogno e cerco di concentrarmi su altro, sfioro i capelli della sua nuca e una piccola scossa mi attraversa il corpo. Lo sento muovere qualche passo, sempre più velocemente fino quasi a correre. Mi stringo a lui il più forte possibile. Stare tra le sue braccia riporta in me un sentimento, un'emozione, che non provo da tempo. Non riesco a capire quale, eppure una lacrima di nostalgia scivola sulla mia guancia. Un altro sparo. Non ci fermiamo, alzo il viso per vedere cosa accade.
<<Rimani con la testa giù>> dice piano solleticandomi l'orecchio con le sue labbra.
Un'altra scossa mi attraversa, in questo modo diventerò di sicuro pazza. Mi stringe con più forza e rimango senza fiato, sto venendo punita per tutti miei peccati. Muoio se continua. Sento il rumore di un'auto fermarsi, qualcuno apre una portiera e Namjoon mi fa sedere sul sedile posteriore. Si siede al mio fianco e passa un braccio attorno alle mie spalle, il mio viso preme contro il suo petto. È morbido. Fingo di trovare una posizione migliore per accertarmi che a fare spessore non siano solo gli abiti. Arrossisco per la milionesima volta, ma che sto facendo? La macchina parte, ma il vetro del lunotto della macchina si spacca in mille pezzi. Urlo e Namjoon subito mi copre con il suo corpo. Ricomincio a tremare, all'improvviso ho una tremenda voglia di fare una di quelle noiose riunioni interminabili. Voglio pace. Non riesco a trattenere le lacrime e piango come una fontana, Namjoon inizia ad accarezzarmi la spalla e mi sussurra parole dolci per aiutarmi. Mi sale la nausea, sento il bisogno di vomitare nonostante io non abbia mangiato nulla. Mi aggrappo al suo petto e per interminabile ora non faccio altro che piangere straziata da tutta la situazione assurda.
<<Siamo quasi arrivati... >> mi stringe la mano.
Smetto di singhiozzare e guardo fuori dai finestrini. Ci ritroviamo in città nel quartiere vicino a dove si trova la compagnia. Decido di non fare domande, non ne ho le forze

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora